Barletta, schiuma giallastra sulla spiaggia di Ponente

di Pino Curci  
 www.lagazzettadelmezzogiorno.it

BARLETTA – Inquinamento, dopo l’aria, la terra, riecco il mare. La segnalazione è giunta ieri mattina in redazione e riguarda la litoranea di Ponente: «Mi sono recato in riva al mare – ha detto Donato C. – dopo un giro in bicicletta. Ero convinto di trovarmi di fronte a un bel mare ed invece: davanti a me, in riva, era presente una schiuma giallastra. Lo strano fenomeno si è manifestato a circa centocinquanta metri da lido Mennea in direzione Pantaniello». 

Insomma un nuovo fenomeno di inquinamento immediatamente confermato da un sopralluogo. La schiuma, una sorta di poltiglia giallognola presente in diverse zone della spiaggia. 

Non solo ma nella stessa zona un amante della corsa in riva al mare ci ha segnalato un altro inquietante fenomeno: una morìa di meduse. Numerose i resti gelatinosi di questi animali presenti sul bagnasciuga. 

Inutile aggiungere che è un po’ troppo presto per creare allarme ma il fenomeno è l’ultimo di una lunga serie fatto di schiume giallastre e marroncine segnalate a Ponente come a Levante. L’aspetto inquietante, però, non manca: in questo come in altri casi di inquinamento dell’aria, come del mare e della terra, non ci sono risposte adeguate da parte delle autorità responsabili su cosa provoca il fenomeno e, soprattutto, che conseguenze ha sulla salute dei cittadini e sull’ambiente. 

Per esempio la morìa delle meduse potrebbe essere la conseguenza di un ciclo biologico ormai concluso ma diventa inquietante nel momento in cui si registra contemporaneamente a una forma di inquinamento nello stesso tratto di mare. 

Gli stessi interrogativi li sta ponendo l’inquinamento dell’aria (ossido di azoto e polveri sottili presenti in quantità considerevoli nella zona di via Canosa): chi lo provoca? Cosa comporta sulla salute pubblica? Cosa si sta facendo per limitarlo? 

E una situazione simile troviamo per l’inquinamento della terra con il ciclo dei rifiuti che registra aspetti preoccupanti con un proliferare di discariche abusive e non, inceneritori e termovalorizzatori. Anche in quest’ultimo caso poco si sa sull’impatto ambientale e sulla salute pubblica ma quel che è accaduto a Melfi, nella media valle dell’Ofanto, dove un inceneritore ha pesantemente inquinato terreni e falda con metalli pesanti altamente tossici, non può che inquietare.

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