Sicurezza urbana, rispetto delle regole e dei beni comuni, un trinomio inscindibile – terza ed ultima parte

Il Comitato Comunale

Nell’ultimo incontro del “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”, dell’11 giugno 2019, avevo presentato una riflessione sulla situazione molfettese e una serie di proposte che erano già state presentate nel lontano marzo 2016, con altra amministrazione. In quella seduta avevo sollecitato, in veste di vicepresidente, una convocazione urgente del Comitato prima delle ferie estive per dare operatività a questo organismo mettendo in pratica le proposte. Da allora il vecchio presidente Piergiovanni non ha mai più convocato il Comitato, tant’è che dopo aver atteso vanamente per un anno la convocazione, nel 2020 mi sono dimesso dalla carica di vicepresidente. Dopo Piergiovanni anche il nuovo presidente Amato ha fatto la stessa cosa. Entrambi non hanno mai dato una giustificazione, o una qualsivoglia motivazione, per questa grave omissione.

Il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali” rientra tra gli “organi collegiali ritenuti indispensabili, dal Consiglio Comunale, per la realizzazione dei fini istituzionali dell’Amministrazione”. Le finalità del Comitato sono ben delineate nell’art. 2 del suo Regolamento che così recita: “Il Comitato assiste il Consiglio Comunale e la Giunta Municipale nell’analisi e nel monitoraggio di fenomeni delinquenziali, in particolare microdelinquenza, criminalità organizzata, narcotraffico e usura”. Probabilmente questo “Comitato” viene considerato d’intralcio ai manovratori di turno; dopo essere stato chiuso nel cassetto per decenni e snaturato dall’amministrazione Natalicchio nel 2014 grazie ad un incomprensibile emendamento di Rifondazione Comunista. Ancora oggi sembra non essere gradito alla politica. Si abbia allora il coraggio di dirlo pubblicamente.

I consigli scomodi 

Le proposte operative fatte in passato sono ancora attuali e sempre rivedibili; vorrei sottoporle ancora una volta all’attenzione dei cittadini e dei politici stessi, e chissà che qualcuno le recepisca. Queste le proposte:

1) – Prolungamento orario di servizio della Polizia Municipale fino alle ore 24; pattugliamento ore notturne di Carabinieri e Guardia di Finanza, in coordinamento con le società di vigilanza privata. Organizzazione di un servizio di video controllo notturno coordinato tra la Polizia Locale e le altre forze dell’ordine.

2) – Visto il crescente bisogno di sicurezza nella città, si propone di creare dei turni di prevenzione e controllo di quartiere, alternando e privilegiando ogni due giorni un diverso quadrante di città.

3) – Potenziamento della video-sorveglianza comunale con co-affidamento del controllo del sistema alle Forze dell’Ordine presenti in città oltre che alla Polizia Municipale; coordinamento della video-sorveglianza privata con incentivi a chi la installa.

4) – Creazione della “cassettina della legalità”, presso il palazzo di città, dove si possono imbucare messaggi o segnalazioni anonime riguardanti situazioni di pericolo e di illegalità diffusa, creazione di un indirizzo mail e/o applicazione per le segnalazioni.

5) – Creazione banche dati e statistiche: incendi, rapine, furti in appartamento, furti d’auto, omicidi, tentati omicidi, spaccio di stupefacenti, reati contro il patrimonio, reati ambientali, abusivismo edilizio, abusivismo amministrativo, vandalismo, ecc. Tali dati serviranno a monitorare il territorio dopo le eventuali iniziative di prevenzione.

6) – Creazione e pubblicazione elenco di tutti i permessi e autorizzazioni per occupazione di suolo pubblico per un controllo civico delle stesse.

7) – Promozione del rispetto di tutte le norme e regole di civile convivenza, con campagne promozionali nelle scuole; promozione di progetti di prevenzione della devianza minorile, anti-dispersione scolastica, cittadinanza attiva e prevenzione bullismo in collaborazione con le scuole.

8)–Promozione di progetti di inclusione sociale per ex detenuti e non mero assistenzialismo.

9) – Coordinamento dei presidi sanitari esistenti sul territorio per prevenire l’uso di sostanze stupefacenti e dipendenze in genere.

10) – Creazione di un decalogo della legalità da promuovere in città e nelle scuole – Dieci consigli scomodi di cittadinanza attiva:

  1. Adottare nei luoghi di lavoro, e della quotidianità sociale, comportamenti ispirati a principi etici di legalità.
  2. Imparare a conoscere e rivendicare, nei rapporti con la pubblica amministrazione, i propri diritti e non mendicarli come favori.
  3. Evitare di frequentare quei politici che hanno amicizie coinvolte nel malaffare.
  4. Non votare quei politici che sono stati coinvolti in procedimenti giudiziari per voto di scambio, corruzione, evasione fiscale e/o altri gravi reati.
  5. Non comprare merce di dubbia provenienza, chiedere sempre fatture e ricevute fiscali, rifiutando l’arroganza dell’evasione.
  6. Se hai difficoltà economiche salva la tua dignità, chiedi aiuto a chi ti vuole bene per non cadere nella trappola degli usurai.
  7. Non comprare frutta e verdura da commercianti abusivi o che gestiscano strutture comunali senza aver partecipato a bandi pubblici per la loro concessione.
  8. Spiegare a chi fa uso di droghe che lui si rovina e la criminalità si arricchisce sulla sua pelle.
  9. Collaborare con gli inquirenti se assistiamo a fatti criminosi .
  10. Non chiedere mai agli altri cosa fanno per migliorare la tua città, ma chiedilo prima a te stesso.

Queste sono solo proposte, anche provocatorie, che possono essere discusse e cambiate. Mai nessuno ha fatto altre proposte all’interno del Comitato. Oltre ai possibili contenuti offro al sindaco, e ai consiglieri comunali interessati, anche l’indicazione per possibili finanziamenti per realizzare il pacchetto di proposte.

Le regole creano spazi di libertà

Per la parte più prettamente educativa e di promozione si potrebbero utilizzare i 21.000,00 euro giunti al comune dal Ministero degli Interni come “Fondo per la legalità e per la tutela degli amministratori locali”, deliberato dalla Giunta Comunale in data 22.12.2023 con delibera n.281. Al punto due del deliberato si parla di “promozione della cultura della legalità attraverso iniziative presso istituti scolastici o altri luoghi educativi che sviluppino la riflessione sui valori morali a tutti i livelli all’interno della comunità”.

Bene, le buone intenzioni ci sono, la situazione cittadina lo richiede, i soldi ci sono, allora si convochi subito il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali “ con la procedura dell’avviso pubblico urgente, rivedendo il regolamento e dando più legittimità ai rappresentati della società civile, si appronti una campagna di educazione alla legalità e del rispetto delle regole che duri anche qualche mese.

Dopo dovrebbe seguire un periodo di avviso preventivo alla possibilità di essere sanzionati rispetto ad una regola data, e poi una fase di tolleranza zero per qualsiasi illegalità diffusa. Tutto questo deve essere ripetuto ciclicamente nel tempo fino a quando la regola, generalmente vissuta come costrizione e imposizione, deve diventare ciò che realmente è, uno strumento che crea spazi di libertà.

Così intesa la regola non necessita più di progetti straordinari che ne tutelino il rispetto e la sua applicabilità, ma la regola deve diventare parte fondante di un più ampio progetto civico. I cittadini, rispettando regole condivise, possono trasformare i beni comuni in spazi dove la civile convivenza, il decoro urbano, il rispetto degli altri, e dell’ambiente, diventano “valori”.

Matteo d’Ingeo – 31.01.2024

fonte:  Matteo d’Ingeo – Febbraio 2024 l’Altra Molfetta   –   prima parte

                                                                                             –   seconda parte

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