
Maurodinoia, soprannominata ‘lady preferenze’ per i risultati ottenuti sia nelle elezioni comunali a Bari nel 2019 sia nelle ultime elezioni regionali del 2020, sarebbe stata iscritta nel fascicolo dal 2019 anche grazie alle dichiarazioni di alcuni pentiti ed è citata in alcune intercettazioni disposte dalla procura. L’assessora in una nota: “Non ho ricevuto avvisi di garanzia, l’unica prova sarebbero i discorsi di persone che non conosco” – fonte: bari.repubblica.it
L’assessora ai Trasporti della Regione Puglia, Anita Maurodinoia (Pd), sarebbe tra gli indagati per voto di scambio politico-mafioso nell’inchiesta della procura di Bari che lunedì scorso ha portato all’arresto di 130 persone, tra cui l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e sua moglie Mari Lorusso, consigliera comunale a Bari.

L’iscrizione nel registro degli indagati di Maurodinoia risale a maggio 2019, ed è collegata anche alle rivelazioni di alcuni pentiti.

Maurodinoia, soprannominata ‘lady preferenze’ per i risultati ottenuti sia nelle elezioni comunali a Bari nel 2019 sia nelle ultime elezioni regionali del 2020, è citata in alcune intercettazioni disposte dalla procura sul voto di scambio.
“Rispetterò, ovviamente, tutte le determinazioni degli Organi inquirenti, consapevole della mia assoluta estraneità a qualsivoglia ‘combine’ elettorale o illecito di qualsiasi tipo”. Lo afferma in una nota Maurodinoia, dichiarando di aver appreso dell’indagine dagli organi di stampa. “Pur consapevole della delicatezza e segretezza che caratterizzano indagini di tal fatta, rappresento di non aver mai ricevuto in tutto questo tempo alcuna informazione di garanzia o notifica di qualsivoglia provvedimento giudiziario”. “Constato, da quel che mi è dato leggere – afferma ancora – che fonte di prova sarebbero intercettazioni tra persone che non conosco, le quali, oltre me, nominano, con disinvolta leggerezza, soggetti, anch’essi, non coinvolti nei tristi fatti agli onori della cronaca. Ciò evidenzio al solo fine di circoscrivere ed inquadrare la portata della presunta accusa a mio carico”. “Apprezzo, pertanto – conclude – la prudenza con la quale la Magistratura ha operato, e sta operando, che ha evitato, almeno fino ad oggi, le facili e stucchevoli strumentalizzazioni che, ferme restando le sacre prerogative della stampa, trovano terreno fertile in informazioni quali quella oggi diffusa”.
Maurodinoia era finita al centro delle polemiche nel 2020 quando il governatore Michele Emiliano, eletto per il secondo mandato alla guida della Regione, la aveva designata in giunta: all’epoca infatti era imputata per corruzione insieme con il marito Alessandro Cataldo nell’ambito di un’inchiesta su appalti dirottati alla Provincia all’epoca in cui era vicepresidente dell’amministrazione provinciale barese. Un processo dal quale entrambi sono usciti prosciolti nel 2022.

Resta indagato invece il marito Sandro nell’ambito di una inchiesta giudiziaria sui voti comprati a Triggiano. L’assessora non è indagata ma era il coniuge, secondo la Procura di Bari, a tirare le fila di un sistema di compravendita di voti finalizzato a far rieleggere il sindaco uscente Antonio Donatelli – di centrosinistra – nella tornata elettorale dell’ottobre 2021.