“Siamo tutti terremotati”: così Azzollini favorì l’ospedale

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di GIULIANO FOSCHINI – www.repubblica.it

C’era da approvare la legge per le popolazioni terremotate. “E chi sta più terremotato di noi?“. È in questa battuta che un ex dirigente della Casa divina provvidenza fa al sostituto procuratore, Silvia Curione, il motivo per cui oggi la procura di Trani chiede al Senato l’arresto del senatore Antonio Azzollini. Lo ha fatto con una richiesta, lunga appena 20 pagine, depositata il 4 maggio scorso e che in queste ore arriverà anche al Senato nella quale vengono ricostruiti i “gravi indizi” a carico del senatore di Ncd.

La Procura è certa che la legge sugli sgravi fiscali per le popolazioni terremotate sia stata fatta approvare da Azzollini appositamente per favorire la Casa divina provvidenza. Non a caso, come dirà l’Agenzia delle entrate, l’unica ad usufruirne è stata proprio Cdp. Cosa è successo lo spiega bene, in un lungo verbale, Antonio Soldani, ex dirigente della Divina provvidenza: “Avevamo bisogno di riorganizzarci – dice – L’unica possibilità che esisteva era quella di sfruttare un’occasione che si era verificata. Ci fu il terremoto… non mi ricordo quale terremoto, di quale anno, che colpì anche Foggia. Per cui, ogni qualvolta ci sono dei terremoti, c’è la norma che sospende il pagamento dei contributi (…) Siccome noi siamo terremotati per natura… Anziché limitare questo discorso a Foggia che poi in realtà manco aveva avuto tutti questi danni, (…) lo facciamo anche a tutta la Casa Divina Provvidenza. Per cui, insomma, sostanzialmente, finanziati con venti milioni in questo modo, senza interessi, senza sanzioni e fu fatto questo discorso”. Chi erano gli interlocutori della Csp, chiedono i pm? “Azzollini nella fattispecie”.

Un’ulteriore prova in questo senso verrebbe anche dalle intercettazioni telefoniche che la Procura ha depositato al tribunale del Riesame. In una per esempio Angelo Belsito, uno degli uomini di Azzollini secondo la Procura all’interno di Cdp, dopo aver ricevuto pressioni da suor Marcella perché si ritardavano alcune nomine, chiama Azzollini.

Belsito: “Sono pronti i nominativi? Che occorrono con urgenza!”.
Azzolini: “Va bene. Ci sentiamo questo pomeriggio”.

Agli atti c’è poi anche una telefonata diretta tra Azzollini e Giuseppe Profiti, il presidente del Bambino Gesù, commissario nominata dal Vaticano del Cdp. Prendono un appuntamento e dopo Profiti spiega al suo collaboratore, Domenico Pantaleo (che non è indagato) come è andata:

Profiti: “Mi ha detto Uhé! Dotto’! Dotto’! Commissario, là ci deve stare uno dei nostri! Ci deve stare. Noi siamo gente seria! Oggi pomeriggio lo vedo e ci vado giù duro! Ci vado… Se mi chiedono un giorno, ma perché Bisceglie? Chi te lo fa fare? Il dialetto. Cioè io impazzisco ogni qualvolta li sento”.

Profiti è un punto centrale di questa vicenda, perché porta nel Vaticano la questione Cdp, informando gli alti vertici, compreso i cardinali Versaldi e Bertone di quello che sta accadendo. “Allo scopo di portare a compimento ambiziosi e sotterranei fini affaristici di riconquista dell’Ente commissariato – dice la Procura – si attiva ai massimi livelli di potere politico per orientare la scelta ministeriale dei commissari e conseguentemente porre le basi per la realizzazione del programma di riacquisizione dell’Ente ormai “affrancato” dall’immenso disavanzo accumulato in decenni di mala gestione“.

E ancora: “Nell’attuazione del programma il Profiti mette in moto un meccanismo analogo a quello architettato per la riacquisizione dell’Idi (Istituto Dermatologico dell’Immacolata), muovendosi sul doppio binario, politico-ecclesiastico, anche attraverso l’interlocuzione con i suoi altissimi referenti in Vaticano ed in particolare i cardinali Versaldi e Bertone

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