Bari, un frate benedice il rito del clan vietato dal sindaco. La Curia si dissocia: “Turba la coscienza della città”

Un Padre nostro che mette in imbarazzo la curia barese. E’ quello recitato da un frate nel rituale religioso della famiglia Sedicina nel rione Libertà di Bari. Un rituale legato alla festa della Candelora ma che nella realtà, come ha denunciato in questura il sindaco Antonio Decaro, rappresenta una manifestazione con precisi codici mafiosi. “Un religioso in modo improvvido si è reso presente alla cerimonia non autorizzata e vietata dal sindaco. La Curia e il vescovo condannano l’episodio che turba gravemente la coscienza civile e religiosa di tutti“.
 
Il frate, nonostante le polemiche e l’intervento di polizia, carabinieri e vigili urbani per far rimuovere le luminarie, impedire la processione con la banda e l’esplosione dei fuochi d’artificio, senza alcuna autorizzazione, ha benedetto la statua e fatto recitare ai partecipanti della cerimonia nell’androne del palazzo di via Nicolai, la preghiera più cara ai fedeli cattolici assieme all’Ave Maria. 
 
Affidarsi a Dio con la consapevolezza che la nostra vita è affidata a Dio” e la “Benedizione è dire il bene degli altri” ha recitato il frate prima dell’applauso e la musica della banda. Parole e partecipazione condannate senza mezzi termini da don Francesco Preite, parroco del Redentore, non solo una chiesa e un oratorio, ma anche un presidio di legalità e speranza per i giovani del quartiere.
 
Non posso credere che quel frate – racconta amareggiato – non sia a conoscenza di ciò che vuol dire quel rito, che codici abbia. La sua partecipazione è deprecabile e sconfortante. Rischia di rovinare un lavoro quotidiano, complesso e difficile, soprattutto con le nuove generazioni, la parte più sensibile del Libertà. Dopo le prese di posizione del sindaco e del questore, che hanno fatto ben capire cosa ci sia dietro certe manifestazioni, è incomprensibile come si possa esserne complici. Ciò che accade lì non è dissimile dallo schiaffo ricevuto dalla giornalista del Tg1 Mariagrazia Mazzola due anni fa dalla moglie del boss“. 
Il rituale, comunque, si è compiuto, non come avrebbero voluto gli organizzatori, ma con la partecipazione di persone del quartiere, i palloncini, i fiori, le note della banda e qualche petardo esploso nella mattinata, come segno di sfida.
 

Bari, un frate benedice la festa del clan: il video postato in segno di sfida al sindaco e alla Curia

Un Padre nostro che mette in imbarazzo la curia barese. E’ quello recitato da un frate nel rituale religioso della famiglia Sedicina nel rione Libertà di Bari. Un rituale legato alla festa della Candelora ma che nella realtà, come ha denunciato in questura il sindaco Antonio Decaro, rappresenta una manifestazione con precisi codici mafiosi. “Un religioso in modo improvvido si è reso presente alla cerimonia non autorizzata e vietata dal sindaco. La Curia e il vescovo condannano l’episodio che turba gravemente la coscienza civile e religiosa di tutti”.   Il frate, nonostante le polemiche e l’intervento di polizia, carabinieri e vigili urbani per far rimuovere le luminarie, impedire la processione con la banda e l’esplosione dei fuochi d’artificio, senza alcuna autorizzazione, ha benedetto la statua e fatto recitare ai partecipanti della cerimonia nell’androne del palazzo di via Nicolai, la preghiera più cara ai fedeli cattolici assieme all’Ave Maria. Il video è stato postato su Facebook da Lucia Sedicina, quasi un segno di sfida nei confronti del sindaco 

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