Scontro fra treni, il giallo dei 20 milioni della Regione Puglia a Ferrotramviaria per la sicurezza

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fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca/2016/07/17/ –  di ANTONELLO CASSANO

Come sono stati spesi quei 20,5 milioni di euro che la Regione ha messo a disposizione di Ferrotramviaria nel 2014 per aumentare i sistemi di sicurezza? Questa la domanda su cui ruota una parte dell’inchiesta di Trani sul disastro ferroviario della Andria-Corato. E’ questa la domanda cui si cerca di dare risposta anche negli uffici della Regione. Quel che certo è che molte cifre non tornano e il timore è che quei fondi siano stati utilizzati per lavori sul Grande progetto di adeguamento della Bari-Barletta, la linea gestita dalle Bari Nord.

È il 16 luglio 2014, esattamente due anni fa, quando l’allora assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini (riconfermato nello stesso ruolo dal successore di Nichi Vendola, Michele Emiliano, nel 2015) con un comunicato stampa annuncia lo stanziamento di 80 milioni di euro provenienti da fondi Fesr e destinati alla sicurezza, 13 dei quali per le Ferrovie del Gargano. “Sostanzialmente – fa sapere Giannini – dotiamo tutti i binari e tutte le motrici di un sistema (Scmt, sistema controllo marcia treni) per linee e treni, che possono dialogare tra loro durante la marcia dei convogli, determinando in modo automatico frenature, accelerazioni, rallentamenti e fermate in caso di emergenza“.

Guarda caso, l’Scmt è il sistema che avrebbe potuto evitare la tragedia sulla Andria-Corato, dove la sicurezza era affidata a fonogramma e chiamata telefonica tra le stazioni vicine. A due anni di distanza da quel comunicato stampa non si sa come Ferrotramviaria abbia speso quei fondi sulla sicurezza, la cui storia non è lineare. Sono due le delibere chiave per conoscere il loro percorso: la 547 del 2 aprile 2014 e la 1.450 del 10 luglio dello stesso anno. In quest’ultima si spiega perché il raddoppio della Andria-Corato viene escluso dai lavori effettuabili con la vecchia programmazione 2007-2013: “È risultato che l’acquisizione dei pareri richiesti dalle norme vigenti ha determinato un allungamento imprevisto della fase istruttoria”, comportando una suddivisione del progetto in due lotti.

Il secondo lotto, con il raddoppio, viene rinviato alla programmazione 2014-2020. Diverso il contenuto della prima delibera, la numero 547, che serve a riprogrammare risorse liberate dalla programmazione europea 2007-2013 per la realizzazione di sistemi di sicurezza per un importo totale di 83 milioni di euro. Questo importo viene così diviso: 43,5 milioni di euro vanno alle Ferrovie Sud Est per interventi di sicurezza a bordo e a terra, 13 milioni vanno alle Ferrovie del Gargano, 6 alle Appulo Lucane e 20,5 alla Ferrotramviaria (14 circa per interventi di sicurezza in impianti a terra e i restanti per interventi a bordo).

Questa delibera è però in contraddizione con il comunicato stampa di qualche mese dopo in cui si parla di 80 milioni (e non 83), 13 dei quali assegnati a Ferrotramviaria. A parte questo, resta comunque da capire come la Bari Nord abbia speso quei soldi. Nei giorni scorsi l’assessore Giannini, intervistato da Repubblica, in merito alla mancata spesa in sicurezza sulla Andria-Corato da parte dell’azienda ha dichiarato: “Non ho gli strumenti tecnici per contestarli. Probabilmente aspettavano che si completasse il raddoppio da Corato a Andria prima di agire“.

E le altre concessionarie? Le Ferrovie del Gargano, per esempio, nel 2014 hanno avuto dalla Regione 13 milioni di euro da investire in interventi di sicurezza a bordo e a terra. Quei soldi – dicono in azienda – sono stati tutti utilizzati e sono serviti anche ad attrezzare con Scmt 85 dei 95 chilometri gestiti dalla concessa garganica. Accade lo stesso anche sulle Appulo-lucane che ha speso quasi tutti i fondi.

Ora resta da capire come la Ferrotramviaria ha investito i suoi 20,5 milioni di euro dal 2014 a oggi. Il timore è che quei soldi siano stati utilizzati su altri lavori del Grande progetto di adeguamento ferroviario della Bari Nord che prevede 19 linee di intervento. Quel che è certo è che i controlli sui transiti dei treni lungo il binario unico Andria-Corato correvano su un filo telefonico. Forse troppo poco per garantire la sicurezza ed evitare la strage di martedì scorso.

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