Ancora piazza Vittorio Emanuele, la piazza che ha ricevuto il testimone da piazza Paradiso, è stata usata ieri notte come piazza d’armi. Otto scatoloni di fuochi pirotecnici per onorare il primo compleanno della primogenita della stessa giovane famiglia che l’anno scorso ha voluto festeggiare la sua nascita in via Edoardo Germano.
Ci chiediamo, sono gli stessi protagonisti del “Qui comandiamo noi“, oppure della notte degli “Sbirri bastardi“? In entrambe le situazioni abbiamo fornito informazioni e immagini. Chissà se un giorno avremo le risposte su questa banda criminale da chi rappresenta lo Stato.
La chiamiamo così perché tale è, e siamo anche certi che tra di loro c’è qualcuno che è stato l’autore almeno di uno dei due attentati dinamitardi presso l’abitazione del coordinatore del Liberatorio. E’ un gruppo che si sta allargando e che raccoglie oltre a vecchi soggetti della “baby gang“, altri nuovi sodali e molti minorenni che vengono addestrati a delinquere e spesso sono loro a marcare il territorio con le numerose bombe che vengono fatte esplodere durante tutto l’anno. Si sono anche specializzati nella fornitura di fuochi d’artificio al festeggiato di turno.
Rimangono sullo sfondo le responsabilità che non sono solo dell’inerzia del sindaco, ma della politica nella sua interezza. La politica, di palazzo e di cittadinanza, di governo e di opposizione, non si é mai occupata seriamente e organicamente dei mille volti della criminalità molfettese. Ascolteremo da qualche candidato sindaco qualche parola d’occasione a riguardo; faranno finta di occuparsene solo dopo qualche arresto, sequestro, o qualche bomba, e poi dimenticheranno subito come è già accaduto negli ultimi anni.