
l suo corpo è stato trovato nel pomeriggio di ieri 16 febbraio dopo che il presunto assassino, Onofrio De Pasquale di 29 anni, si è costituito ai carabinieri e ha confessato il delitto – fonte:bari.repubblica.it
Si stringe il cerchio intorno al movente che avrebbe spinto Onofrio De Pasquale, 29enne originario di Bisceglie ma residente a Molfetta da anni, a uccidere Dario De Gennaro, 23enne del quale si erano perse le tracce nel primo pomeriggio di giovedì 15 febbraio e ritrovato senza vita venerdì sera nell’appartamento in fase di ristrutturazione al primo piano di una palazzina in via Immacolata 27, di proprietà dello stesso De Pasquale.

Nelle prime ore di indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani, i carabinieri hanno concentrato le loro attenzioni in particolare sul settore dello spaccio di stupefacenti. Il delitto sarebbe avvenuto al culmine di una accesa discussione, forse legata a traffici illeciti, avvenuta tra i due nell’appartamento del 29enne nel quartiere Immacolata.
Il cadavere di De Gennaro è stato trovato riverso sul pavimento dell’immobile e nei prossimi giorni sarà sottoposto ad autopsia nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari (l’incarico sarà ufficalmente assegnato lunedì 19 febbraio). De Gennaro è stato ucciso con diverse coltellate tra collo e torace. Conosceva da tempo il suo assassino, assicurano i residenti in zona. De Pasquale, che nella giornata di venerdì 16 febbraio si era presentato in caserma per confessare il delitto, «è completamente sconvolto e turbato per quanto accaduto» come spiegato dall’avvocato Dario Iurlaro, che con il collega Giacomo Piepoli difende il presunto omicida.
L’uomo ora è in carcere a Trani. «Sta collaborando con gli inquirenti fornendo informazioni utili alla ricostruzione dell’accaduto – assicura Iurlaro – ha risposto a tutte le domande in sede di interrogatorio e ora aspettiamo l’evolversi delle indagini».
Sconvolta la comunità cittadina. «Non è possibile che un diverbio, un malinteso, un contrasto possano annientare una vita umana. Non doveva accadere. Questo evento scuote profondamente le fondamenta della nostra comunità, gettando un’ombra di dolore e tristezza su tutti noi. Nel nostro cuore la prima reazione è di sconcerto» commenta il vescovo della diocesi di Molfetta, monsignor Domenico Cornacchia.
«Quando un uomo uccide un altro uomo è il fallimento non di una sola persona ma di tutta una comunità intera. Siamo tutti responsabili» aggiunge don Paolo Malerba, sacerdote della parrocchia della Immacolata che si trova a pochi passi dall’appartamento in cui è avvenuto il delitto. «Non cediamo alla logica della morte – è l’invito del parroco – il quartiere dell’Immacolata è da tutti disprezzato per problematiche legate al degrado sociale ma è vissuto anche da tantissima brava gente, lavoratori, bambini che giocano per strada».