Promemoria per i consiglieri di opposizione per la seduta del Consiglio Comunale del 28.06.2021

Il 16 novembre scorso ci fu un importante consiglio comunale dopo gli avvisi di garanzia partiti dalla Procura di Trani che indagava a vario titolo 23 persone tra amministratori comunali, funzionari e dirigenti di Palazzo di città, professionisti,  soci e referenti di alcune imprese.

Prima di quel consiglio comunale inviai una lettera aperta al sindaco per ricordargli la sua storia politica e per interrogarlo su varie questioni a cui avrebbe dovuto rispondere prima di rassegnare le dimissioni. Naturalmente quella lettera rappresentava anche una provocazione per i consiglieri comunali affinché utilizzassero le argomentazioni da me indicate per poter chiedere le dimissioni del sindaco a prescindere dalle vicende giudiziarie in corso.

A 7 mesi da quel consiglio comunale in cui le opposizioni, in particolare quelle di sinistra, non hanno colto al balzo il mio “assist” politico ci risiamo, domani c’è un nuovo consiglio comunale che rappresenta una fotocopia di quello convocato per il 16 novembre 2020. A differenza di quello di novembre, il consiglio comunale di domani ha un quadro politico-giudiziario molto più grave, gli avvisi di garanzia per alcuni sono diventati arresti e il numero di indagati, tra cui il sindaco, è raddoppiato. A questo si aggiungano le dimissioni di assessori e consiglieri comunali.

La speranza è che domani l’opposizione rinsavisca e metta in campo tutti gli strumenti che un consigliere comunale ha a sua disposizione per costringere il sindaco a fare dichiarazioni risolutive o a rassegnare le dimissioni. Ho letto da qualche parte che alcuni consiglieri si meravigliano che il primo cittadino non abbia fatto inserire all’odg del consiglio le sue comunicazioni sulla situazione politico-giudiziaria. Il compito di un consigliere di opposizione non è quello di denunciare prima o dopo un consiglio comunale le stranezze del sindaco, ma di denunciarle e argomentarle durante un consiglio anche in mancanza di un odg specifico con annuncio di fatti gravi e presentazione di ordini del giorno. Domani rispettando il Regolamento interno del C.Comunale l’opposizione potrebbe tener banco per tutto il pomeriggio prima ancora di entrare nel merito dei punti all’o.d.g previsto in convocazione.

Ho pensato allora di riproporre la stessa lettera aperta del 16 novembre, con i dovuti aggiornamenti, sperando che qualche consigliere faccia proprie, non dico tutte, ma almeno qualcuna delle numerose argomentazioni proposte. 

Nuova lettera  aperta al sindaco e ai consiglieri di opposizione

Domani potrebbe cambiare il destino politico della città di Molfetta, lo stesso destino che ineluttabilmente si ripresenta tra un corso e ricorso storico. Questa volta siamo nelle mani di un uomo che attraverso una comunicazione video ha annunciato alla città (a novembre 2020) di aver avuto il primo avviso di garanzia della sua lunga carriera politica. Nulla da eccepire sulla onestà e rettitudine morale personale, ma la politica spesso scalfigge le buone qualità innate per lasciar spazio a situazioni di accomodamento. Circostanze che sfuggono alla propria volontà o sono sospinte da inarrestabili ambizioni personali di voler raggiungere, con ogni mezzo, posti di comando o posizioni migliorative del proprio status.

Chi ha memoria storica ricorderà il promettente politico Tommaso Minervini, eletto nella maggioranza del sindaco Guglielmo Minervini che nelle prime sedute di consiglio comunale comincia già a battere i piedi, come un bimbo capriccioso, per ottenere una collocazione migliore rispetto a quella di consigliere comunale. Fu promosso sul campo, diventò il presidente dell’Azienda Municipalizzata di Igiene e Trasporti Urbani, dal novembre 1994 all’ottobre 1996. Ma non contento, la sua ambizione lo porta a ottenere la nomina di Vice Sindaco e Assessore al bilancio, finanze, contratti e appalti, dall’ottobre 1996 maggio 1998. Nel maggio 2001 giunge il coronamento della sua più grande ambizione, diventò sindaco della città e mantenne la sua poltrona fino al marzo 2006, quando la sua scellerata alleanza con la destra ebbe fine. Quindi, il dichiarato uomo di sinistra, di formazione socialista, a seconda delle circostanze politiche ritiene di poter amministrare una città scegliendo di volta in volta, e senza scrupoli, il miglior offerente, che sia di sinistra o di destra non importa. La cosa più importante è la sua poltrona e il suo status.

Ma questo suo modo di governare fatto, allo stesso tempo, di competenza giuridico-amministrativa e di deleghe sul campo a terzi, lo ha portato all’odierna grave situazione risucchiato negli ingranaggi di una indagine giudiziaria che potrebbe diventare più grande di quanto ci viene raccontato dalla stampa. In passato, durante il suo primo mandato di sindaco, la sua amministrazione fu coinvolta in un’altra indagine da parte della Procura di Trani; una brutta indagine che portò alla condanna di figure apicali della Polizia Municipale e l’assoluzione di altri agenti e assessori. Ma quando all’interno di una amministrazione comunale si permette al vice comandante della Polizia Municipale di creare situazioni di mercimonio sulle multe amministrative, chiedendo ai giudici il patteggiamento, vuol dire che i fatti sono avvenuti e il sindaco Tommaso Minervini non poteva non sapere. Delle due l’una, o era un pessimo sindaco e non sapeva cosa avveniva nei suoi uffici, oppure faceva finta di non sapere pur di rimanere seduto al suo posto.

Il sindaco Tommaso Minervini, a novembre scorso, si vantava di non aver mai ricevuto alcun avviso di garanzia e quello notificatogli era il primo (oggi è indagato con tante altre persone), ma questo non vuol dire che è stato sempre un buon amministratore. Anche nel processo sul porto di Molfetta, non è mai stato indagato (forse i suoi reati erano già prescritti?) ma lui dal 2004 al marzo 2006 è stato il primo responsabile degli atti amministrativi propedeutici che portarono all’approvazione del progetto del nuovo porto finito poi sotto processo.

A tal proposito è utile ricordare che nel mese di luglio 2004, parallelamente al procedimento della costruzione del nuovo porto di Molfetta, la Giunta Comunale aveva avviato un altro procedimento per la bonifica dei fondali interessati ai lavori del porto. Con delibera di G.C. n. 296 del 1.7.2004, il sindaco Tommaso Minervini, approvava un progetto d’indagine finalizzato ad individuare eventuali ordigni bellici e materiali ferrosi in tutta l’area portuale interessata ai lavori per la costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta e al relativo dragaggio.

I lavori vengono appaltati e affidati all’ATI Lucatelli s.r.l; tutto procede secondo cronoprogramma fino a quando in data 02.01.2006 l’ATI Lucatelli s.r.l., fa richiesta di sospensione del servizio essendo impossibilitata a proseguire avendo individuato una nuova zona particolarmente intasata, detta “zona rossa”, di superficie mq.118.000 circa, in cui si è scoperto una concentrazione subacquea di ordigni residuati bellici di vario genere, scaricati in mare nel dopoguerra, di notevole entità, dell’ordine delle centinaia di unità. Su questo piccolo dettaglio è stato costruito buona parte dell’impianto accusatorio del processo sul nuovo porto commerciale in cui Tommaso Minervini non è entrato ma ha grandi responsabilità politico-amministrative. Lui e l’Ing. Vincenzo Balducci, che ha poi continuato l’opera con il sindaco Antonio Azzollini, erano a conoscenza delle centinaia di ordigni bellici presenti nella area portuale interessata ai lavori e non hanno mai fatto nulla per interrompere i procedimenti amministrativi per l’approvazione del progetto definitivo per poi pagare la penale di ben € 7.800.000 in favore dell’ATI che costituisce danno ingiusto per il comune di Molfetta, in quanto trattasi di un maggior onere corrisposto a titolo di risarcimento. Ma il sindaco Minervini, esperto di bilanci, non ha molto curato e seguito la costituzione di parte civile del Comune di Molfetta nel processo, contro chi aveva danneggiato le casse comunali ma, al contrario, ha premiato uno dei principali indagati facendolo diventare dirigente comunale anche dopo il pensionamento (e vice comandante illegittimo della Polizia Locale).

Su questo, probabilmente, il processo d’Appello chiarirà meglio la situazione, ma Tommaso Minervini deve spiegarci ancora molte cose e il fatto che lui sia per la prima volta indagato in tanti anni di esperienza amministrativa non vuol dire che si è guadagnato la patente di buon amministratore. Le vicende giudiziarie che lo hanno accompagnato nel suo primo mandato, e quello corrente, ci dicono che non è stato in grado di controllare fino in fondo i suoi compagni di squadra. 

Caro sindaco Tommaso Minervini, forse nessuno la informava in questi ultimi anni che l’ufficio del sindaco non era quello dove lei firmava le carte, ma era altrove. Tutti ci chiedevamo la mattina, transitando dal piazzale della stazione, come mai assessori, dirigenti, consiglieri e cittadini incontravano il suo alter ego. Evidentemente la vera attività amministrativa avveniva presso un noto bar della stazione e dintorni, e non presso gli uffici di Lama Scotella. Tant’è che fino a qualche giorno prima dell’8 giugno, l’assessore Caputo, anche dopo le dimissioni, incontrava “l’altro sindaco” nei giardini di Piazza Moro. Forse di questo dovrebbe parlare in consiglio comunale, in quale tranello è caduto? Lei è stato sempre consapevole degli atti che ha firmato fino ad oggi oppure è diventato un semplice yes-man e passacarte di un sistema affaristico, di speculazione edilizia, appalti e concessioni che lei era costretto a firmare sotto pressione di qualcuno?

Vogliamo parlare della nomina del consigliere comunale Pasquale Mancini quale delegato alle attività connesse allo stato di emergenza Covid 19? Ci spieghi, sindaco, il senso di quella nomina inutile dal momento che le attività di quella “figura” erano già competenze assegnate ad assessori, polizia Municipale, allo staff del sindaco e anche a lei. Quindi chi ha voluto quella nomina e a quale scopo? A proposito della nomina di Mancini vorrei chiederle sindaco se la delega di Mancini prevedeva anche i contatti diretti con contagiati Covid a tal punto da dovergli permettere di vaccinarsi prima di tante altre categorie a rischio? Oppure si è fatto vaccinare come “volontario” così come da lui dichiarato in un post su Facebook?

Lei sindaco, avrebbe dovuto convocare con urgenza un consiglio comunale monotematico straordinario sulla recrudescenza della microcriminalità e sicurezza, lei e il presidente del consiglio Piergiovanni dovevate convocare il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”, per gli stessi motivi e invece… niente. Il 16 novembre scorso c’era all’ordine del giorno la sostituzione di un membro del “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”, domani invece il secondo punto dell’odg prevede il rinnovo degli “organi collegiali ritenuti indispensabili dal Consiglio Comunale” per la realizzazione dei fini istituzionali dell’Amministrazione”; ma, ancora una volta, lei non ritiene di spiegare in aula e ai cittadini perché il Comitato non è stato più convocato dall’11 giugno 2019 se è considerato un organo collegiale indispensabile? Perché avete timore di confrontarvi con chi viene a raccontarvi pubblicamente le vostre mancanze e la benevolenza che il palazzo ha con certi ambienti malavitosi cittadini? Ho presentato ufficialmente le mie dimissioni da vice presidente del Comitato il 6 luglio 2020 per protestare di fronte al silenzio, che quel Comitato ha avuto, rispetto alle numerose denunce sull’abusivismo commerciale e alla sponsorizzazione dell’amministrazione comunale per la “Festa dell’Annunziata” nel cui manifesto era riportato un ben noto pregiudicato molfettese. 

L’elenco di fatti di cui lei deve rendere conto alla città è molto lungo. E prima ancora di entrare nel merito dei fatti amministrativi le faccio le stesse domande che ripeto da molti mesi, che non sono mai state rilanciate ufficialmente da nessun consigliere di opposizione e che rappresentano la “conditio sine qua non” per poter ottenere la fiducia dei cittadini o le sue dimissioni.

Sul grave episodio che ha portato alle dimissioni dell’assessora Germano, in seguito all’arresto del marito considerato dagli inquirenti “un soggetto socialmente pericoloso, dedito abitualmente a condotte delittuose, con precedenti penali per truffa e falso e condannato con plurime sentenze irrevocabili per ricettazione, falso e furto aggravato in concorso”, lei non ha mai raccontato nulla alla città.

Un fatto molto grave che avrebbe dovuto far riflettere su possibili “infiltrazioni o condizionamenti” nella giunta. Lei sindaco poteva non essere al corrente della storia della famiglia Germano-Carrara? Ancora oggi mi chiedo come, un sindaco, abbia potuto nominare in Giunta Comunale una sconosciuta per il popolo molfettese, senza alcuna competenza amministrativa, residente nel territorio di Bitonto e moglie di un signore ritenuto dal Tribunale di Bari per le sue condotte “socialmente pericoloso”? E ancor più grave che oggi la signora Germano sia tornata in consiglio comunale senza che nessun consigliere abbia posto in consiglio comunale queste domande. Si è trattato di un grande equivoco? Sono stati risolti i problemi giudiziari di famiglia?

In merito a questo grave “incidente di percorso”, e molti altri ancora, le forze politiche d’opposizione presenti in consiglio comunale avrebbero dovuto chiedere al Prefetto l’accesso della Commissione d’indagine nella Casa Comunale, ai sensi dell’articolo 143 – Testo unico degli enti locali (TUEL , D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267),  per verificare se ci fossero stati, nei 9 mesi di attività amministrativa dell’assessora Germano, e dopo, eventuali forme di condizionamento tali da determinare un’alterazione dei procedimenti di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi, compromettendo il buon andamento o l’imparzialità dell’amministrazione comunale. Ebbene l’opposizione non l’ha fatto, e si spera lo faccia domani. Ma, al di là di quello che fa o non fa l’opposizione, ci dica lei sindaco; ci confessi se sin dall’inizio dell’esperienza di questa amministrazione lei ha subito pressioni, minacce o condizionamenti nella scelta degli assessori, o addirittura anche dei cittadini da inserire nelle liste del suo cartello elettorale. Le liste le ha formate lei oppure i candidati sono stati imposti, e da chi?

Non ha mai spiegato alla città cosa ci faceva nella sua lista, “Molfetta in più“, una parente stretta di Cristoforo Brattoli, l’assassino del sindaco Carnicella. La stessa donna che qualche tempo fa, con il suo pseudomino “Merlyn Allegretta”, ha sputato veleno sulla verità storica e processuale dell’omicidio Carnicella. In tutta questa vicenda il sindaco Minervini non ha ritenuto di intervenire. Il silenzio della politica su queste gravi “coincidenze” ammazza anche la memoria di Gianni Carnicella.

L’8 novembre 2018, lei sindaco, ha inviato al Movimento Liberatorio, dopo numerosi nostri solleciti, una nota in cui si impegnava a risolvere il contenzioso con il consigliere Pino Amato in seguito alla Sentenza della Corte di Cassazione n. 22532 che pur pronunciandosi con la prescrizione del reato di voto di scambio, ha confermato le statuizioni in merito alla condanna generica in sede civile. Pertanto lei sindaco si impegnava a procedere alla richiesta di risarcimento dei danni d’immagine e patrimoniale subiti dal Comune. Da allora non ho ricevuto ulteriori note, né ci è parso di leggere all’albo pretorio atti amministrativi conseguenti su tale vicenda. E’ chiaro che con l’avvio del procedimento la carica del consigliere comunale Pino Amato potrebbe diventare incompatibile, non vorrei che il nuovo accordo elettorale tra il consigliere Amato e la sua maggioranza politica fosse diventato merce di scambio.

Dopo il concerto mancato del neomelodico palermitano Daniele De Martino programmato per il 6 giugno presso l’Oasi San Giacomo a Molfetta, gira in rete un video del rapper Cosimo Arnone di Corigliano Calabro, in arte “ARNONE“,  dal titolo “Nairobi”. I generi musicali sono diversi ma i linguaggi e gli allestimenti scenografici usati dai due cantanti sono simili, macchine di lusso, fiumi di soldi, armi e droga. Il video è stato lanciato in rete il 5 Marzo c.a. e guardandolo non si percepisce bene il valore artistico dello stesso, ma si capisce bene il messaggio negativo simbolico, non tanto diverso da quelli di De Martino, che si lancia specialmente ai più giovani. Una consigliera comunale della sua maggioranza ha pubblicato sulla propria bacheca il video  “NAIROBI”; certamente ognuno è libero di postare quello che crede sulla propria bacheca Facebook, ma se a farlo è una consigliera comunale un problema di opportunità, e di etica, si pone. Pertanto Sindaco, sperando che le sue riunioni di maggioranza non si svolgano intorno a un tavolo come quello del video di Arnone, le chiedo se riconosce qualcuno nel video che sia riconducibile a qualche sostenitore dell’amministrazione comunale. E se sì, quali sono le sue considerazioni?

Di questo dovrebbe parlare preliminarmente in consiglio comunale e poi dovrebbe spiegare le tante altre cose strane che stanno avvenendo in città.

Cominciamo dalla realizzazione del “Terminal ferroviario a servizio dell’agglomerato industriale produttivo e commerciale di Molfetta” proposto dalla Società ISTOP SPAMAT Srl. Lei che dichiara di essere un buon amministratore e dice di amministrare la cosa pubblica, come un buon padre di famiglia, prima di approvare in Giunta la delibera d’indirizzo per questa opera pubblica, ha già trovato i 70 milioni utili? Ha verificato con gli uffici comunali se è compatibile con il PRG comunale, con la perimetrazione della zona ASI, con i vincoli dell’Autorità di Bacino per la regimentazione e protezione idraulica dei terreni interessati? Oppure si è trattato semplicemente di propaganda elettorale?

E poi ci racconti dei tanti cantieri edili sorti velocemente dopo la sua elezione a sindaco, sono tutti in regola? C’è una emergenza abitativa che non conosciamo? Conosce bene i rappresentanti legali delle società costruttrici, è in buoni rapporti con loro?

Ci racconti di come sono andati i fatti del Park Club e dei cantieri che stanno sorgendo a venti metri dal mare e del palazzo sorto nel parcheggio a servizio della piscina.

Come sta procedendo la trattativa con l’ARCA PUGLIA per l’acquisizione di immobili invenduti di edilizia residenziale pubblica realizzati dal Consorzio Meral a Molfetta? Siamo ancora in attesa di sapere qual è il numero di permesso a costruire del programma edilizio realizzato, quando è stato rilasciato e se era ancora valido quando è sorto il cantiere, e se l’odierno “Consorzio Meral” è ancora in possesso dei “requisiti imprenditoriali di qualificazione” per l’esecuzione del programma edilizio approvato dal Comune di Molfetta nel 1994.

Rimanendo sempre nell’ambito dell’edilizia, ci spieghi come mai non abbiamo mai ricevuto notizie circa gli esposti presentati presso gli uffici comunali a proposito del palazzo costruito in via Gesmundo dal sig. Napolitano Pietro?

Le chiedo di riferire in consiglio comunale anche il motivo per cui, dopo numerosi esposti sull’occupazione abusiva di suolo pubblico messa in atto da alcuni fruttivendoli, da parte dell’amministrazione non c’è stata alcuna attività sanzionatoria, tranne qualche sporadico evento di propaganda. Mi chiedo chi, all’interno dell’amministrazione mantenga i rapporti con questi signori creando una sorta di protezione di specie.

In data 18 agosto 2020 con n. 55272 lei ha ricevuto un corposo esposto con cui si chiedeva di non concedere l’autorizzazione alla realizzazione del metanodotto denominato “Allacciamento POWERFLOR DN 100 (4”) – 64 bar “, ebbene riferisca i motivi per cui i suoi uffici ad oggi non hanno ancora risposto, anche dopo l’azzeramento del procedimento da parte del Ministero?  

In data 22 novembre 2018 per conto del Liberatorio ho protocollato l’opposizione e una serie di osservazioni sulla richiesta riguardante l’occupazione dell’area demaniale antistante il Palazzo Dogana, anche in questo caso dopo due anni nessuna risposta dai suoi uffici.

Quali sono i veri motivi per cui lei sindaco ha nominato un nuovo comandante della Polizia Municipale (E’ legittima la nomina dell’anno scorso e quella di quest’anno?) pur avendone già uno, demansionato e dietro una scrivania. E’ stato lei a volerlo o qualcuno all’interno della sua maggioranza? (E’ stato legittimo nominare vicecomandante della Polizia Locale, l’Ing. E. Balducci?).

Per finire, ci racconti chi ha voluto i due chioschetti in Cala Sant’Andrea e chi ha voluto inserire i chioschi anche nel bando per la gestione del Park Club?

Questo è solo una parte di quello che avrei voluto chiederle, sindaco,  e se non ha il coraggio di rispondermi indirettamente in consiglio comunale spero che qualche consigliere di opposizione faccia proprie le mie osservazioni e chieda le sue dimissioni. In questo momento la Città di Molfetta ha bisogno di un Commissario Prefettizio che avvii un serio controllo del territorio verificando eventuali infiltrazioni e condizionamenti della criminalità sul buon andamento e imparzialità dell’amministrazione comunale.

Matteo d’Ingeo        

 

 

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