Un nuovo processo a carico dell’ex pm di Trani Antonio Savasta si aprirà subito dopo l’estate davanti al giudice per l’udienza preliminare di Lecce. L’accusa è di tentata concussione, in concorso con l’avvocato barese Dimitri Russo e l’imprenditore barlettano Raffaele Ziri. Secondo la pm Roberta Licci, i tre uoomini avrebbero chiesto 350mila euro all’imprenditore Giuseppe Di Miccoli, che con Savasta era stato in affari in relazione alla gestione della Masseria San Felice di Bisceglie. È stato proprio Di Miccoli a denunciare ripetuamente l’ex pm e sarà lui a costituirsi parte civile nell’udienza, che inizierà il 17 settembre davanti al gup Sergio Tosi.
Pochi giorni dopo, Savasta tornerà in Tribunale per il processo d’appello relativo al cosiddetto “Sistema Trani“, che avrebbe messo in piedi insieme all’ex gip Michele Nardi e che in primo grado gli è costato la condanna a 10 anni e 4 mesi, mentre 4 anni sono stati inflitti all’ex collega pm Luigi Scimè e all’immobiliarista Luigi Dagostino, e 4 anni e 4 mesi agli avvocati Giacomo Ragno e Ruggiero Sfrecola. Il secondo grado di giudizio si aprirà il 18 ottobre, per proseguire l’8 novembre e concludersi con la sentenza il 20 dicembre. Prima di allora, però, per Savasta potrebbe arrivare il rinvio a giudizio in relazione alla vicenda Di Miccoli.
I fatti contestati risalgono al 2014, quando – è scritto nel capo di imputazione – fu fatto credere a Di Miccoli che Savasta avrebbe potuto interferire positivimente sui procedimenti penali relativi al suo Maglificio Kappao Srl, dietro pagamento di una somma consistente. A fare da mediatore rispetto a tale possibile accordo – secondo l’accusa – sarebbe stato l’avvocato Dimitri, che all’epoca difendeva l’imprenditore barlettano. Ziri, dal canto suo, aveva presentato istanza di fallimento del Maglificio, in relazione a un credito contestato e rispetto al quale aveva rifiutato proposte transattive. A fare da sfondo a quel fallimento, però, ci sarebbero stati i rapporti tra il Gruppo edile Ziri e la famiglia Savasta, favorita nell’acquisto di un immobile in un complesso turistico di Margherita di Savoia. Rapporti che la Procura di Lecce ha ben messo in evidenza nell’avviso di conclusione indagini a carico dell’ex pm e dei suoi presunti complici, nel quale viene evidenziato anche il ruolo svolto dall’avvocato Russo. Savasta, dal canto suo, avrebbe orchestrato l’intera vicenda, approfittando del suo ruolo di sostituto procuratore a Trani e cercando di far credere a Di Miccoli che avrebbe potuto influire sulle sue vicende penali. L’imprenditore, però, lo ha denunciato e, quando ha cominciato a nutrire sospetti sull’avvocato Russo, ha registrato le sue conversazioni e le ha depositate in Procura.