Dopo la sentenza della prima sezione civile della Corte d’appello di Bari, del maggio scorso, che ha dichiarato fallita la Ciccolella spa, oggi alle 11,30 presso il Tribunale di Trani, si procedera’ alla vendita senza incanto del 100% della societa’ G.C. Partecipazioni del Gruppo Ciccolella. Il prezzo base e fissato nella misura di 8.500.000 euro, con un rilancio minimo di 400.000,00 euro. In caso di mancata presentazione di offerte si procederà a tre successivi tentativi di vendita senza incanto che sono stati fissati presso la sede di Trani per il 23 agosto con prezzo base di 6.400.000,00 euro con un rilancio minimo di 300.000,00 euro, il 26 agosto con 4.300.000,00 euro con un rilancio minimo di 200.00,00 euro e il 30 agosto con un prezzo base di 2.150.000,00 euro e con un rilancio minimo di 100.000,00 euro. Insomma una vera e propria svendita di “fine stagione”.
La “G.C. Partecipazioni Società Agricola (S.a.r.l.)” è stata una società agricola interamente di proprietà della “Ciccolella Holding S.p.A.“, controllata a sua volta al 100% dalla principale società controllante “Ciccolella S.p.A.” e beneficiaria nel 2007 di aiuti CIPE (Contratti di Programma) per ben 52 milioni di euro. La “G.C. Partecipazioni Società Agricola (S.a.r.l.) aveva rilevato l’intero ramo aziendale — ivi compreso il progetto d’investimento de quo — della società “Nuova Biozenit S.p.A.” (anch’essa controllata interamente dalla “Ciccolella Holding S.p.A.”) che era stata precedentemente indicata come la beneficiaria degli aiuti. Pertanto, a seguito di questa riorganizzazione intragruppo, il beneficiario finale degli aiuti, stabilito nel contratto di programma definitivo, è la società “G.C. Partecipazioni Società Agricola (S.a.r.l.)”, che sarà quindi la società beneficiaria responsabile di realizzare l’investimento in una nuova zona (Puglia), diversa dalla zona indicata inizialmente (Calabria).
In passato i Ciccolella hanno ottenuto un primo contributo dal Cipe per 20 milioni nel 2004. Il sostegno, sollecitato dal ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano, riguardava il contratto di programma dell’area di Melfi. Nel 2009, ancora con Silvio Berlusconi premier, sono arrivati altri 17 milioni per il contratto di programma di Candela, in provincia di Foggia. Claudio Scajola era il ministro dello sviluppo economico. Nello stesso periodo la Alibio, controllata dalla società Fratelli Ciccolella, ha ricevuto altri 15 milioni di euro di fondi pubblici per la centrale a turbogas di Scandale. Oltre all’arresto di Corrado Ciccolella e al fallimento di Alibio, l’avventura calabrese ha provocato, fra l’altro, un grave danno erariale e nel mirino della magistratura sono finiti i presunti mancati versamenti dell’iva relativi a tre periodi d’imposta (2011, 2012 e 2013). Insomma il gioco delle “scatole cinesi” non funziona sempre e i difensori dei Ciccolella sarebbero pronti a dimostrare che nulla è stato nascosto al Fisco. Buon lavoro a tutti.
