di SONIA GIOIA – bari.repubblica.it
Uno dei due uomini fermati, entrambi brindisini, è un ex militare di professione con conoscenze nel campo dell’elettronica, e parenti con rivendita di bombole di Gpl per uso domestico, dello stesso tipo delle tre usate per mettere a segno l’attentato. A nessuno dei due interrogatori è seguita alcuna misura restrittiva, pare che i due uomini avessero alibi di ferro che sembrerebbero confermarne l’estraneità alla “strage delle ragazze”. In una conferenza stampa fissata per questa mattina alle undici dal procuratore Dinapoli, saranno forniti ulteriori dettagli sul fronte delle indagini. Al momento non si esclude nessuna pista, ma sembrano prendere sempre più corpo le ipotesi dell’attentato di matrice eversiva, oltre che quella del gesto di un folle solitario che ha agito mosso da un inspiegabile proposito di vendetta. Gli inquirenti, che non escludono nessuna ipotesi, ritengono al momento improbabile la pista dell’attentato di matrice mafiosa riconducibile alla Scu, per ragioni che il procuratore capo della Dda Cataldo Motta ha spiegato a chiare lettere: “Potrebbe non essere mafia – ha detto – in un momento in cui le organizzazioni mafiose locali sono alla ricerca di un consenso sociale sarebbe un atto in controtendenza perché questo gesto sicuramente aliena ogni simpatia nei confronti di chi lo ha commesso“.
Sono stabili intanto le condizioni di salute delle altre cinque studentesse rimaste ferite nell’attentato, una delle quali – la 17enne Veronica Capodieci – gravemente. La ragazza è ricoverata in Rianimazione al Vito Fazzi di Lecce, ha subito un intervento al torace, le sue condizioni sono serie ma stabili. Meno gravi le ferite riportate dalle altre quattro studentesse, tutte provenienti dalla provincia di Brindisi, in viaggio sul pullman di linea che da casa le ha trasportate a scuola ieri mattina. Sembra cadere anche l’ipotesi che l’attentatore volesse colpire proprio il pullman proveniente da Mesagne, visto che la fermata dell’autobus si trova lungo viale Aldo Moro. Cioè a diversi metri di distanza dal luogo in via Galati dove è stato spostato il cassonetto per la raccolta differenziata della carta, in cui sono state piazzate le tre bombole di gas esplose intorno alle 7:40, poco prima del suono della campanella. Fondamentale sarà capire se il telecomando che ha azionato l’ordigno, dei quali sono stati trovati e repertati alcuni frammenti consegnati alle analisi dello Sco di Roma, fossero collegati ad un ordigno a tempo, oppure azionato a vista. Un quesito che non ha ancora trovato risposte.
Energica, corale, la reazione della società civile e delle istituzioni a tutti i livelli, interprate dalle parole del capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha personalmente telefonato al primo cittadino di Brindisi esprimendo il proprio cordoglio. La carovana della legalità, capitanata da don Luigi Ciotti di Libera, che fra ieri e oggi aveva programmato due tappe nelle terre confiscate alla Scu comprese nel triangolo fra Brindisi-Tuturano-Mesagne, non arresta la propria marcia. Le iniziative sono state dirottate ieri prima davanti al Morvillo-Falcone, poi nella grande manifestazione di piazza convocata dal sindaco Mimmo Consales in piazza Vittoria, che ha registrato migliaia di partecipanti, in simultanea con i presidi spontanei in segno di lutto e solidarietà convocati in tutte le città di Italia, dove sono state sospese per iniziativa del ministro della cultura Lorenzo Ornaghi anche le manifestazioni legate alla Notte dei musei. Le carovana della legalità farà tappa oggi a Mesagne, alle dodici, prima a Mesagne e poi ancora a Brindisi, dove oggi e domani sono stati indetti due giorni di lutto cittadino. Il terzo giorno di lutto è previsto per la data, ancora da fissare, in cui saranno celebrati i funerali della piccola Melissa Bassi, vittima di un atto di “terrorismo puro”, inteso, secondo le parole del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, “nel senso che è diretto a colpire persone innocenti e in maniera indiscriminata”.