Sicurezza urbana, rispetto delle regole e dei beni comuni, un trinomio inscindibile

 fonte:  Matteo d’Ingeo – Febbraio 2024 l’Altra Molfetta   –   Prima parte

Un grande progetto di educazione al rispetto delle regole, tra “influencer” e “politici”

Seguendo il consiglio comunale del 24 gennaio scorso, tra le tante cose dette e ridette, mi ha incuriosito un intervento di una consigliera di maggioranza che ha bacchettato, come una maestrina d’altri tempi, alcuni consiglieri discoli di minoranza che chiedevano le dimissioni del sindaco e dell’assessora alla sicurezza. Detta consigliera è andata ben oltre l’immaginabile sviluppando un’ardita lezione civica sulla differenza tra un influencer e un politico: “L’influencer cerca il facile consenso, il politico una responsabile soluzione dei problemi; l’influencer prima agisce e poi capisce, il politico prima capisce e poi agisce”.

A parte questo discutibile pensiero, nei suoi quindici minuti d’intervento ha frullato alcuni fatti di cronaca degli ultimi trent’anni, ricavandone un brodo primordiale utile a dimostrare, a suo dire, che il problema della sicurezza è sempre esistito a Molfetta; quindi le opposizioni che oggi chiedono le dimissioni degli amministratori, in seguito ai fatti di Capodanno, perché, in passato, non hanno chiesto le dimissioni degli amministratori di turno per fatti criminali molto più gravi?

A tal proposito ha fatto riferimento allo spaccio della droga degli anni ’90, agli “spari tra le bancarelle del mercato settimanale” (forse si riferiva all’omicidio Fiore?), alla devastazione della Piazza Minuto Pesce, l’omicidio di “un sindaco” (forse Carnicella?), incendi di auto, devastazioni, una città “far west” che faceva paura, a suo dire, e che oggi grazie ai suoi amministratori (“che studiano e poi agiscono”) è diventata più vivibile. Ma la sua è una memoria senza vissuto.

Insomma un intervento di difesa ad oltranza dell’operato del sindaco che meriterebbe un consiglio comunale monotematico proprio sul tema dell’opportunismo politico, di cui la stessa consigliera è portatrice, dal momento che fino a qualche mese fa i suoi interventi non erano stati molto elogiativi nei confronti del primo cittadino. 

Soggetti socialmente pericolosi

Al di là del teatrino politico e dello sciacallaggio politico (accusa rivolta all’opposizione), la consigliera inconsapevolmente ha portato nella massima assise cittadina degli elementi su cui poi nessuno è intervenuto e che ha un nesso inscindibile con “il manipolo di idioti o la manciata di balordi” (sempre parole della stessa consigliera) protagonisti dei fatti del Capodanno a Molfetta.

Ha ragione lei, nella nostra città i fenomeni delinquenziali che si sono manifestati nel tempo, prima e dopo l’omicidio del Sindaco Carnicella, sono stati di diversa natura, dalla microcriminalità si è passati alle associazioni criminali famigliari dedite allo spaccio di droga, agli omicidi, rapine, furti, incendi dolosi e attentati dinamitardi, ecc, ecc; ma di tutto questo non mi è mai capitato di sentirne parlare da lei o da qualche altro consigliere di maggioranza.

Nessun accenno sul grave episodio che ha portato alle dimissioni dell’assessora Germano, in seguito all’arresto del marito considerato dagli inquirenti “un soggetto socialmente pericoloso, dedito abitualmente a condotte delittuose, con precedenti penali per truffa e falso e condannato con plurime sentenze irrevocabili per ricettazione, falso e furto aggravato in concorso”.

Un fatto molto grave. E il primo cittadino poteva non essere al corrente della storia della famiglia Germano-Carrara? Ancora oggi mi chiedo come, un sindaco, abbia potuto nominare in Giunta Comunale una sconosciuta per il popolo molfettese, senza alcun titolo specifico o competenza amministrativa, residente nel territorio di Bitonto e moglie di un signore ritenuto dal Tribunale di Bari “per le sue condotte, socialmente pericoloso”?  

E la nostra consigliera moralizzatrice tace anche sul fatto che la signora Carmela Germano è uscita dimissionaria dal portone del palazzo di città ed è rientrata dalla finestra come consigliera comunale, oggi appartenente al suo grande gruppo politico “Insieme per la città”? Ma chi è Carmela Germano e di quali interessi è portatrice?

E vogliamo parlare di una ex consigliera comunale, della stessa area politica, che nel marzo 2021 postò sul suo profilo FB un video musicale in cui c’era il fratello, accompagnato da pregiudicati e il cantante rapper Arnone che si esibiva in una scenografia fatta di armi, soldi, droga e macchine di lusso? Insomma tra l’attuale e vecchia amministrazione ci sarebbe ancora tanto da spigolare. 

Qui comandiamo noi 

Ma torniamo ai gravi fatti di piazza V. Emanuele. E’ utile ribadire ciò che è stato dichiarato in aula dalle opposizioni a proposito delle gravi responsabilità dell’amministrazione sulla mancata attività di prevenzione che avrebbe dovuto mettere in atto il sindaco. Dopo le scritte del “Qui comandiamo noi”, apparse in via Sergio Pansini nell’agosto del 2021, il sindaco T. Minervini dichiarava che: “la prepotenza di queste parole è stata cancellata con l’affermazione dello Stato. Ho personalmente richiesto l’intervento di rimozione della scritta. A Molfetta comandano le leggi dello Stato e le Istituzioni democratiche”.

Abbiamo capito allora che lo Stato si era limitato ad affermarsi con la rimozione della scritta, nonostante nel mese di maggio 2021 tre agenti di Polizia Locale erano stati oltraggiati e minacciati. Nella stessa piazza nelle settimane successive avvenivano altri episodi di teppismo con spettacoli pirotecnici quasi quotidiani fino alla notte di Capodanno 2021-22 in cui sono avvenuti altri gravi episodi criminali.

L’amministrazione comunale diffuse un comunicato stampa in data 3.1.2022 in cui, tra le altre cose, si affermava: “I filmati delle telecamere di videosorveglianza oltre a quelli di privati cittadini, stanno consentendo l’identificazione di tutti i protagonisti. Dovranno rispondere – conferma l’assessore alla sicurezza, Maridda Poli – di danneggiamento sempre che, nel prosieguo delle indagini, coordinate dalla Polizia locale, non emergano ulteriori reati. Le indagini sono finalizzate anche alla individuazione di ulteriori complici”. “Episodi come quello dell’altra notte – sottolinea il Sindaco, Tommaso Minervini – vanno combattuti alla radice. Ecco perché stiamo mettendo in fila i vari episodi che sono concentrati in determinate zone e con protagonisti più o meno isolati e individuati, tali da poter connotare una fattispecie di reato ben più grave del danneggiamento”. Anche in questo caso, alle parole non sono seguiti i fatti.

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