Intanto, però, lo scandalo ha travolto il paese di San Donato, anche alla luce del fatto che – dalle notizie fornite nel corso di una conferenza stampa tenuta presso il Comando provinciale delle fiamme gialle di Lecce (alla quale hanno partecipato il comandante provinciale colonnello Vincenzo Rella e il comandante del Nucleo di polizia tributaria maggiore Vito Pulieri) – la posizione di Montinaro appare ben più grave di quella del suo presunto complice. Sua era infatti l’auto, un Maggiolone, a bordo del quale i due uomini viaggiavano quando sono stati fermati per un controllo all’ingresso di Poggiardo e proprio Montinaro era alla guida del veicolo.
I militari in servizio, intorno alle 17 di domenica pomeriggio, hanno notato una vettura che percorreva più volte la rotatoria, come se fosse alla ricerca di qualcuno e hanno deciso di fermarla. Un veloce accertamento è bastato per scoprire che, sul tappetino davanti al sedile anteriore – praticamente ai piedi dell’albanese – era posizionata una busta con due panetti di eroina del peso di un chilo. Grande è stata la sorpresa nel momento in cui, controllando i documenti dei viaggiatori, i finanzieri si sono resi conto di trovarsi davanti il, comandante della polizia municipale di San Donato. Sorpresa aumentata ulteriormente durante la perquisizione nell’abitazione estiva del capo dei vigili a Roca (nel comune di Melendugno), che ha consentito di trovare altri cinque panetti di eroina, due in una cassapanca e tre in un borsone, per un peso complessivo di due chili e mezzo.
I controlli nell’abitazione di Edmont Beshaj hanno dato invece esito negativo, dal momento che non è stata trovata droga ma solo 735 euro in contanti che sono stati sequestrati insieme al Maggiolone su cui i due viaggiavano. Le indagini proseguono ora con l’obiettivo di chiarire a chi appartenesse la sostanza stupefacente e se Montinaro e Beshaj agissero in proprio o facessero parte di un’organizzazione criminale, con tutta probabilità operante tra l’Italia e l’Albania.