Trani, sigilli alla maxi discarica dell’Amiu a rischio esplosione: 16 indagati

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di GIOVANNI DI BENEDETTO – bari.repubblica.it

Percolato che veniva fuori “a mo’ di geyser”, si legge nei verbali dell’inchiesta. Una vera e propria eruzione filmata dai carabinieri durante alcuni sopralluoghi. Non era operativa dallo scorso 3 settembre la discarica comunale di Trani, gestita dall’Amiu, l’attività era stata sospesa dalla regione Puglia ma rimane comunque una bomba ad orologeria per la procura che ha deciso di farla sequestrare.

Secondo il magistrato Michele Ruggiero “è incombente e concreto pericolo di esplosione per la mancata realizzazione di un impianto di captazione del biogas prodotto della decomposizione dei rifiuti”. Stando a quanto accertato dalle indagini l’assenza di un impianto ha fatto sì che il biogas esercitasse fortissime pressioni sotterranee contro le pareti della discarica provocando l’eruzione di migliaia di litri di percolato e determinando l’inquinamento dell’ambiente. Le acque di falda, a leggere i verbali, erano contaminate per la presenza di metalli pesanti come il cromo, l’arsenico e il nichel. A rischio anche l’ambiente circostante a causa della continua immissione in atmosfera di ingenti quantitativi di metano e anidride carbonica.

Nessun rischio di natura igienico sanitaria, tranquilizzano dai carabinieri del Noe, dopo che la Regione aveva sospeso l’attività imponendo all’Amiu di mettere in atto misure di sicurezza ed emergenza tra cui l’immediata copertura del terzo lotto per non permettere l’infiltrazione di altro percolato, disponendo il trasferimento dei rifiuti in altri impianti. In tutto 16 gli indagati, tra amministratori comunali e dirigenti regionali accusati a vario titolo di disastro ambientale, emissioni in atmosfera non autorizzate, omissione di atti d’ufficio, gestione di rifiuti in mancanza dell’autorizzazione.

Chi gestiva la discarica, secondo l’accusa, non poteva ignorare il pericolo concreto per la pubblica incolumità, in particolare in merito al rischio di esplosione. Tra i nomi c’è quello di Luigi Riserbato, il sindaco dimissionario eletto nelle fila della Puglia prima di tutto, ai domiciliari dallo scorso 20 dicembre coinvolto in un’inchiesta su un presunto sistema che pretendeva tangenti per pilotare le gare d’appalto. Poi l’ex amministratore unico di Amiu Antonello Ruggiero, anche lui coinvolto nell’inchiesta, gli ex assessori all’ambiente Giuseppina Chiarello e Giuseppe De Simone, (che si era dimesso alcuni giorni fa) e l’ex primo cittadino Giuseppe Tarantini. Non solo. Tra gli indagati anche l’ex amministratore dell’Amiu Francesco Sotero, Giuseppe Affatato, già funzionario comunale, i tecnici dell’Amiu Francesco Di Toma, Pasquale Sorrenti e il direttore della discarica Michele Zecchillo. Il provvedimento è stato notificato anche nelle mani di Domenico Angiolella, capo settore tecnico responsabile della discarica, Renato Monterisi, capo reparto tecnico dell’impianto, Antonello Antonicelli, dirigente Rifiuti alla Regione Puglia, Giovanni Campobasso, del servizio ciclo rifiuti della regione, Giuseppe Tedeschi e Giuseppe Maestri. L’Amiu è indagata come persona giuridica.

L’impianto di Trani, lo ricordiamo, dopo la chiusura della discarica di Giovinazzo e in forza di un’ordinanza regionale sempre prorogata, fino a quando non è intervenuto il provvedimento di sospensione imposto dalla regione, ha continuato a ricevere immondizia da decine di comuni. All’epoca si stimò che erano oltre 500 le tonnellate in eccesso.

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