Appaltopoli al Comune di Molfetta, la Finanza notifica 23 «avvisi». I nomi

Da un lato la presunta diversa qualificazione e quantificazione delle opere per evitare il classico bando di gara e dunque procedere all’affidamento diretto dei lavori. Dall’altro l’ombra della corruzione. Sono le due facce della medaglia dell’inchiesta su diversi affidamenti di opere/appalti del Comune di Molfetta che per tutta la giornata di ieri ha impegnato la Guardia di Finanza di Barletta a perquisire e, conseguentemente, a sequestrare documenti, cellulari e computer negli uffici comunali, nelle sedi di diverse imprese e in alcune abitazioni private.

L’ordine è partito dalla Procura di Trani che indaga a vario titolo 23 persone, destinatarie di informazioni di garanzia, tra amministratori comunali, funzionari e dirigenti di Palazzo di città, professionisti, amministratori, soci e referenti di alcune imprese.

Tra gli indagati spicca il nome del sindaco Tommaso Minervini, accusato di «turbata libertà del procedimento per scelta del contraente» in relazione ai lavori di riqualificazione di piazza Aldo Moro. Diverse le figure comunali indagate a vario titolo: l’assessore ai Lavori pubblici e alla struttura cimiteriale Mariano Caputo, il segretario generale Irene Di Mauro; il dirigente del Territorio Alessandro Binetti, il funzionario responsabile di alcuni procedimenti amministrativi Orazio Lisena, il funzionario della Ragioneria Ottavia Paola Antonucci, il dirigente responsabile del procedimento per i lavori stradali Enzo Balducci; il consigliere comunale Anna Sara Castriotta. Indagato anche il delegato del direttore generale del Cnr-Istituto di ricerca sulle acque di Taranto Giuseppe Mascolo, nonché, come detto, imprenditori e rappresentanti di società.

A vario titolo, oltre alla turbata libertà del pro- cedimento di scelta del contraente, sono contestati agli indagati i reati di corruzione e peculato per fatti che vanno dal 2018 al 2020. Tra i vari episodi ricostruiti dal pm Francesco Tosto, la presunta corruzione dell’assessore Caputo, che, peraltro, lo scorso aprile si sarebbe appropriato (di qui l’accusa di peculato) di asfalto residuato dai lavori alle strade cittadine per realizzare un parcheggio nel lido Marina Piccola (oggi «Marina Resort») da lui gestito. Fra i lavori monitorati, quelli riguardanti piazza Moro (per l’importo di 677.500 euro), qualificati come «supplementari» al fine, secondo la Procura, di eludere il bando di gara. E ancora: la progettazione del nuovo teatro comunale (opera da oltre 7 milioni di euro), le opere per la ri- qualificazione delle strade cittadine, quelle all’ex-cementeria e quelle per il monitoraggio delle acque del nuovo porto, che, come si ricorderà, fu oggetto di una diversa indagine. Illeciti sarebbero stati commessi anche riguardo alla liquidazione dell’acconto per i lavori al Parco di Mezzogiorno.

Questi i nomi e i ruoli dei 23 indagati: il sindaco di Molfetta, con delega al bilancio, Tommaso Minervini; l’assessore ai Lavori pubblici Mariano Caputo; il consigliere comunale Anna Sara Castriotta; il segretario generale del Comune Irene Di Mauro; il dirigente del settore Territorio Alessandro Binetti; il funzionario Orazio Lisena; il funzionario dell’ufficio Ragioneria Ottavia Paola Antonucci (moglie di Lisena); il dirigente Enzo Balducci, responsabile del procedimento per i lavori stradali; il delegato del direttore generale del Cnr-Irsa Taranto Giuseppe Mascolo; l’imprenditore tranese Valerio Di Gregorio; Riccardo Di Santo, andriese, legale rappresentante della srl Di Santo; Andrea Ladogana, di Cerignola, legale rappresentante della srl Dauniasfalti; Mimmo Tancredi, dipendente-referente della Tancredi Restauri srl; Francesco Giovanni Ieva, di Andria, socio della srl Imcore; Pasquale Ieva, andriese, socio della Imcore; Nicola Falco, barese ma residente a Bi- sceglie, ritenuto «mediatore»; Massimo Guido, supporto al responsabile del procedimento per i lavori al nuovo porto; Gianluca Loliva, di Putignano, progettista dei lavori al porto nonché ritenuto «mediatore»; Pino Cesario, di Pompei (Napoli), legale rappresentante della srl Cesub; Liberato Fabio Cesario, della srl Cesub, figlio di Pino, residente a San Giorgio Jonico; Paolo Zaccuri, di Reggio Calabria, legale rappresentante della srl Green Gea; Paolo Conforti, di Putignano, socio della Arevà. Patrik Atena, direttore di cantiere del porto, dipendente della Ati-Cmc.

fonte: Antonello Norscia – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

La replica: «Ho rispettato la legge»

Il primo cittadino respinge ogni accusa e offre la massima collaborazione agli inquirenti

È stata indubbiamente una giornata difficile per Molfetta, svegliata all’alba dal rombo assordante degli elicotteri della Guardia di Finanza. Una giornata molto complessa vissuta soprattutto negli uffici di Lama Scotella dove gli uomini delle Fiamme Gialle hanno fatto irruzione già dalle prime ore di ieri mattina.

Sono 31 gli atti di perquisizione eseguiti, mentre sono 23 le persone indagate dalla Procura di Trani per ipotesi di reato ricollegabili a opere pubbliche eseguite in città, oltre a presunti illeciti sul monitoraggio ambientale propedeutico alla realizzazione del nuovo porto commerciale.

Tra gli indagati il sindaco Tommaso Minervini, l’assessore ai Lavori pubblici Mariano Caputo e la consigliera comunale Sara Castriotta. Le perquisizioni sono state eseguite anche nelle abitazioni e negli studi professionali di alcuni ingegneri. Sotto i fari della Procura tranese alcune opere pubbliche e la loro gestione.

Minervini ha confermato di essere indagato fin dalla mattinata, con un comunicato: «Essendo da sempre abituato alla massima trasparenza e alla rettitudine pubblica – vi si legge – comunico che questa mattina ho ricevuto un avviso di garanzia che riguarda la fattispecie giuridica di cui all’articolo 353 bis del codice penala (turbata libertà del procedimento di scelta del contraente) relativamente a due procedimenti amministrativi. Uno relativo ai lavori di rifacimento di piazza Moro e  l’altro ai lavori di monitoraggio ambientale delle acque del porto, propedeutico alla ripresa dei lavori. Preciso – continua la nota – che si tratta di una ipotesi di reato e che, come tutti sanno, l’avviso di garanzia è un atto posto a tutela degli indagati, affinchè possano esercitare validamente il diritto di difesa finalizzato alla verifica della verità. Ho dato immediatamente piena collaborazione alla polizia giudiziaria e la massima disponibilità istituzionale e personale alla magistratura, con la quale ho da sempre collaborato in oltre 40 anni di trasparente vita pubblica», conclude la nota.

Spiega il legale di Minervini, avvocato Tommaso Poli: «Siamo al lavoro affinchè, nella completa trasparenza, tutte le posizioni possano essere chiarite, e sono certo che tutta la vicenda sia destinata a rientrare nel più breve tempo possibile».

Al momento nessun’altra dichiarazione è trapelata dalla maggioranza. Anche l’opposizione in Consiglio ha preferito non rilasciare dichiarazioni, riservandosi di approfondire la vicenda.

Una nota arriva dal Movimento civico Area Pubblica. «Nel rispetto del lavoro della magistratura tranese e della Guardia di Finanza – afferma Livio Mancini, presidente del movimento per la legalità – ma anche degli indagati tutti, chiediamo alla Procura che si indaghi in modo approfondito e a 360 gradi, per accertare le responsabilità a qualunque livello esse si collochino». Più critico il commento del coordinatore del Liberatorio Politico, Matteo d’Ingeo: «Il sindaco ci dica cosa e chi altro c’è dietro il suo avviso di garanzia».

fonte: Matteo Diamante – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi