Caso Capristo, dall’ex procuratore pressioni anche sui giudici di Bari: “Voleva favori per gli amici”

Gli episodi raccontati dal giudice Roberto Olivieri del Castllo alla Procura di Potenza titolare dell’inchiesta. Ricostruita la rete dei presunti favori chiesti ai colleghi fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Le pressioni dell’ex procuratore di Trani e Taranto, Carlo Maria Capristo, sul giudice Roberto Olivieri del Castillo (già gip di Trani e oggi in servizio a Bari) per favorire alcuni amici in processi giudiziari sarebbero state esercitate fino a poco più di un anno fa.

Favori, depistaggi e corruzione: con Capristo nelle Procure di Taranto e Trani in scena un sistema di potere

Tre episodi sono stati raccontati proprio da del Castillo davanti al procuratore di Potenza, Salvatore Curcio, con dovizia di particolari. Alla mancata risposta del giudice avrebbe fatto da contraltare una specie di vendetta esercitata da Capristo sulla moglie di Del Castillo, viceprocuratrice onoraria a Trani, che già dopo l’uscita del libro Frammenti di storie semplici nel 2015 sarebbe stata relegata alle udienze davanti al giudice di pace ed estromessa dai dibattimenti penali davanti ai giudici togati.

I verbali del magistrato (oggi in servizio alla Corte d’appello di Bari) sono depositati agli atti dell’inchiesta di Potenza che l’8 giugno ha portato in carcere l’avvocato Piero Amara e il poliziotto Filippo Paradiso, ai domiciliari l’avvocato Giacomo Ragno e l’ex consulente Ilva Nicola Nicoletti e per Capristo un obbligo di dimora a Bari.

Olivieri del Castillo è stato a Potenza sentito nel maggio e nell’ottobre dello scorso anno e avrebbe dovuto tornarci come testimone, nel processo in cui l’ex procuratore di Trani è indagato per tentata concussione nei confronti della pm Silvia Curione. Quest’ultima – col marito Lanfranco Marazia (che ebbe Capristo come capo a Taranto) ha testimoniato nella scorsa udienza, ribadendo quanto aveva già messo per iscritto in una relazione alla Procura generale di Bari. Ovvero che il poliziotto Michele Scivittaro avrebbe esercitato su di lei pressioni, per conto del procuratore, per definire in maniera favorevole un procedimento in cui erano parte civile gli imprenditori bitontini Mancazzo (arrestati nel maggio 2020 con Capristo).

Proprio i Mancazzo sono i protagonisti di uno degli episodi denunciati da del Castillo, considerato che alla Corte d’appello di Bari era arrivato – nel febbraio 2020 – un altro procedimento in cui erano parte civile: “Ero consigliere relatore ma mi determinai per l’assoluzione, poi condivisa dalla Corte, ritenendo la vicenda di carattere civilistico”.

In quel processo i Mancazzo erano difesi dall’avvocato Giacomo Ragno, che la Procura di Potenza ipotizza essere stato agevolato da Capristo nell’ottenimento di incarichi legali all’Ilva e prima ancora da persone indagate a Trani, alle quali si profilava il possibile vantaggio derivante dalla sua amicizia con il procuratore.

Ragno a Trani fu indagato per usura da Savasta, che chiese l’archiviazione a del Castillo senza però ottenerla. “Gli avvicinamenti di Capristo sono avvenuti nel 2009, mi disse che Ragno era un galantuomo e che la denuncia per usura gli era stata fatta a causa di una questione di donne. Le pressioni furono poi reiterate in un paio di telefonate, in cui Capristo mi diceva che dovevo archiviare la pratica”. “Non venni minacciato ma pressato”, ha detto il giudice.

E sul punto il gip potentino Antonello Amodeo chiarisce che “Capristo volesse evidenziare platealmente la protezione di Ragno, intimidendo del Castillo e piegandolo alla sua volontà”. Cosa che non avvenne perché il giudice non si lasciò condizionare e anzi, qualche anno dopo, scrisse il libro in cui denunciava il malcostume degli uffici giudiziari di Trani.

“Ora, se un magistrato per denunciare tale malcostume ricorre a una simile forma di comunicazione – scrive il gip Amodeo – per poi passare a denunciare gli episodi in modo chiaro e lineare soltanto quando uno dei protagonisti di quel contesto, il più potente, viene arrestato, si ha una formidabile controprova della forza di intimidazione esercitata da Capristo”.

Una forza di cui anche altri testimoni hanno parlato a Potenza. E della quale si sarebbe dovuto parlare anche oggi nel processo per tentata concussione in cui Olivieri Del Castillo era stato chiamato a testimoniare insieme con l’avvocato tarantino Angelo Loreto. Il processo è stato rinviato al 29 settembre su richiesta della difesa di Capristo.

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