La sentenza della Corte d’appello di Lecce che ha ridimensionato le condanne di primo grado – fonte: bari.repubblica.it
Non era finalizzato ad agevolare la mafia il presunto accordo corruttivo tra l’ex giudice di Bari Giuseppe De Benedictis e l’avvocato Giancarlo Chiariello: lo ha deciso la Corte d’appello di Lecce che ha ridimensionato le condanne inflitte in primo grado. De Benedictis e Chiariello erano stati condannati entrambi a nove anni e otto mesi, per il primo la pena è stata ridotta a sette anni, per il penalista a sei. Sconto di pena anche per il figlio dell’avvocato Chiariello, Alberto, condannato in primo grado a quattro anni, ora ridotti a tre e un mese.
È stata dunque accolta la tesi dei difensori dei due principali indagati (avvocati Gaetano Sassanelli, Andrea Sambati, Gianfranco Schirone, Saverio Ingraffia), i quali – dopo le ammissioni di alcuni episodi di corruzione fatti dal giudice e dal penalista, avevano puntato a distruggere l’aggravante della mafiosità. Secondo la Procura di Lecce, Chiariello avrebbe consegnato più volte somme di denaro a De Benedictis per ottenere da lui provvedimenti favorevoli ad alcuni indagati, in particolare scarcerazioni con applicazione degli arresti domiciliari per esponenti della criminalità foggiana e barese.
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