Bari e quei fuochi d’artificio usati come messaggi tra clan. I residenti: “Qualcuno intervenga” -VIDEO

Una batteria che dura quasi un minuto. Sono fuochi d’artificio ma non è capodanno e neanche la festa di San Nicola. Siamo nel quartiere Carrassi (ma potremmo essere a Japigia, Libertà o San Paolo) e sono passate da poco le 20. Lo stesso rituale ormai si ripete a cadenza più o meno settimanale. E i residenti sono stanchi e… preoccupati. Già, perché a Bari i fuochi d’artificio non promettono nulla di buono se non in prossimità di feste patronali. La camorra barese, così come quella napoletana, infatti, utilizza il linguaggio dei fuochi d’artificio perché è la tecnica più sicura per comunicare: sono difficilmente tracciabili e in pochi istanti fanno perdere ogni traccia.

E quindi ecco la festa per lo scarcerato che torna a casa, per il rampollo del padrino che compie diciotto anni, per il matrimonio della figlia del boss o per la morte di un esponente del clan avversario. Ma sparare le batterie è anche un modo, per i clan, di rivendicare il controllo di interi territori, per lanciarsi messaggi, per le esercitazioni con le armi o anche soltanto per rimarcare la propria presenza in alcune zone. In ultimo i fuochi annunciano anche che la partita di droga è arrivata. Ecco spiegati – secondo indiscrezioni – gli spari nel quartiere Carrassi dove i residenti hanno una doppia preoccupazione. “I giardini Emanuela Loi e Francesca Morvillo sono sempre più mal frequentati – raccontano dal quartiere – A tutte le ore c’è un via vai di ragazzini. Dovevano essere luoghi di aggregazione per famiglie e bambini , ma ormai abbiamo paura e andiamo altrove”. E poi da qualche mese a questa parte ad aumentare la tensione ci sono i botti che hanno il sapore di segnali chiari. I residenti hanno già preparato un esposto da presentare in questura.

Abbiamo scritto nero su bianco – annunciano – che molto spesso in serata nella fascia oraria che va dalle 20.45 alle 22,  sentiamo fuochi pirotecnici non autorizzati che recano danno alla quiete pubblica e non pochi disagi ai possessori di animali domestici. Si fa presente, inoltre, cosa di non poco conto, che oltre ad arrecare danni alla quiete di noi residenti, si arreca fastidio anche ad altri utenti che non conoscono la situazione e che – concludono – si trovano coinvolti in attimi di panico mentre sono in compagnia di amici, famiglie e bambini”.

fonte: Rosanna Volpe – www.borderline24.com

 

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