Caso Pisicchio, nelle chat con Emiliano prima dell’arresto spunta un terzo uomo: caccia alla talpa. Anche Cataldo aveva saputo in anticipo

La Procura vuole andare sino in fondo nel fare luce sulla fuga di notizie che ha provocato le dimissioni dell’ex assessore. Al setaccio il cellulare dell’ex assessore – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Non c’era soltanto il presidente della Regione, Michele Emiliano, nelle chat delle quali ha parlato l’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio nell’interrogatorio di garanzia. Ma pure una terza persona, anch’ella protagonista del giro di informazioni sull’inchiesta per corruzione sfociata negli arresti del 10 aprile, che potrebbero essere circolate in virtù di una clamorosa fuga di notizie. Ancora una volta il caso politico va di pari passo con quello giudiziario, ma il secondo è destinato a complicarsi perché la Procura, fra qualche settimana, avrà a disposizione oltre al verbale con la versione di Pisicchio anche i dati inequivocabili del suo smartphone, dal quale potranno essere tratti i messaggi e capiti i tempi.

I riflettori su Emiliano

Il presidente della Regione è stato tirato in mezzo alle vicende giudiziarie relative all’arresto dei Pisicchio dal maggiore dei due fratelli, Alfonso, che martedì è stato interrogato dalla giudice Ilaria Casu con l’assistenza dell’avvocato Salvatore D’Aluiso. Quest’ultimo è subentrato da poco nella difesa, che negli anni passati era affidata a Michele Laforgia, oggi candidato sindaco di Bari, il quale aveva spiegato di aver lasciato «per evitare speculazioni sulla presunta, e inesistente, interferenza fa la mia attività professionale e il mio impegno politico». Laforgia aveva precisato: «La legge non consente ai difensori di accedere a notizie coperte dal segreto istruttorio e men che meno di venire a conoscenza, in anticipo, della adozione e della imminente esecuzione di una misura cautelare». Era l’11 aprile. Poche ore prima era stato il governatore Emiliano a chiarire di aver rimosso Pisicchio dalla guida dell’Arti perché non aveva dimostrato che l’indagine a suo carico era stata archiviata, come aveva inizialmente dichiarato. Ma l’ex assessore all’Urbanistica ha raccontato una versione molto diversa, ovvero di essere stato sollecitato dal governatore a dimettersi perché si era saputo che l’inchiesta stava per subire un’accelerata. Se dietro questo diktat si celasse la conoscenza di una notizia riservata, è presto per dirlo. Certo non sarebbe la prima volta, considerato che cinque anni fa — sempre ad aprile — fu lo stesso Emiliano a denunciare di aver avuto contezza di una perquisizione della Finanza a suo carico prima che venisse eseguita.

Caccia alla talpa

Le verifiche sono in corso e vanno avanti nel più stretto riserbo. Inizialmente gli inquirenti avevano ipotizzato che le dimissioni di Pisicchio poche ore prima dell’arresto e due giorni dopo che la gip aveva depositato l’ordinanza fossero una coincidenza. Ma proprio l’indagato, nell’interrogatorio, ha fugato i dubbi spiegando che l’addio all’Arti gli è stato sollecitato direttamente da Emiliano, che avrebbe anche rifiutato di incontrarlo per parlare di persona. Se si va poco più indietro nel tempo, ai primi di aprile, si scopre una singolare coincidenza con l’operazione che ha portato agli arresti domiciliari Sandro Cataldo, il marito dell’ex assessora regionale ai Trasporti. Anche lui probabilmente sapeva che stava per essergli notificata una misura cautelare e stava cercando di precostituirsi una difesa, con quella registrazione di un colloquio con Armando De Francesco (il suo primo accusatore) conservata su una pen drive trovata durante la perquisizione. “Sandrino” durante gli ultimi servizi di appostamento effettuati dai carabinieri, ai quali era stato chiesto di attualizzare le indagini, era stato visto più volte con l’autista del presidente della Regione, che gli investigatori sospettano potesse essere un suo messaggero, laddove in passato Emiliano non aveva avuto problemi a incontrare Cataldo né a farsi fotografare insieme a lui. Anche in relazione all’indagine che lo riguardava assieme alla moglie Anita Maurodinoia, prima dell’esecuzione della misura c’erano stati rumors su possibili arresti.

Il terzo nome

Potrebbe essere quello della persona che ha avvisato Emiliano che qualcosa poteva accadere ad Alfonso Pisicchio e che si evincerà facilmente dalle chat. La posizione di “Alfonsino”, del resto, era oggetto di attenzioni da più parti, considerato che da tempo aveva iniziato la campagna elettorale in vista delle comunali di Bari, incontrando elettori e convocando incontri. E se pure il suo movimento “Senso civico” non aveva ancora ufficializzato il sostegno a questo o quel candidato, è chiaro che un suo possibile arresto — nell’ambito di un’inchiesta che si sapeva essere aperta da quattro anni — preoccupava più di un politico. La stessa cosa era accaduta per Sandro Cataldo, il quale, forte del suo bagaglio di voti, aveva incontrato entrambi i candidati alle primarie del centrosinistra, Vito Leccese e Michele Laforgia, senza fare sapere esplicitamente chi dei due avrebbe appoggiato. Proprio l’arresto di Cataldo, assieme ad altre sette persone, il 4 aprile ha bloccato le primarie.

La terza inchiesta

Prima di Sandrino si era mosso Giacomo Olivieri per incontrare candidati vecchi e nuovi e per stabilire a chi portare i suoi voti. Anche in quel caso, però, il progetto di far ricandidare la moglie Maria Carmen Lorusso al Comune è stato interrotto da un’ordinanza cautelare, che ha portato lui in carcere e lei ai domiciliari. Lorusso dalla scorsa estate era molto attiva con “Sud al centro” di Sandro Cataldo e nei suoi confronti aveva speso parole di stima l’assessora Maurodinoia.

Il silenzio del governatore

Emiliano non ha commentato le notizie relative alle rivelazioni fatte da Pisicchio al pubblico ministero Claudio Pinto nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Né sarebbe a conoscenza di iniziative investigative che lo riguardano. I messaggi di quel fatidico 10 aprile, però, sono stati letti e riletti più volte e valutati insieme con un avvocato, comprese le risposte dell’allora commissario Arti. Tra le cose che quest’ultimo ha riferito nell’interrogatorio c’è anche il fatto che il governatore, parlando dei possibili sviluppi dell’inchiesta che lo riguardava, avrebbe fatto riferimento a fantomatiche fonti romane. Anche se l’ipotesi che qualcuno fuori da Bari fosse a conoscenza delle imminenti novità giudiziarie è quantomeno improbabile. In mezzo alla bufera politica, lunedì ci sarà un nuovo passo giudiziario. Ovvero la discussione della richiesta di annullamento dell’ordinanza cautelare per Pisicchio davanti al tribunale del riesame. In quella circostanza il suo verbale di interrogatorio potrebbe essere depositato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi