fonte: http://edicola.lagazzettadelmezzogiorno.it – di Lucrezia D’Ambrosio
Lo spettro della macellazione clandestina dietro i roghi che interessano i cumuli di rifiuti abbandonati lungo la strada provinciale per Ruvo di Puglia. Resti di animali, presumibilmente cavalli, uccisi, macellati, chissà dove e chissà come, sono stati sistemati proprio lì, tra residui di prodotti chimici ad uso agricolo, ethernit in grande quantità, rifiuti elettronici, vetro, plastica, guaine bituminose, in attesa del prossimo rogo.
Su quel fazzoletto di terra in cui si intersecano i territori di tre comuni, Molfetta, Ruvo e Terlizzi che, per una manciata di metri, è territorialmente competente. Lungo una strada su cui, a destra e sinistra della carreggiata, che spesso si restringe, vengono abbandonati rifiuti. Fino ad ora, ma forse è solo un caso, non erano mai state avvistate carcasse di animali. Eppure i rifiuti lì vengono regolarmente ammassati e dati alle fiamme da oltre un anno. Anche se, a questo punto, non si può escludere che a dare fuoco ai cumuli di immondizia, nel tempo, siano stati proprio coloro che avevano tutto l’interesse a cancellare ogni traccia delle loro malefatte. Quei resti, una settimana fa, nel pomeriggio del 3 ottobre, non c’erano. Poco più di una settimana dopo, nel pomeriggio dell’11 ottobre, erano lì. A lanciare l’allarme, ancora una volta, è Pasquale Salvemini, rappresentante Wwf, delegato regionale della Lac. «Abbiamo realizzato foto e video. A poco più di una settimana dall’ultima denuncia – afferma – la situazione, nella zona interessata dai fuochi, non è migliorata. Al contrario i cumuli sono aumentati e ora sono comparse anche carcasse di animali, presumibilmente, resti di macellazioni clandestine. Tutto il materiale raccolto è finito in un dossier che ci prepariamo a depositare in Procura perchè si intervenga, e subito, per arrestare un fenomeno che assume carattere di forte rilevanza penale». E ancora. «Quello che rammarica di più – continua Salvemini – sta nel fatto che, negli ultimi due anni, nessuno abbia mosso un dito per risolvere il problema. E, forse, muoversi adesso, è tardi. Lì, a prescindere dalla competenza territoriale, i rifiuti vengono abbandonati da tutti, anche dai molfettesi che percorrono la strada o che, in zona, hanno case, ville, orti. Nessuno avrebbe dovuto permettere che si arrivasse a tanto. Il silenzio, assordante, di chi doveva e non è intervenuto, ha permesso che si arrivasse a questo scempio, con crani e mandibole di cavalli, abbandonati ai margini delle strade tra uliveti e orti e ogni genere di rifiuto. Uno scempio ambientale di cui – conclude – qualcuno dovrà rispondere »