Che fine hanno fatto i beni confiscati ai nostri mafiosi?

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Al Sindaco del Comune di Molfetta 

 
Oggetto: Richiesta informazioni sull’attuazione della Legge n. 109 del 7 marzo 1996, “Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati”.

 
Dai dati dell’Ufficio del Commissario straordinario di Governo aggiornati al 31 dicembre 2008 risultano nel numero di trenta i Comuni della Provincia di Bari in cui vi sono beni confiscati alla criminalità.
Riteniamo opportuno come Presidio di Libera di Molfetta  fare una verifica dello stato di attuazione della Legge n. 109 del 7 marzo 1996, “Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati” anche nella nostra città.
Infatti il riutilizzo di questi beni ha un ruolo fondamentale nel combattere le organizzazioni cirminali sia dal punto di vista economico che educativo nonché nel rafforzare un sistema di relazioni tra società civile organizzata, istituzioni e imprese.
Crediamo, dunque, che il deficit di conoscenza a volte è una delle principali cause di ritardi nella piena applicazione della Legge 109/96, per questo chiediamo al nostro Comune non solo di rendere pubbliche le informazioni sui beni confiscati ma anche di creare condizioni di partecipazione e promozione, tramite adozione di regolamenti e bandi pubblici per l’assegnazione eventuale di questi beni.

A tal fine chiediamo formalmente alla Pubblica Amministrazione se:

  • ad oggi vi siano beni confiscati presenti nella nostra città;
  • tra i beni destinati al Comune di Molfetta vi siano:

         – il locale generico in Vico S. Alfonso n. 8;
         – il terreno agricolo in Contrada Piscina Messere Mauro;
         – i tre appartamenti siti rispettivamente in via Arco Catacombe
           n. 12-14, vico I S. Stefano n. 2/B, via S. Nicola n.48;

  • vi siano altri beni destinati al Comune di Molfetta, oltre quelli succitati;
  • a quali finalità siano stai ad oggi destinati;
  • tali beni siano stati acquisiti al patrimonio comunale dei beni immobili indisponibili;
  • siano stati osservati gli obblighi di legge di inventariazione e trascrizione della proprietà;
  • tali beni siano stati ad oggi dati in gestione per attività previste dalla legislazione vigente sul riutilizzo dei beni confiscati e/o siano previsti bandi per l’assegnazione di questi beni secondo la logica del riutilizzo a fine sociale.

Dal momento che il valore simbolico, educativo e culturale dell’uso sociale dei beni costituisce uno strumento per far crescere le comunità locali auspichiamo su tale questione la più ampia e reciproca collaborazione con la Pubblica Amministrazione.
In attesa di un positivo riscontro, inviamo i più cordiali saluti.


Molfetta, 8.6.2010                         

                                                        Presidio Libera Molfetta”

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