Scu, 12 arresti nel Brindisino Riti e pax mafiosa

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La guerra tra clan nel Brindisino sarebbe non solo superata da un “armistizio” siglato per distrarre l’attenzione degli investigatori ma addirittura annullata da una contiguità fra gruppi che un tempo erano contrapposti: è quanto emerge da una delle ultime inchieste della Dda di Lecce che ha portato oggi all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri in carcere a carico di altrettanti presunti componenti della organizzazione di tipo mafioso Sacra corona unita.

Si tratta di persone di Brinidisi e della vicina Mesagne, riconducibili a due gruppi famigliari: gli Ostuni del capoluogo e i Gravina del comune limitrofo. L’attività eseguita dai carabinieri e coordinata dai pm Alberto Santacatterina della Dda di Lecce e Marco D’Agostino della procura di Brindisi mette in luce l’utilizzo di vecchie logiche, come l’affiliazione in carcere che – come evidenziato dal procuratore capo della Dda di Lecce, Cataldo Motta – è caratteristica della Scu salentina, legate però a nuove strategie di controllo del territorio e di esercizio della forza di intimidazione.

Agli indagati è contestato il reato di associazione di stampo mafioso e qualche episodio di spaccio e di contrabbando di piccoli quantitativi di tabacchi, principalmente sigarette ‘Yesmoke”.

Secondo quanto emerso, di rilievo nel mantenere i contatti fra affiliati sarebbe il ruolo delle donne, due in particolare, arrestate dai carabinieri nell’operazione scattata stamani all’alba: si tratta di Maddalena Micelli, 61 anni, e di Pia Romano, 45 anni entrambe dedite secondo l’accusa a tenere i contatti fra i detenuti e l’esterno.

Coinvolto anche Sandro Campana, 39 anni, fratello di Francesco, boss della Scu. Secondo quanto appurato, i riti di affiliazione avvenivano tramite il passaggio di una sigaretta, per lo più il sabato, all’interno delle case circondariali. All’attività investigativa di tipo tradizionale si sono aggiunte poi, con un metodo inverso di riscontro, le dichiarazioni di tre collaboratori che hanno poi confermato quanto già rilevato in fase di indagine.

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