“Politici, medici e imprenditori: nessuno diceva no al clan”. L’ultimo pentito di Bari svela i rapporti opachi fra criminalità e istituzioni

L’agguato al boss Pinuccio Mercante nell’estate 2012 

De Bernardis, ex uomo di fiducia del boss Pinuccio Mercante, continua a raccontare le trame di potere fra pezzi della criminalità organizzata e classe dirigente – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

“‘U Drogat conosceva politici, medici, tutti conosceva e a lui nessuno gli diceva di no“: nelle parole di Alessandro De Bernardis, detto ‘Brodino’, l’ultimo pentito di Bari c’è il racconto di rapporti stretti che gli uomini dei clan più potenti di Bari avrebbero avuto con esponenti politici, imprenditori, dirigenti di aziende sanitarie. Racconto che ha come protagonista principale Pinuccio Mercante, boss del quartiere Libertà morto nell’aprile dell’anno scorso, a cui De Bernardis è stato affiliato per molti anni prima di passare sotto Filippo Capriati.

Un boss che faceva “soldi a palate” con varie attività criminali ma “non voleva fare la guerra con nessuno”, che “a Natale riceveva camion di agnelli, di olio, di pesce” e, anziché spartirli con i suoi uomini, “li regalava ai dirigenti sanitari, agli avvocati, a quelle che pensava fossero persone importanti, a cui un domani si poteva appoggiare”.

Era un uomo temuto Mercante, così come lo era De Bernardis, all’epoca spietato e senza scrupoli, che oggi sta raccontando alla magistratura fatti accaduti a Bari negli ultimi venti anni. E non esita a fare riferimenti anche a episodi recenti, come il tentato omicidio di un buttafuori davanti a una discoteca di Modugno a novembre o l’assassinio di Ivan Lopez a San Girolamo a settembre e il pentimento del fratello Francesco. Senza tralasciare le dichiarazioni sugli attuali assetti della criminalità: “Il boss dei boss a Bari è Savino, anche se pure Palermiti, che è un suo figlioccio, è potente. E poi Tonino Capriati. Se fosse stato per loro le guerre a Bari non ci sarebbero mai state”.

Perché loro, dice “Brodino” erano persone con cui si poteva parlare e che badavano soltanto al profitto, senza farsi trascinare in inutili faide che, per forza di cose, attiravano l’attenzione delle forze dell’ordine. E, probabilmente non era un caso se, sempre a detta del pentito, i loro nomi erano gli unici baresi inseriti “nel libro master dei boss che sta in Calabria, in un posto che non mi ricordo, forse San Luca“.

Tanti, dunque, sono gli spunti che De Bernardis ha fornito nel corso degli interrogatori a cui è stato sottoposto in pochi mesi. E stato lui, per esempio, il 30 novembre a confermare davanti al pm Domenico Minardi che “il clan Mercante non esiste più“, perché ancora prima della morte di Pinuccio i suoi uomini lo avevano abbandonato a causa del brutto carattere: “La mattina con lui si poteva ragionare e tutti andavano al bar che usava come ufficio a trovarlo, poi il pomeriggio diventava intrattabile perché beveva l’Amaro Lucano e cambiava radicalmente, ci maltrattava e ci minacciava. Una volta a me disse ‘A me sta a decidere se tu vivi o muori“.

Rispetto a tali racconti, la Procura tende a considerarli attendibili, anche perché De Bernardis non sembra nascondere nulla di ciò che lo riguarda, né i reati commessi e né quelli solo progettati. “Il mio era il gruppo di fuoco più forte e pericoloso, avevamo le armi ed eravamo disposti ad usarle – ha spiegato – Io ai miei affiliati davo pistole e giubbotti. A tutti“. All’epoca quel gruppo aveva il controllo del quartiere Libertà, poi lentamente presero il potere gli uomini di Lorenzo Caldarola, del clan Strisciuglio. E ‘Brodino’ fu vittima di un secondo agguato, al quale scampò. Per vendicarsi era pronto a sparare al suo aggressore: “Avevo il kalashnikov, la pistola a tamburo, l’automatica e il giubbotto. Prima volevo sparargli e poi portarmi un’accetta, per staccargli la testa e appenderla al centro del San Paolo“.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi