BRINDISI: TERRORISMO DI STATO

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di Gianni Lannes – SU LA TESTA
Che senso ha questa crudeltà apparentemente priva di senso in uno dei luoghi d’Italia più controllati dal potere centrale? Chi ne guadagna a straziare sangue innocente? Quali attori perversi si celano dietro ad un’azione così aberrante? La stampa di regime e le tv in onda – organi di disinformazione quotidiana sintonizzata sul canale del pensiero unico – ovviamente all’unanimità puntano il dito contro la criminalità organizzata, alla stregua dei soliti guru lacrimosi alla ribalta. Un fatto è certo (come si era detto ieri): la mafia (organizzazione criminale comunemente detta) con questo orrore che ha spezzato giovani vite non c’entra. Ergo: per una volta  il baraccone dei “professionisti dell’antimafia” si dia un contegno e non speculi come al solito sul dolore altrui. Ergo: sbaracchi, perché qui in Puglia piangiamo il nostro sangue. E se si scoprisse con una seria inchiesta giornalistica che dietro, come in passato, c’è lo zampino dello Stato? Come andrebbe a finire “primo ministro” pro tempore Monti e partiti tutti, ormai unti dalla corruzione e defunti nell’immaginario collettivo? Un appunto personale perché è in gioco il presente ed il futuro dei nostri figli: ho stralciato tutti gli impegni lavorativi per dedicarmi a questa vicenda e venirne a capo. Sia chiaro non intendo suicidarmi.
Il timer – Nei pressi della scuola gli investigatori hanno ritrovato i resti di un timer utilizzato per azionare l’ordigno rudimentale che ha provocato la morte di una studentessa di Mesagne (Melissa Bassi) e il ferimento di altri cinque ragazzi tra cui una 16enne in gravissime condizioni. Il timer era collegato a tre bombole di gas: un ordigno non semplicissimo da assemblare.
Inquirenti al buio – Sull’attentato di Brindisi «sono aperte tutte le ipotesi investigative» ha comunque detto il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso sottolineando che «qualunque sia la matrice dell’attentato, si tratta di un atto terroristico nel senso che è diretto a colpire persone innocenti e in maniera indiscriminata». «Quali sono state le ragioni dell’attentato – ha detto Grasso – si vedrà in seguito e solo le indagini potranno chiarire se è un crimine di stampo mafioso, o che mira a destabilizzare o a conservare la situazione esistente». Grasso spiega che non c’è nessuna evidenza investigativa a sostegno dell’ipotesi terroristica. «È stato un attentato terroristico nel senso che ha preso di mira persone innocenti, non nel senso della matrice», ha aggiunto il procuratore. «Speriamo di dare presto risposte al Paese e soprattutto alle vittime». «Ci sono state in passato nella storia della Sacra Corona Unita episodi di terrorismo, mai però contro una scuola e contro i bambini, non escludiamo alcuna pista e prendiamo in considerazione anche possibili collegamenti con manifestazioni antimafia in programma proprio in questi giorni in città», ha spiegato Marco Di Napoli, procuratore di Brindisi. «Non daremo loro tregua. Li prenderemo e si pentiranno di questa nefandezza» dice il capo della polizia, Antonio Manganelli. Il capo della polizia ha definito «poco verosimile» la pista passionale, pur non potendo «escludere nulla». «Mi è sembrata un’azione troppo strutturata per poter essere ricondotta ad un motivo emotivo» ha detto Manganelli. E sul timer aggiunge: «Che si tratti di un innesco a orologeria o a distanza cambia poco»: far esplodere un ordigno «alle otto meno un quarto davanti a una scuola mi sembra che non soltanto non escluda, ma metta nel conto che si possa fare una strage» spiega il capo della polizia. «È un attentato bestiale: reagiremo immediatamente: vogliamo fare subito chiarezza e verità. Gli studenti sono la speranza, non si può morire così…» dice il prefetto Francesco Cirillo, vicecapo della Polizia, inviato a Brindisi da Manganelli e dal ministro dell’Interno. Lo stesso ministro Cancellieri si sta recando nella città pugliese per incontrare investigatori e magistrati. Nella città pugliese è giunto anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, a coordinare le indagini. Non approderanno a  nulla di concreto perché andranno a cozzare contro il solido muro di gomma imposto dall’alto. Forse s’inventeranno ancora una volta la pista anarchica, buona per tutte le stagioni. Ma questo sistema di potere apparentemente inossidabile non incanta più il popolo italiano. Per la cronaca: a Brindisi, la Polizia di Stato non ha organico in forze e spesso non ha la benzina per far muovere le volanti.
“Repetita iuvant” – Terrorismo di Stato? L’obiettivo sembra un diversivo, insomma un classico depistaggio dell’intelligence più o meno deviata che alberga nel Belpaese. Chi sono i mandanti? Qual è il movente? Una cosa è chiara: la “criminalità organizzata”, o meglio la Sacra Corona Unita non avrebbe interesse ad accendere l’attenzione sulle sue attività illecite, risvegliando lo Stato in perenne letargo, per cui ogni tanto fa il lavoro sporco. E allora, come si spiega? Forse, il sistema di potere ha rimesso in moto la collaudata macchina rodata dalla Cia con la strage di Portella della Ginestra (1 maggio 1947), nota come “strategia della tensione” che tante vittime innocenti ha già mietuto in passato. I tempi sono bui e dall’alto si alimenta il caos. La bomba a Brindisi con il corollario di vittime innocenti sembra la prima di una lunga serie.  La “strategia della tensione” è in uno stretto legame con il fenomeno generale del terrorismo di stato e indica la partecipazione nascosta (o comunque il benestare) di settori dello Stato in azioni terroristiche ai danni del popolo italiano. Cui prodest? E’ magari un violento tentativo ideato molto in alto, come nel passato, per imbrigliare, anzi sedare sul nascere la pacifica protesta sociale per condizioni di vita ormai impossibili? Sono pronte per caso leggi speciali?
La realtà – Spionaggio e controspionaggio in un crocevia internazionale strategico. I servizi segreti italioti sono ben posizionati anche in questa provincia levantina. Allora Aisi ed Aise cosa fanno? Non dovrebbero proteggere la nazione da nemici esterni ed interni? C’entra qualcosa il padrone Usa? Ed il Reparto Informazioni e Sicurezza che setaccia qualsiasi comunicazione è all’oscuro di tutto? Possibile che Eurogendfor non sia attiva? Il Copasir presieduto dal guerrafondaio Massimo D’Alema è in letargo? Avete fatto caso al modus operandi? Perché il messaggio sia il più incisivo possibile, si colpiscono a casaccio persone quanto più possibile casuali – meglio ancora se giovani – in modo che la paura, lo sdegno, lo sconcerto della popolazione alimentino il caos istituzionale e blocchino sul nascere un certo ribellismo sociale. Temo che sia una strategia per inasprire le repressioni in arrivo. Anzi,  in tal modo sarà la stessa popolazione ad evocare leggi speciali. Come si sa: il terrore va combattuto con la forza. E non è detto che presto parleranno anche di pista politica. Un esempio dal Canada. Le autorità governative del Quebec hanno deciso di approvare una “legge di emergenza” per far fronte alle proteste studentesche. Si tratta di un autentico attacco ai diritti fondamentali dell’essere umano: la normativa limita in modo deciso la possibilità di manifestare, facendo precipitare il paese in un regime dittatoriale. Gli studenti hanno adottato la disobbedienza civile per contrastare questo abominio. Il sistema di potere imperante che ha legittimato il governo Monti non eletto democraticamente, teme la resistenza civile e chi ragiona con la propria testa, usando la logica e l’esperienza professionale. Dopo l’11 settembre nordamericano c’è stato il 19 maggio italiano? Ci saranno altri attentati? Così avranno carta bianca per schiacciare chi dissente? Bene, anzi, male. Un’esplosione sociale è più temibile di una deflagrazione nucleare. Preoccupa il risveglio delle coscienze. Allora, non perdiamoci d’animo e paralizziamo pacificamente il Belpaese: questi criminali in doppiopetto che hanno occupato lo Stato alla stregua di sanguisughe devono togliere il disturbo ora e per sempre. La vita di una sola persona equivale ad un crimine imperdonabile. Non vi consentiremo di massacrarci e di assassinare i nostri figli. Ogni giorno in Italia la democrazia viene demolita. Si calpestano i diritti del popolo sovrano: i nostri diritti. Basta inganni da prima repubblichetta. E’ iniziato il conto alla rovescia: SU LA TESTA!

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