
Sembra una città assuefatta all’inciviltà imperante, una pericolosa rassegnazione a cui non dobbiamo piegarci. Nuove generazioni lasciate libere di infrangere le regole più elementari della civile convivenza. Genitori e istituzioni sono vittime della straripante maleducazione giovanile, oppure sono conniventi responsabili di un sistema educativo disarmato, fallimentare e impotente?
Certo è che ogni sera in questa decadente città si festeggia qualcosa, si esplodono fuochi d’artificio non autorizzati e si beve a volontà senza preoccuparsi di raccogliere le bottiglie a festeggiamenti conclusi. Anzi, è meglio lanciarle sul muro e frantumarle, perchè è ancora più divertente e fuori misura. Questo è il quadro della situazione quasi ogni mattina in via Binetti e su via Cozzoli. Non si può escludere che dopo i festeggiamenti alcuni giovinastri ubriachi, e in branco, partano per spedizioni punitive, così, giusto per divertimento.
Gli ultimi gravi episodi di piazza Moro e Piazza V.Emanuele ci dicono chiaramente che c’è un fenomeno di devianza sociale, prima ancora che criminale, che sta crescendo pericolosamente in città. Ai ben noti protagonisti della baby gang e loro seguaci, figli d’arte, e non, si aggiungono adolescenti e giovinastri che con spirito emulativo si lasciano andare a comportamenti trasgressivi e violenti.
Prima che la situazione degeneri, o prenda una brutta piega, le istituzioni politiche e scolastiche locali si mettano intorno ad un tavolo per inventarsi e programmare campagne di comunicazione di educazione civica. E poi, massima allerta per la festa patronale perché potrebbe essere la situazione ideale per dare sfogo a queste pulsioni primordiali.
di Matteo d’Ingeo



