fonte: http://bari.repubblica.it – di VITTORIO RICAPITO
Si nascondeva insieme con la compagna in un albergo della riviera romagnola, Cosimo De Leonardo, 63 anni, l’ultimo latitante dell’operazione ‘Città nostra’ arrestato dalla polizia a Igea Marina, in provincia di Rimini. La sua latitanza è durata quasi un mese. De Leonardo è stato fermato dagli uomini della squadra mobile nella hall dell’albergo in cui era registrato con documenti falsi validi per l’espatrio.
L’uomo, ha fatto sapere la polizia, è rimasto stupito di essere stato rintracciato: inizialmente, pensando di farla franca, ha mostrato agli agenti il documento di identità contraffatto. Poi però, avendo capito di essere stato scoperto, ha confermato le sue generalità e si è complimentato con i poliziotti.
Anche il figlio, Pasquale De Leonardo, 43 anni, era sfuggito al fermo disposto dalla procura antimafia il 21 giugno scorso ma la sua latitanza era durata di meno: rintracciato il 2 luglio in una villetta nella zona di Lama a Taranto, è finito in carcere. Padre e figlio sono accusati di associazione mafiosa per aver fatto parte del clan riconducibile a Cosimo Di Pierro, un’associazione criminale ritenuta parte della Sacra corona unita ma che utilizzava rituali di affiliazione della ndrangheta.
Il 21 giugno scorso la procura distrettuale antimafia di Lecce ha disposto il fermo di 37 persone indiziate di reati come associazione di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, rapina aggravata, detenzione illecita di armi clandestine, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamento aggravato dal metodo mafioso e altro.
“Taranto è nostra” ripeteva il boss con le nuove leve della mafia ignaro di essere intercettato. Nelle intercettazioni anche il rito di elevazione al grado di ‘santa’ per Cosimo Di Pierro, concesso da Ignazio Taurino, indiscusso boss col grado mafioso più alto a Taranto.