Popolare di Bari, Marco e Gianluca Jacobini non rispondono al gip dopo l’arresto

Sono arrivati nel tribunale di Bari due ore prima dell’interrogatorio previsto per le 9,30, gli ex vertici della Banca popolare di Bari, che dal 31 gennaio sono agli arresti domiciliari con le accuse di falso in bilancio e in prospetto, ostacolo alla vigilanza, maltrattamenti e estorsioni.

Si tratta di Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio (ex presidente e condirettore) e di Elia Circelli, responsabile della funzione Bilancio, che sono stati interrogati dal gip Francesco Pellecchia. I due Jacobini si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, perché solo ieri gli avvocati difensori (Francesco Paolo Sisto, Giuseppe Iannaccone, Giorgio Perrone e Guido Carlo Alleva) hanno potuto visionare le 41mila pagine di atti allegati all’ordinanza di custodia cautelare. “Avevamo 41mila motivi per non rispondere – ha spiegato l’avvocato Sisto – perché è necessario fare prima un esame attento della documentazione”.

Ex vertici Pop Bari non rispondono al gip, il difensore Sisto: “41 mila motivi per tacere”

Dopo che avranno preso visione dell’intero incartamento, insieme con i legali, Marco e Gianluca Jacobini decideranno se chiedere un interrogatorio al gip o presentare ricorso direttamente al Tribunale del Riesame. Circelli (assistito dall’avvocato Giuseppe Modesti), invece, ha deciso di rispondere alle domande del gip Pellecchia.

E’ stato lui a firmare le ordinanze di custodia cautelare, su richiesta del procuratore aggiunto Roberto Rossi e dei pm Federico Perrone Capano e Savina Toscani, all’esito delle indagini del Nucleo di polizia tributari della guardia di finanza di Bari. La richiesta è stata avanzata la scorsa estate, ben prima che la Banca d’Italia disponesse il commissariamento dell’istituto di credito pugliese, deciso il 13 dicembre.

Oltre ai tre arresti domiciliari, il gip ha disposto anche l’interdizione di un anno dalla professione bancaria e dalla dirigenza di aziende per Vincenzo Figarola De Bustis, ex amministratore delegato, accusato degli stessi reati. Altre cinque persone sono indagate ma non sono state raggiunte da misure cautelari, si tratta di: Luigi Jacobini, l’altro figlio di Marco; Giorgio Papa, ex amministratore delegato; Roberto Pirola e Alberto Longo, ex presidenti del Collegio sindacale; Giuseppe Marella, ex Responsabile dell’Internal Audit della BPB.

In totale sono contestati 13 episodi di falso in bilancio, commessi negli anni tra il 2014 e il 2018; un episodio di falso in prospetto in relazione alla vendita delle azioni; sei di ostacolo alla vigilanza, ai danni di Consob e Banca d’Italia; maltrattamenti e estorsioni nei confronti di Luca Sabetta, ex chief risk officer, che denunciò in procura i presunti abusi subiti. Tra le vicende al centro dell’inchiesta, l’acquisizione nel 2014 del gruppo bancario Tercas di Teramo.

fonte: CHIARA SPAGNOLO – bari.repubblica.it

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