Sesso per curare le pazienti, due colleghi del ginecologo ai pm: “Si sapeva, lamentele anche da altre donne”

Le dichiarazioni di due medici baresi che avevano risposto a due donne dopo aver subito gli abusi di Giovanni Miniello. Frasi ora negli atti dell’inchiesta sul medico accusato di violenza sessuale e agli arresti domiciliari – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Conosco bene Giovanni Miniello, perché su di lui ho già ricevuto lamentele da altre pazienti“: due ginecologi baresi avevano risposto così a due donne che si erano rivolte a loro dopo aver subito abusi sessuali dal medico arrestato il 30 novembre. I racconti di entrambi sono finiti nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Una è la prima giovane che ha denunciato Miniello, nel novembre 2019, l’altra una studentessa di Medicina che pochi giorni fa ha rilasciato una lunga testimonianza ai carabinieri, nella quale ha anche evidenziato di aver parlato delle visite finite in molestie con un altro medico e di avere avuto la conferma che pure altre persone si erano lamentate di quelle dubbie modalità diagnostiche.

Anche sui social, del resto, dopo che la vicenda è esplosa tramite il servizio delle Iene, si sono susseguiti i commenti di chi diceva che le visite un po’ troppo approfondite di quel ginecologo erano cosa nota. Eppure nei suoi confronti non era mai stata presentata alcuna segnalazione né denuncia all’Ordine dei medici, come ha confermato il presidente Filippo Anelli.

“Quello che sta emergendo dall’inchiesta non era immaginabile – ha detto Anelli – impressiona anche il fatto che sarebbero state coinvolte le specializzande e che in quell’ambiente non si sia saputo nulla”. Molte donne fra di loro avevano parlato dell’approccio sessuale del medico, in realtà, anche se fino all’autunno del 2019 nessuna aveva presentato denuncia all’autorità giudiziaria.

Le prime due a parlare sono state una 36enne e una 26enne, amiche e assistite dallo stesso avvocato, che avevano a loro volta indicato i nomi di altre persone che avevano subito le stesse avances. Le ulteriori querele sono state depositate soltanto dopo il servizio delle Iene. E in seguito agli arresti domiciliari disposti il 30 novembre, continuano ad arrivarne ogni giorno. Il gip Angelo Salerno, però, nella sua ordinanza ha messo una serie di punti fermi, che potrebbero inficiare la presentazione di denunce su episodi molto datati.

La Procura aveva ritenuto utili anche quelle presentate dopo sei mesi dai presunti abusi, evidenziando che alcune ragazze avevano capito la gravità dei fatti di cui erano state protagoniste solo dopo che si erano confrontate con le amiche. Il giudice, invece, non ha condiviso tale impostazione. E lo stesso ha fatto in relazione alla questione dell’inferiorità psichica delle pazienti, determinata dalla fama di Miniello e dai gravi danni che prospettava se non avessero accettato la terapia di “bonifica” dal papilloma virus.

I pm hanno ritenuto che “la prospettazione del rischio tumorale ha determinato una condizione di inferiorità psichica”, il gip invece ha riconosciuto “lo stato di soggezione” ma ha evidenziato che “il livello culturale e sociale delle persone offese era tale da far capire che non esisteva una situazione di imminente pericolo per la propria incolumità”. Inoltre le vittime “avrebbero potuto agevolmente individuare altri percorsi diagnostici e terapeutici, ricorrendo a professionisti diversi”.

Come quelli a cui le donne si sono rivolte dopo aver realizzato la gravità delle condotte del ginecologo e dai quali si sono sentite dire: “Non dirmi niente di Miniello, so tutto, non sei la prima”.

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