La Gomorra di Bari: su TikTok i figli di boss fra gite a Scampia e folli corse in moto e acquascooter

Al setaccio degli investigatori i video social che raccontano le giornate fra champagne e le corse sul litrale e nelle strade del capoluogo pugliese. Anche gli arresti vengono immortalati per essere pubblicati – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Hanno cognomi pesanti, che rimandano alla storia della criminalità organizzata barese, ma sui social si firmano con gli pseudonimi tratti da film come Romanzo criminale e Gomorra: sono i rampolli dei clan e le nuove leve che stanno conquistando spazio in alcuni quartieri della città, e che tramite Instagram e TikTok documentano le loro attività e lanciano messaggi. Risalire ai loro profili non è facile, proprio perché gli account sono aperti con nomi d’arte, ed è anche per questo motivo che le forze dell’ordine riescono a monitorarli fino a un certo punto.

Il fermento al San Paolo

Analizzando i social, però, si scoprono cose interessanti e si trovano anche le tracce dei fermenti criminali in certe zone. In primis il San Paolo, dove il 22 agosto il 45enne Domenico Franco è stato picchiato brutalmente e ferito alle gambe a colpi di pistola per poi essere trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di zona. Stando alle prime ricostruzioni fatte dai carabinieri e dalla Dda, Franco è esponente di primo piano del clan Strisciuglio, che stava prendendo spazio nel quartiere, dove il pentimento dei fratelli Donato Arcangelo Telegrafo ha provocato confusione e possibilità di affermazione. La sua ascesa potrebbe non essere andata giù a qualcuno oppure potrebbe essere stato lui stesso a cercare un chiarimento, poi degenerato, con altre persone operative sul territorio. Stando alle voci di popolo, a punirlo sarebbero state persone del posto non contente del suo tentativo di inserirsi in quella piazza.

I fuochi d'artificio nel centro di Bari
I fuochi d’artificio nel centro di Bari 

Gli arresti in diretta

Al di là dell’episodio in sé, di certo c’è che il San Paolo è da mesi ostaggio di gruppi di giovanissimi che girano armati, consumano droga in grande quantità e spaventano la popolazione. Molte delle loro gesta sono documentate su TikTok, dove ormai è consuetudine pubblicare anche i video degli arresti. L’ultimo è quello del 26enne finito in carcere il 6 agosto perché trovato in possesso di cocaina, una pistola, diversi caricatori e una ricetrasmittente. Il giovane è ripreso mentre sale sull’auto dei carabinieri ancora con la sigaretta in bocca, poi saluta e manda baci alle persone che lo osservano dietro i vetri. I commenti sono un fiorire di “Presto libertà” e auguri al “nostro leone” affinché ritorni velocemente a casa. Esattamente come quelli a margine del video di poche settimane prima, in cui un suo amico viene ripreso mentre in piena notte viene portato via da casa dalla polizia.

A tutta velocità

Ma a preoccupare è soprattutto la spregiudicatezza dei giovanissimi, che non esitano a pubblicare sui social anche episodi che hanno in sé notizie di reato. Dal profilo di uno dei rampolli degli Strisciuglio, per esempio, è possibile risalire alle gare di impennate tra scooter effettuate in zona Santa Rita in piena notte. In altri casi le competizioni avvengono sul lungomare di San Girolamo e qualche volta anche sul lungomare Nazario Sauro, fra l’Umbertino e Madonnella, senza tralasciare Japigia. Teatro delle gesta da centinaia di like dei giovani del gruppo di Eugenio Palermiti, alcuni dei quali direttamente imparentati con il boss.

Fra le caratteristiche che accomunano molti video in moto ci sono il mancato utilizzo del casco, la guida senza mani o in piedi sul sellino, le lunghe impennate, la presenza di armi addosso e soprattutto il fatto che il contachilometri – anche nelle immagini girate in pieno centro cittadino – supera i 120 chilometri orari. A dimostrazione del disprezzo per ogni regola e per la sicurezza delle persone, che spesso rischiano di essere travolte, come è accaduto il 30 luglio a Gaetano De Felice (una delle tre vittime sulle strisce pedonali a Bari in questa estate), ucciso da una moto guidata da un ventenne senza patente.

E se i ragazzini puntano a ottenere like con le impennate su strada, ai più adulti piace immortalarsi alla guida delle moto d’acqua: un mezzo particolarmente amato da pregiudicati e loro familiari. In bella mostra vengono postate su Internet anche audaci acrobazie, come in un video pubblicato da uno dei Vavalle (altra storica famiglia del San Paolo, sotto costante osservazione da parte delle forze dell’ordine), che impenna con uno scooter d’acqua portando a bordo altri tre amici.

Detenuti idolatrati

A postare foto e video con i parenti in carcere sono soprattutto mogli e compagne, che in alcuni casi mostrano di aver ricevuto dai congiunti videochiamate certamente non non autorizzate da chi di dovere. E anche i figli d’arte non esitano a celebrare genitori più o meno famosi, come un rampollo di casa Parisi che dopo l’omaggio al padre detenuto da anni chiama a raccolta i suoi: “Per vincere in tempo di guerra ci vogliono sacrifici, perciò armiamoci tutti quanti e facciamoli“.

Lo stesso fa un giovanissimo Capriati, rimasto l’unico della famiglia in libertà, ansioso di difendere la reputazione del suo cognome mostrando mazzi di banconote e batterie di fuochi d’artificio esplosi dalle piazze di Bari vecchia. Anche in questo caso – così come per il video del Capodanno a Japigia – l’accensione dei petardi avviene sotto l’occhio del telefonino e nella pubblica via, in barba a ogni norma di sicurezza.

Gomorra style

Soldi a profusione nei video degli aspiranti boss, che scimmiottano le movenze di Genny Savastano Ciro “l’Immortale”, vestendo Balenciaga, Versace e portando “la pistola nella Gucci”, come canta il neomelodico catanese Niko Pandetta, vicino al clan Santapaola. E poi champagne a fiumi e del più costoso (dal Krug al Moet, chiamato “Moetto”), sia nei locali sia nelle case. E feste nei campetti da calcio o nelle strade chiuse al traffico, con tanto di neomelodici e torte con le pistole di pasta di zucchero. Senza dimenticare le immancabili gite a Scampia: nei profili degli uomini che vogliono incutere rispetto non possono mancare le foto sotto Le Vele. Perché anche la vacanza – per chi studia da criminale – deve anche essere istruttiva.

 

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