Storia dell’ordinanza mai nata

di Matteo d’Ingeo

Ieri mattina alle ore 9.50 circa rientro a casa in auto e trovo via Quintino Sella, nel tratto tra via Salepico e via Ricasoli, bloccata da un nastro adesivo e un tavolo. Scendo, leggo attentamente una “fotocopia di avviso” affissa sul muro su cui non c’è il numero di ordinanza che permette ai responsabili della chiesa di bloccare un tratto di strada e sottrarre decine di parcheggi a chi paga il pass annuale come residente. Mi reco a casa, dopo aver parcheggiato lontano da casa, scorro l’albo pretorio ma non trovo alcuna ordinanza di riferimento. Telefono alle 10.25 al Comando di PM, ma non sanno se c’è un’ordinanza. Arrivano gli agenti di PM sul posto prendono atto della situazione, richiamano il Comando e anche loro chiedono ai colleghi se c’è un’ordinanza. Ma l’ordinanza non si trova.

Una vicenda singolare che vede protagonista un piantone di turno in una postazione di Polizia Municipale che non ha una cartellina o un file, da consultare in tempo reale le numerose ordinanze emanate dal Sindaco o dalla stessa Polizia Municipale, per verificare perché un tratto di strada pubblica è stata chiusa arbitrariamente da qualcuno.

Annualmente la “Festa del Ciao” è chiusa nel perimetro di Corso Umberto tra la chiesa e l’immobile del Palazzo Gagliardi, senza invasione di strade. Invece ieri mattina gli organizzatori hanno pensato bene di bloccare le trade, con tavoli e nastri adesivi di una ben nota azienda di traslochi (ignara dell’uso del proprio nastro adesivo). Il gesto più grave è stato quello di affiggere anche locandine abusive con il logo del Comune di Molfetta facendo credere ai residenti che quel blocco fosse regolare. Ma il cartello non riportava alcuna indicazione dell’ordinanza.

Verso le ore 11.00, dopo le ulteriori verifiche i blocchi sono stati rimossi, nastri adesivi e locandine abusive sono sparite e la “Festa del Ciao”, fino alle ore 16.00, si è svolta senza problemi, come avviene da parecchi anni, nello spazio di Corso Umberto davanti alla chiesa del Sacro Cuore. Abbiamo sopportato anche la voce degli altoparlanti al massimo del volume che giungeva nelle nostre case, subendola, ma non abbiamo chiesto l’intervento della PM, perché a quell’ora Molfetta è lasciata in balia di se stessa.

Questa vicenda offre uno spaccato di quotidianità della nostra comunità che deve far riflettere, in particolare la reazione scomposta di qualche parrocchiano che ha difeso l’operato degli organizzatori della Festa mostrando una sorta di fanatismo religioso che deve giustificare tutto e tutti, anche quello di bloccare una strada senza averne l’autorizzazione, per il bene e la gioia dei fanciulli. Questo concetto mi riporta in mente il pensiero di un ex assessore a proposito del campeggio abusivo che si allestiva nella zona retrostante della Capitaneria di Porto.

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