Pino:”Le devi dire che se non viene a parlare con me, lei non lavora… Questa si deve mettere a disposizione”

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Continua l’approfondimento della fabbrica del consenso elettorale a Molfetta attraverso le intercettazioni telefoniche e gli atti giudiziari del processo che ha condannato Pino Amato (ex assessore, ex consigliere comunale ed ex presidente del Consiglio Comunale), in primo grado, a tre anni di reclusione. Augurando al sig. Amato la piena assoluzione, nel processo d’appello, ci interessa conoscere e approfondire il “sistema” che crea consenso oggi in politica. Il nostro giudizio su questo sistema sarà sempre severo al di là delle sentenze definitive.

Quinta Puntata

… omissis …

Come il p.m. evidenziava nel corso dell’esame testimoniale ex art. 197-bisc.p.p. del ten. Vincenzo Zaza all’udienza dibattimentale del 4.11.2008, questi, attinto il 28.11.2005 dalla misura interdittiva disposta dal G.I.P. con ordinanza del 26.11.2005, il successivo 6.12.2005 sosteneva l’interrogatorio di garanzia e,  nella occasione, depositava alcuni verbali e preavvisi di accertamento (quelli elencati a foglio 19 del verbale di interrogatorio e depositati dal p.m. all’udienza dibattimentale del 4.11.2008, oggetto del capo A)-3 asseritamente consegnatigli, con contestuale richiesta (non accolta) di soppressione di ogni atto sanzionatorio a quelli relativo, dall’assessore alla Polizia Municipale Giuseppe AMATO tramite l’impiegata comunale A. P.
Peraltro, il precedente  5.12.2005 la D.I.G.O.S. della Questura di Bari rinveniva nell’ufficio del ten. Zaza ulteriori due blocchetti di ricevute di cassa (quello contrassegnato dai nn. 4011 e 39/04-bis rilasciato il 12.4.2005, e quello contrassegnato dai nn. 4019 e 47/05 rilasciato il 7.5.2005) e, inoltre, quell’organo di p.g. aveva modo di appurare che erano stati consegnati dallo Zaza soltanto n. 80 bollettari a fronte dei n. 89 che, dalla consultazione dell’apposito registro acquisito in copia, risultavano rilasciati nell’anno 2005.

All’udienza del 14.10.2008 l’ispettore Giuseppe Sallustio ha riferito nei termini che seguono in merito alla procedura all’epoca dei fatti seguita dal comando di polizia municipale per l’irrogazione delle sanzioni amministrative conseguenti alla accertata violazione di disposizioni del Codice della Strada: 

PUBBLICO MINISTERO: Nell’ambito delle indagini lei ha potuto accertare l’iter amministrativo che seguiva all’accertamento da parte della Polizia Municipale di una infrazione di una norma del Codice della Strada?
TESTE: Praticamente nel momento in cui c’era una infrazione del Codice della Strada dipendeva dal tipo di infrazione…
PUBBLICO MINISTERO: Ovviamente mi riferisco alla Polizia Municipale di Molfetta come si muoveva e quale era la prassi.
TESTE: Sì, alla Polizia Municipale di Molfetta. Per esempio per i divieti di sosta si lasciava un preavviso di accertamento di infrazione sul parabrezza dell’auto, però solo per quanto riguarda il divieto di sosta. Questo era un preavviso, non era un verbale vero e proprio. Successivamente l’operatore di Polizia Municipale al rientro in ufficio consegnava il preavviso dell’infrazione al comando, era in duplice copia, praticamente l’aveva lasciato sul parabrezza e riportava in ufficio l’altra copia. Successivamente si aspettavano i canonici 60 giorni, credo, nei quali la persona che aveva il preavviso poteva andare a pagare la sanzione direttamente presso la Polizia Municipale oppure poteva effettuare un versamento in contocorrente.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi all’epoca vi era un ufficio cassa anche.
TESTE: Sì, c’era anche un ufficio cassa vero e proprio dove si poteva pagare direttamente l’infrazione.
PUBBLICO MINISTERO: Oppure poteva utilizzare il bollettino postale.
TESTE: Il bollettino postale su un numero di contocorrente e quindi effettuava il versamento tramite il contocorrente che poi entrava nelle casse della Tesoreria del Comune di Molfetta. Se poi non avveniva il pagamento vero e proprio dell’infrazione o tramite bollettino o direttamente, i preavvisi con i relativi dati venivano inseriti in un software che era poi inviato ad un’azienda che provvedeva alla gestione appunto delle sanzioni amministrative e quindi il relativo pagamento tramite un’azienda privata convenzionata con il Comune di Molfetta.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi poi come andava avanti la cosa?
TESTE: Andava avanti che praticamente arrivava la sanzione direttamente per posta alla persona, logicamente maggiorata se non era stata pagata entro i termini previsti.
PUBBLICO MINISTERO: Come avveniva la registrazione informatizzata delle sanzioni versate dai contravventori?
TESTE: Era fatta sulla base dei preavvisi di accertamento. Nelle indagini comunque è emerso che praticamente l’inserimento nel database del computer dove erano inseriti tutti i dati veniva fatto in base a quello che era scritto proprio sul preavviso. Alcune volte è capitato che venivano inseriti dei dati diversi da quelli che erano quelli relativi alla sanzione vera e propria ovvero alcune volte erano dimezzati su disposizione dell’allora comandante della Polizia Municipale che era anche agente contabile della Polizia Municipale del Comune di Molfetta.
PUBBLICO MINISTERO: Che era?
TESTE: Il tenente Vincenzo Zaza.
PUBBLICO MINISTERO: E’ stato accertato, ha potuto verificare consultando il sistema informatico se veniva a volte modificato anche l’articolo contestato onde poter poi applicare una sanzione di importo inferiore?
TESTE: E’ capitato qualche volta che dagli accertamenti effettuati che praticamente c’erano state delle variazioni dell’articolo di legge in modo tale da farlo coincidere alla sanzione. Se per esempio un articolo “X” prevedeva la sanzione, faccio un esempio, di 50,00 euro, è capitato qualche volta che venisse modificato per farlo corrispondere ad una sanzione, faccio l’esempio, di 25,00 euro corrispondente a quel tipo di infrazione commessa.

In relazione ai fatti in disamina l’AMATO ha dichiararo quanto segue nel corso dell’interrogatorio sostenuto dinanzi al p.m., a seguito di presentazione spontanea, il 6.2.2006 (fogli 2331 e segg.):
(pagg. 103-106 del verbale di interrogatorio del 6.2.2006):
p.m.: ma lei in particolare non si è rivolto ad un vigile che si chiama PICCOLANTONIO?
Ind.: sì.
p.m.: per fargli modificare un preavviso di accertamento, una contestazione che prevedeva anche la sottrazione di punti dalla patente?
Ind.: me lo ricordo questo episodio.
p.m.: PICCOLANTONIO ha agito, richiesto da lei, di fare questa cosa?
Ind.: PICCOLANTONIO io mi pare che ho parlato telefonicamente con lui di questa cosa. Questo è un ragazzo…
p.m.: Sancilio Mauro si chiama la persona.
Ind.: sì, io conoscevo la moglie che lavorava con me. Se lei lo vede, Giudice…
p.m.: è un povero a lui?
Ind.: eh, è uno che non sa neanche parlare, è nipote di un consigliere comunale, quindi non è uno che io gli ho tolto la multa perché volevo il voto, assolutamente no.
p.m.: l’ha voluto aiutare.
Ind.: è una persona che veramente mi chiamò, disse che lui stava parlando al telefono e gli avevano fatto questo verbale.
p.m.: quindi gli avevano fatto il verbale perché parlava al telefonino?
Ind.: eh.
p.m.: e disse di aiutarlo?
Ind.: io dissi: “Io non lo so, lasciamela la multa, fammi vedere che cosa posso fare. Se ti posso aiutare, lo faccio, sennò…”, non ricordo, diciamo, cosa ho detto telefonicamente al vigile, a PICCOLANTONIO, mi pare che gli dissi: “Vedi un po’ se puoi ridurla, se puoi fare qualche cosa, perché questo è un povero a lui”.
p.m.: lei chiese di ridurla a 35,00 euro da 75,00 euro?
Ind.: se era possibile ridurre la multa a 35,00 euro.
p.m.: e l’ha pagata lei direttamente la multa? 35,00 euro?
Ind.: sì.
p.m.: per fare questo, lei ha dovuto cancellare “75,00” ed ha messo “35,00”?
Ind.: io dissi soltanto al vigile, PICCOLANTONIO, che è una persona che ha giocato a pallone con me, quindi lo conosco, dissi: “Senti, vedi un po’ se lo potete aiutare perché questo ogni giorno mi chiama sul telefono e mi dice: “assessore, la multa…””. Addirittura andò al Comando e disse: “Ha detto l’assessore, toglietemi la multa”, cioè questo le dimostra già il soggetto, quindi l’ho fatto in maniera, come voglio dire, trasparente al massimo e non c’era niente che mi potesse dare in cambio. Quindi, io ricordo, se non ricordo male, di aver parlato con PICCOLANTONIO telefonicamente e gli dissi: “Guardate, questo è un povero a lui. Lui dice che non stava col telefono in mano…”.
p.m.: è vero che lei successivamente, quando ha saputo che PICCOLANTONIO stava per essere sentito dalla Polizia Municipale, ha cercato di fargli dire delle cose diverse?
Ind.: no, io passai da un incrocio…
p.m.: da un semaforo?
Ind.: da un semaforo, lui stava là e dissi: “Ma ti hanno chiamato?”, perché poi in giro si diceva di tutto e di più, come anche la questione di Zaza, che io non c’entro niente, i giornali mi addossano di cose che io non c’entro.

Peraltro, in data 3.3.2007 l’AMATO ha sostanzialmente, seppure genericamente, confessato i fatti in esame, sottoscrivendo le seguenti dichiarazioni scritte depositate dal difensore di fiducia  in allegato all’istanza di revoca della misura cautelarepresentata l’8.3.2007:
“Pur confermando quanto ho già dichiarato nei miei precedenti interrogatori al PM, intendo fare alcune puntualizzazioni.
Non ho mai negato di essermi interessato perché ad alcuni cittadini indigenti fossero ridotte le multe loro praticate, ma altrettanto fermamente ribadisco di avere fatto ciò in perfetta buona fede.
La mia esperienza, la sostanziale incompetenza delle funzioni assessorili e l’ignoranza della specifica normativa  – che sapevo soltanto vagamente prevedere la possibilità di riduzione delle contravvenzioni, senza però conoscerne i meccanismi e le titolarità –  sono state purtroppo ulteriormente fuorviate dal sistema  – oggi posso dire distorto, ma all’epoca ritenevo fisiologico -, in cui la gestione era in tali sensi e nel quale io mi sono inserito, senza evidentemente avere l’esperienza ed i mezzi culturali per apprezzarne le anomalie.
Se il mio comportamento che, tuttavia, intendo ribadire, giammai è mai stato teso a conseguire un utile sul piano personale, ma ad aiutare anche in altre vicende ancorchè con mezzi pedestri i cittadini bisognosi, può avere mio malgrado, comportato una distorsione delle funzioni pubbliche da me esercitate, ne faccio ammenda impegnandomi per il futuro a non reiterare tali condotte.
Per quanto riguarda, poi, le altre vicende in cui mi si accusa di avere strumentalizzato la mia funzione per ottenere il consenso elettorale, riservandomi di offrire, come del resto ho già fatto nel corso dei due interrogatori, un più analitico esame delle predette vicende (allorquando le mie condizioni psichiche saranno migliori), mi preme, in questa sede, sottolineare il contesto ambientale ancor oggi presente –non solo a Molfetta, ma in ogni realtà italiana-  nel quale mi sono trovato ad operare e che non consentiva in alcun modo di apprezzare il disvalore di una esasperata ricerca del consenso.

Evidenzia il p.m. anzitutto, in relazione alle giustificazioni addotte dall’imputato, che non è invocabile dall’imputato la sua perfetta buona fede, e quindi, la mancanza dell’elemento soggettivo dei delitti in ipotesi, in quanto le conversazioni telefoniche in cui l’AMATO  invita il proprio interlocutore a “parlare a voce” della questione relativa alle “multe” e/o a non parlare telefonicamente della questione medesima, dimostrano al contrario la perfetta consapevolezza dell’imputato circa la illiceità della condotta tenuta o da tenersi.
Tra le molteplici conversazioni telefoniche anzidette si trascrive qui di seguito quella n. 934 (R.I.T. n. 2/05) riguardante la sanzione amministrativa irrogata il 12.4.2005 alla anziana condomina dell’imputato Adele D. J. (intestataria dell’autovettura Ford Fiesta tg. AJ 513RA) e oblata il successivo 2.7.2005, nella minore misura di euro 35.00 senza la decurtazione dei punti originariamente operata; conversazione che l’AMATO intrattiene con il proprio coniuge Camporeale Marta il 4.5.2005:
inizio conversazione
PINO: Pronto? (voce maschile)
B: Pino? (voce femminile)
PINO: Sì.
B: Pino, la signora di sopra, non sai la vecchia che abita sopra di noi.
PINO: Sì, sì.
B: Mi ha portato un giocattolo al bambino.
PINO: Perchè?
B: Forse per la multa…ma almeno gliel’hai tolta?
PINO: Sì, mi raccomando di’ tutto telefonicamente, di’ tutto,  spiega tutto!
B: E che cosa è…
PINO: Eh…certo che eh!
B: Va bene. Ciao.
PINO: Ciao.

fine intercettazione

Non è vero, poi, che la condotta tenuta dall’AMATO “giammai è mai stata tesa a conseguire un utile sul piano personale”, giacchè traspare più volte, specialmente dalle conversazioni e dalle comunicazioni intercettare, che l’imputato  – foss’anche per colpa del contesto ambientale”  e per la “esasperata ricerca del consenso” in quell’ambiente imperante –  ha sempre finalizzato il proprio intervento all’acquisizione del consenso elettorale, proprio (in vista delle elezioni per l’elezioni del consiglio comunale del 2006) o altrui (in occasione delle elezioni del consiglio regionale del 2005), come esemplificativamente si evince, invero chiaramente, da altre conversazioni che di seguito si trascrivono:
q              conversazione telefonica n° 6968 che intercorre sull’utenza TIM di AMATO Giuseppe (Pino) n°………….. (R.I.T. 2/05) il 12.04.2005 tra l’assessore e P. V. (Savino), utilizzatore del n. ………………[1]:
inizio intercettazione
( … )
PINO:Senti, ascoltami un attimo, Vito, tu lo sai che io con te ho parlato sempre con molta sincerità.
SAVINO:Dimmi tutto.
PINO:Per quanto riguarda la questione Isa.
SAVINO:Sì.
PINO:Le devi dire che se non viene a parlare con me, lei non lavora, glielo devi dire chiaro e tondo.
SAVINO:Va bene, ma non sta venendo per niente più, eh!
PINO:Ma siccome lei punta alla questione di Molfetta…
SAVINO:Ah, ho capito.
PINO:Glielo devi dire chiaro e tondo questo fatto qua.
SAVINO:Allora…vuoi che le faccio una telefonata e dire: “Vai da Pino”.
PINO:Tu le devi dire…
SAVINO:…o se si presenta l’occasione?
PINO:No, tu te la chiami con una scusa qualunque, poi le dici che stiamo provvedendo per l’apertura…ed è opportuno per questa cosa che vai a parlare con Pino.
SAVINO:Ho capito.
PINO:Anche perchè questa per l’anno prossimo se lo…
SAVINO:Ho capito.
PINO: Questa si deve mettere a disposizione perchè questi vogliono fare la minuto  (N.D.R. trattasi in realtà del cognome MINUTO e il riferimento è al consigliere comunale Carmela MINUTO) a Molfetta, quindi questi o ci votano o li mandiamo a casa.
SAVINO:Va bene, va bene.
PINO:Va bene?
SAVINO:Va bene, ma la chiamo…ascolta, un’altra cosa…
( … )
fine intercettazione

– conversazione ambientale n°1403 del R.I.T. n. 55/05 captata nell’ufficio dell’AMATO il 7.6.2005allorquando, infatti, l’assessore confida ai suoi interlocutori non identificati:
Io diciamo… allora con sincerità, io sono abituato a vedere i fatti, cioè mi spiego, perché io ho aiutato anche tante persone che alla fine mi hanno girato le spalle, io ho dato tanti posti di lavoro, specialmente al Centro Disabili di Molfetta, persone che stanno a part-time 3 ore al giorno e prendono 800,00 euro al mese e non fanno niente  (…) l’unica cosa è che poi verifico se uno mi dà una mano oppure no. Ma sai perché lo faccio? Perché alla fine io poi magari Damiano che mi ha aiutato veramente non lo so che mi ha aiutato e quello che non mi ha aiutato viene e dice: “No assessore, io ti ho dato i voti” e magari a quello aiuto e a quello no.. Quindi io devo sapere realmente chi mi ha aiutato per poterlo aiutare”.


[1] Dalla stessa trascrizione del perito si evince che, in realtà, l’interlocutore dell’AMATO è Vito e non Savino, come erroneamente riportato nella trascrizione della conversazione telefonica… omissis …

Puntate precedenti:

13 Risposte a “Pino:”Le devi dire che se non viene a parlare con me, lei non lavora… Questa si deve mettere a disposizione””

  1. E' VERGOGNOSO quanto si  legge!!!  E pensare che questa  MARMAGLIA ha la faccia tosta di raccontare in giro che rappresentano il nuovo. E' importantissima l'opera di divulgazione  del Liberatorio, così i cittadini molfettesi possano aver chiaro  l'INCIUCIO che  il PD e SEL stanno costruendo a tavolino. Bravo MATTEO….siamo con te!!!  PUNISHER

  2. NON ABBIAMO ANCORA CAPITO DOVE VOLETE ARRIVARE CON QUESTO ROMANZO A PUNTATE, MA 'SCIATAVIN…

  3. vogliamo stanarvi per mandarvi a casa!!!!!…altro che giovani…dei miei stivali!!!PUNISHER

  4. PUNISHER DEI MIEI STIVALI ALLE PROX ELEZIONI DOVRETE INGOIARVI LA NOSTRA VITTORIA…SIETE PATETICI..MA PARLATE ALLA CITTA DEI VOSTRI PROGRAMMI…SIETE 0…ANDATE A FARE UN LAVORO SE LO SAPETE FARE BUFFONI!!!

  5. Un consiglio: per le prossime elezioni usate SCHEDE TELEFONICHE COLOMBIANE, altrimenti vi ribeccano!!!  PUNISHER

  6. …”Oggi la candidatura politica serve da copertura per avere l’immunità parlamentare: è un processo che si è capovolto”.
    Il procuratore capo della Direzione nazionale antimafia Piero Grasso non usa mezzi termini: “Non tocca alla MAGISTRATURA fare le liste o curare operazioni di cosiddetta ‘bonifica politica’ – spiega a Palermo durante un incontro su giustizia e pentitismo – però i CITTADINI che votano candidati discutibili puntano a un vantaggio personale, fanno parte del meccanismo del VOTO di SCAMBIO”

  7. attenzione a voi piuttosto…e guardatevi sempre le spalle…xche tra di voi potrebbe esserci uno di moi che guarda e vi sta facendo la tac da vicino…cosi vapiremo come liberatorio recupera voti e se siete davvero senza peccato come dite di essere…di immacolato ce solo il Signore onnipotente…!

  8. suppongo che l'utente n.8 sia "il braccio armato della famiglia"  o il medico di famiglia… ;) cmq sia, se è possibile , visto che aiutate gli "ultimi" senza chiedere in cambio nulla, è possibile prenotare una "TAC" in tempi brevi, dal momento che sono ultimo in attesa? Ho bisogno di controllare se sono entrati corpi estranei nel mio organismo solo a leggere gli atti del processo… c'è schif…

  9. se vuole l' utente numero uno puo usufruire anche di un ingessatura gratis x traumi futuri…..facit rait scit a fadga…!!!

  10. CHIUNQUE VOI SIATE, CARISSIMI 10 CITTADINI, SE VOLETE CONTINUARE A LASCIARE POST SU QUESTA PAGINA EVITATE DI OFFENDERE TERZI ALTRIMENTI SAREMO COSTRETTI A CANCELLARE I VOSTRI COMMENTI. GRAZIE.

  11. re nero…ma tu quante xsone 6???prima pubblichi sotto questo nome gli articolo sul blog e sappiamo tutti che 6 d ingeo…poi risp ai commenti sotto il nome di punisher…poi ancora moderi sotto l egidia del simbolo di liberatorio…certo che ne hai di tempo…da spendere…andare a lavorare no eh?…

  12. ma questo signore nonostante tutto lo lascaino dirigere ancora una struttura che è finanziata con i soldi comunali ed organizza anche le frittellate?? ogni frittella un voto? nel giorno di "san martino"… mbha!!  cornuti e mazziati

I commenti sono chiusi.

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