Voto di scambio, Anita Maurodinoia e Sandro Cataldo erano pronti a candidare la figlia al Comune di Bari

Dalle carte in mano alla Procura ricostruite le campagne elettorali incrociate delle Lady preferenze – Maurodinoia e Maria Carmen Lorusso – l’una faceva votare l’altra. Inoltre erano in corso trattative per stabilire chi appoggiare alle primarie per il candidato sindaco – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Mary Lorusso nel 2020 aveva sostenuto la corsa di Anita Maurodinoia al Consiglio regionale. L’ex assessora ai Trasporti l’aveva ringraziata pubblicamente, promettendole che sarebbe stata «un’amica di viaggio». E si preparava a sostenerla nella corsa verso il Consiglio comunale, a cui Mary – moglie dell’avvocato ed ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, agli arresti domiciliari dal 26 febbraio – si sarebbe candidata probabilmente con “Sud al centro”. I coniugi Cataldo-Maurodinoia, in realtà, stavano valutando anche l’opportunità di candidare al Comune una delle loro figlie ed erano in corso febbrili trattative per stabilire quale dei due candidati del centrosinistra (fra l’avvocato Michele Laforgia e il capo di gabinetto del sindaco, Vito Leccese) avrebbero appoggiato alle primarie del 7 aprile, saltate proprio a causa degli arresti effettuati appena tre giorni prima.

Maria Carmen "Mary" Lorusso e Anita Maurodinoia insieme a una festa
Maria Carmen “Mary” Lorusso e Anita Maurodinoia insieme a una festa 

Sandro Cataldo, ai domiciliari con l’accusa di aver promosso un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, era iperattivo nei giorni precedenti l’arresto. Ma lo erano anche i carabinieri, ai quali il procuratore aggiunto Alessio Coccioli il 27 febbraio aveva delegato l’attualizzazione delle indagini. Setacciando i social, leggendo gli atti dell’inchiesta “Codice interno” (che ha svelato il presunto appoggio di esponenti dei clan a Mary Lorusso nel 2019), mettendo a confronto foto e post, gli investigatori sono arrivati a una conclusione lapidaria: «Il sistema corruttivo di Maurodinoia era ben conosciuto negli ambienti della criminalità barese, infiltrata tra i colletti bianchi, in particolare dai clan Parisi e Montani».

A raccontarlo, del resto, erano le parole dei referenti delle famiglie mafiose assoldati da Giacomo Olivieri: Bruna Montani per esempio, ma anche Tommaso Lovreglio, nipote del boss Savino Parisi. Che alla madre diceva: «Maurodinoia ha preso seimilaquattrocento voti… Lo sai quanto stavano dando? Cinquanta, settanta a persona… E come fai a batterli?». La parte dell’inchiesta “Codice interno” relativa a possibili rapporti fra l’ex assessora ai Trasporti ed esponenti della malavita è rimasta lettera morta, perché nel 2019 il gip ha negato alla Dda la possibilità di intercettarla durante le elezioni comunali, dopo che nella campagna elettorale erano stati ascoltati quei riferimenti chiarissimi alla possibilità che il suo entourage comprasse voti.

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A seguire ci sono state le elezioni regionali e comunali di Grumo, poi quelle di Triggiano. E il gruppo – secondo la tesi della Procura – si preparava a sostenere candidati anche alle prossime comunali di Bari e Bitetto. I carabinieri hanno documentato anche l’iperattivismo di Nicola Lella, ex assessore di Grumo già condannato per aver preso una tangente sottoposto alla semilibertà, che avrebbe avuto contatti con esponenti della criminalità barese e della Società foggiana.

Nell’informativa che ha attualizzato l’inchiesta su Cataldo sono finite anche numerose foto, tra cui quella scattata ad Altamura il 29 maggio dell’anno scorso, che ritrae Sandrino abbracciato al governatore Michele Emiliano nella giornata conclusa con la vittoria del candidato sindaco Antonio Petronella. E poi l’immagine scattata a una festa di Natale, nello scorso dicembre, in cui Cataldo, festeggiava insieme con il presidente di “Sud al centro”, Gianlucio Smaldone, Giacomo Olivieri e Mary Lorusso. Ancora, i post di Maurodinoia su Lorusso e la foto di loro due insieme in una villa al mare. E poi quelli dello stesso Smaldone e Antonio Baccellieri, presidente e segretario provinciale di “Sud al centro”.

I carabinieri hanno valorizzato anche alcune ricostruzioni fatte su Facebook dall’ex consigliere regionale Mario Conca, che della coppia Maurodinoia-Cataldo ha scritto: «Lei ci mette solo la faccia, il lavoro sporco lo fa Sandrino». Del resto, questa è anche l’ipotesi in base alla quale la Procura ha chiesto l’arresto di Cataldo. Che nell’interrogatorio davanti alla gip ha cercato di smontare, portando l’evidenza della sua separazione dalla moglie. Ha sostenuto che la relazione matrimoniale sarebbe stata interrotta due anni fa e vivere da tempo in un’altra abitazione.

 

 

 

 

 

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