Regione, stop alla gara da 15 milioni: bandita da Lerario, sempre lui doveva assegnarla. “Due ruoli incompatibili”

L’appalto per le pulizie delle sedi regionali, assegnato alla Pulisan, era subito finita nel mirino della Procura dopo l’arresto dell’ex dirigente della Protezione civile e dell’Economa – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Una gara da 15 milioni di euro per la pulizia degli immobili regionali bandita e regolamentata dalla stessa persona che poi ha presieduto la commissione che ha decretato la ditta vincitrice: l’ex dirigente regionale Mario Antonio Lerario. È stato questo doppio ruolo, rivestito da quello che all’epoca era il capo del servizio Economato (poi dirigente della Protezione civile, arrestato lo scorso dicembre per presunta corruzione), a indurre la Regione a revocare bando e aggiudicazione.

Esattamente come è avvenuto per la sala radio della Protezione civile dell’ex Enaoli di Castellaneta e per gli arredi del teatro Kursaal Santalucia. La firma sulla revoca è uguale per tutte e tre le procedure: Francesco Plantamura, nuovo responsabile dell’Economato, al quale la task force regionale – che è stata messa in piedi dopo l’arresto di Lerario e due imprenditori – ha segnalato una serie di situazioni “anomale”, rispetto alle quali era consigliabile tirare il freno. E così è stato.

La gara per le pulizie era stata vinta dalla Pulisan, da mesi all’attenzione della Guardia di finanza e della Procura, che a febbraio ne ha fatto perquisire la sede, insieme con quelle di altre 11 ditte che si suppone negli anni siano state favorite negli appalti. Sulle stesse società sono stati effettuati anche approfondimenti amministrativi e a fine marzo la procedura è stata blocata su indicazione di Massimiliano Felice Alliotta, nominato nuovo responsabile unico dei procedimenti relativi alle pulizie degli edifici regionali, dopo che tutti gli incarichi di rup sono stati revocati ad Antonio Mercurio(anche lui indagato).

L’esame degli atti ha ricostruito l’iter dal 2016, quando la Regione ha pubblicato il primo bando per i servizi di pulizia degli uffici aggiudicandolo per 5,8 milioni a Pulisan e Accadueo (entrambe di Bari). Scaduto l’appalto nel 2020, l’Economato a guida Lerario lo ha prorogato per un anno alle stesse condizioni economiche e nel 2021 ha bandito la nuova gara, alla quale sono state ammesse 45 ditte. Tra esse c’erano giganti come La Cascina, la Dussmann, La Lucente, l’Operosa e naturalmente La Pulisan (sempre insieme con Accadueo). A quest’ultima durante la pandemia sono stati assegnati anche una serie di affidamenti diretti della Protezione civile per la pulizia delle sue sedi, per gli hotel in cui venivano ospitate le persone positive al Covid e il personale sanitario, per le forniture di kit igienici, per la pulizia della fabbrica di dispositivi di protezione individuale e lo smaltimento dei rifiuti ma anche per servizi di facchinaggio e di trasloco per le esigenze degli uffici regionali. Ventisei affidamenti dal maggio 2020 a inizio anno, tutti finiti tra la documentazione che i finanzieri – coordinati dal procuratore Roberto Rossi e dall’aggiunto Alessio Coccioli – hanno acquisito durante le perquisizioni del 9 febbraio.

All’epoca era stata da poco firmata la proposta di aggiudicazione a La Pulisan, che era ormai prossima a mettere le mani su uno dei più lucrosi appalti di servizi della Regione. Ma la presenza di Lerario quale presidente della commissione di gara ha fatto bloccare tutto. Il primo atto incriminato è quello con cui a luglio 2021 il dirigente si era autonominato alla guida della terna giudicante (insieme con Antonio Mercurio eSabina Della Crociata), perché – secondo il nuovo rup – tale nomina stride con i recenti orientamenti del Consiglio di Stato secondo cui “il dirigente che approva la documentazione di gara, anche se predisposta dal rup, non può nominare se stesso nella commissione giudicatice”. La ratio di questa pronuncia è nella volontà di separare la fase regolatoria e la fase attuativa nell’ambito delle gare pubbliche.

Sospettando “un vizio di legittimità” nella composizione della commissione, Alliotta ha chiesto un parere all’Avvocatura regionale. Che ha confermato i suoi dubbi e rimesso la questione al dirigente dell’Economato per le valutazioni conseguenti. A ulteriore conforto dell’idea di bloccare l’iter è stata portata anche una delibera dell’Anac che nel 2019 ha esteso ai presidenti di commissione giudicante l’incompatibilità con lo svolgimento di altra funzione o incarico tecnico-amministrativo nella stessa gara, prima riservato soltanto ai commissari. Tale interpretazione risponde all’esigenza di separare la fase di preparazione della documentazione da quella di valutazione. E determina – secondo Alliotta e Plantamura – l’incompatbilità di Lerario a ricoprire entrambi i ruoli contemporaneamente. “Essendo stato sottoscrittore degli atti di indizione della gara e della definizione delle sue regole – è scritto nella revoca – non avrebbe potuto prendere parte alla commissione, senza violare il principio di separazione”. Non risultando “sostenibile l’idea di sostituire soltanto il presidente”, atteso che la proposta di aggiudicazione è già avvenuta, l’intera procedura è stata annullata”.

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