Le rose e le spine di Ciccolella

Quando la “Ciccolella S.p.a.”, sotto il nome di “Nuova Biozenit”, regalava rose rosse alle mamme di San Floro.

Correva l’anno 2005 quando i fratelli Ciccolella per farsi voler bene dal popolo calabrese del borgo di San Floro, provincia di Catanzaro, l’8 maggio, in occasione della festa della mamma, distribuirono in piazza 250 rose rosse.
I cittadini apprezzarono molto il dono dei “signori dei fiori” e sperarono che quel gesto diventasse un appuntamento fisso dal momento che l’azienda “Nuova BIOZENIT”, del Gruppo Ciccolella,  avrebbe dovuto realizzare una centrale per la produzione di energia elettrica a biomasse e serre destinate alla produzione di fiori attraverso un procedimento intensivo di fioritura.
 
L’investimento di 45 milioni di euro di cui circa la metà a carico dello Stato e 3 milioni a carico della Regione Calabria avrebbe dovuto creare anche 130 posti di lavoro.

Purtroppo il tempo non ha portato più il lavoro e neanche le rose rosse per le mamme di San Floro.

L’on.  Francesco Amendola del Partito Democratico–l’Ulivo attraverso la sua interrogazione parlamentare alla Camera ci farà capire di più su questo mancato progetto.

Nella seduta dell’11/4/2007 chiede al Ministro per lo sviluppo economico:

Domanda – In data 3 maggio 2001 il CIPE ha approvato il Contratto di Programma con la «Nuova Biozenit SpA» la cui stipula è stata effettuata nel giugno 2002, per la realizzazione di una centrale termoelettrica per la produzione di energia elettrica a biomasse e di serre destinate alla produzione di fiori attraverso un procedimento intensivo di fioritura.
L’investimento è 45 milioni di euro di cui circa la metà a carico dello Stato e 3 milioni a carico della Regione Calabria che avrebbero dovuto portare alla creazione di 130 nuovi posti di lavoro; 
nello stesso Contratto di Programma era stabilito un apposito capitolo di spesa da destinare alla formazione dei lavoratori che, a tal proposito, hanno effettuato e completato appositi corsi con l’utilizzo di fondi regionali calabresi;

per esigenze interne alla Nuova Biozenit la società ha chiesto per ragioni gestionali il trasferimento del sito per l’insediamento da San Floro a Simeri Crichi (Catanzaro); 
per dar luogo a tale trasferimento era necessaria una specifica delibera della Giunta regionale della Calabria di concessione del nulla osta con contestuale invio di parere positivo al CIPE; 
nell’imminenza dello svolgimento della consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio provinciale di Catanzaro le autorità istituzionali pro tempore hanno effettuato a San Floro il 5 aprile 2004 la cerimonia di posa della prima pietra dell’impianto;

con deliberazione del 18 marzo 2005 il CIPE ha prorogato i termini del suddetto Contratto di Programma; 
ad oggi evidenziano i sindacati Cgil, Cisl e Uil nessun altro tipo di intervento è stato segnalato nonostante le vibrate e reiterate proteste dei lavoratori che hanno svolto il corso di formazione; 
è notizia delle ultime ore che la Nuova Biozenit ha chiesto ed ottenuto dalla Regione Puglia, nella seduta di Giunta regionale del 21 novembre 2006, l’autorizzazione alla delocalizzazione dell’impianto sul territorio pugliese con relativo utilizzo delle somme pubbliche previste nel Contratto di Programma;

a giudizio dell’interrogante, una circostanza del genere concretezza l’ennesimo tentativo di sottrarre alla Calabria indispensabili risorse economiche tese allo sviluppo economico ed all’incremento dell’occupazione; 
quali iniziative si intendano assumere al fine di mantenere nel territorio della provincia di Catanzaro gli interventi previsti dal Contratto di Programma sottoscritto nel giugno 2002 e prorogato nel marzo 2005 al fine di assicurare l’effettiva creazione dei 130 posti di lavoro previsti;

chiede se si intenda accertare le cause del mancato avvio dell’iniziativa imprenditoriale.-

Risposta. – La società Nuova Biozenit ha comunicato al Ministero dello sviluppo economico di dover rinunciare alla prospettiva di realizzare l’investimento programmato in Calabria, in località San Floro (Catanzaro), con il contratto di programma stipulato il 5 marzo 2003 adducendo, a fondamento di tale rinuncia, la difficoltà ad avere riscontri dalla Regione Calabria in merito a problematiche di tipo infrastrutturale e in merito a una precedente richiesta di delocalizzare il progetto nel Comune di Sieri Crichi (Catanzaro), sempre nell’ambito della stessa Regione Calabria.

Ciò stante, i competenti uffici del Ministero, nel mese di novembre dello scorso anno, hanno rappresentato alla società che, a seguito di tale rinuncia, era necessario provvedere alla restituzione dell’anticipazione già erogata, pari ad euro 6.954.600,00, maggiorata degli interessi legali maturati. 
Nel dicembre 2006, la società Biozenit, nell’aderire alla richiesta di restituzione, intervenuta nello stesso mese di dicembre a mezzo di versamento alla Tesoreria provinciale dello Stato di Bari, ha avanzato richiesta di delocalizzazione dell’iniziativa nella Regione Puglia, riservandosi di presentare il progetto esecutivo corredato dal parere regionale. 
Premesso quanto sopra, con riferimento alle affermazioni contenute negli atti di sindacato ispettivo in esame, si precisa che: 
alla Regione Calabria non sono state sottratte risorse economiche per lo sviluppo e l’occupazione, in quanto, la decisione di delocalizzare l’impianto programmato sul territorio pugliese è frutto della libera scelta dell’imprenditore, motivata dalle ragioni sopra esposte.
Al riguardo, si segnala che uno specifico sollecito, inoltrato nell’agosto del 2006, dagli Uffici del Ministero, inteso a promuovere un pronunciamento della Regione Calabria sulla richiesta della società Nuova Biozenit di delocalizzarsi dal comune di San Floro al comune di Sieri Crichi, è rimasto privo di riscontro; 
l’eventuale autorizzazione all’uso delle risorse pubbliche stanziate per il contratto di programma localizzato in Calabria, ai fini della realizzazione dell’investimento ora richiesto per la Regione Puglia – che si sarebbe già pronunciata favorevolmente – non potrà che essere concessa dal CIPE, nel momento in cui al nuovo progetto saranno riconosciuti adeguati obiettivi economici ed occupazionali; 
con il contratto di programma non è stata finanziata alcuna spesa di formazione; 
titolare del contratto di programma non è la Regione Calabria bensì la società Nuova Biozenit con la quale il Ministero dello sviluppo economico, a seguito della delibera del CIPE del 14 giugno 2002, è stato autorizzato a stipulare il contratto in questione; 
l’investimento complessivo del programma ammonta a 45,6 milioni di euro con un contributo a carico dello Stato di 19,1 milioni di euro ed un cofinanziamento della Regione Calabria di 3,098 milioni di euro, che rientrerebbero ovviamente nelle disponibilità della Regione Calabria.

Antonio D’Antoni
Viceministro dello sviluppo economico

3 Risposte a “Le rose e le spine di Ciccolella”

  1. “I marciapiedi molfettesi? Toilette per cani” questo è il titolo dell’articolo apparso su molfettalive. Dal liberatorio ci aspettiamo denunce su questi argomenti, che sebbene non garantiscano FACILE VISIBILITA’ danno un contributo concreto al miglioramento della nostra città. Cosa importa a noi che Ciccolella ha regalato rose rosse alle mamme di un comune sconosciuto della Calabria quando abbiamo da risolvere altri problemi qui qui a casa nostra? Meno gossip e più notizie UTILI ai cittadini! Ma forse al d’Ingeo importa solo stare al centro dell’attenzione…

  2. Bene fa, liberatorio, a tenere informata la cittadinanza sulle vicende della “Premiata ditta Ciccolella”. Tuttavia in questo resoconto, sembra che non ci sia niente di illecito. Se non ho capito male, traduco dal politichese: Ciccolella aveva chiesto ed ottenuto un anticipo del finanziamento per una azienda che doveva aprire in Calabria; successivamente, avendo deciso di spostare questa attività in Puglia, ha dovuto restituire i soldi.

    Saluti.

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