Vico I Sigismondo si può chiudere se lo chiedono solo due cittadini?

Il 10 gennaio scorso abbiamo parlato della chiusura al transito veicolare di Vico I Sigismondo in entrambi i sensi di marcia.

Questa situazione aveva incuriosito un po’ tutti perché in contrasto con l’ordinanza di Polizia Locale n. 77176 dell’8 novembre 2021 che così “ordinava”: “I residenti potranno transitare per via Sant’Angelo sino a Largo Sant’Angelo, sostare negli appositi spazi di parcheggio e transitare in uscita per vico I Sigismondo – Piazza V. Emanuele“.

La situazione si era complicata con il montaggio di un’impalcatura montata tra Capodanno e la Befana. Avevamo chiesto chiarimenti alla Polizia Locale e le risposte sono arrivate. 

Intanto la ditta dell’impalcatura sembra sia stata sanzionata perché non aveva ancora ottenuto l’autorizzazione e questo conferma i nostri dubbi per cui ribadiamo la necessità di ulteriori controlli sul territorio. Per quanto riguarda la chiusura di Vico I Sigismondo, invece, abbiamo ricevuto copia dell’ordinanza n. 79360 del 15.11.2021 (testo integrale in coda) emessa solo qualche giorno dopo la n. 77176 dell’8 novembre 2021.

Ebbene, nell’ordinanza n. 79360 del 15.11.2021 nel primo capoverso si legge:

Vista l’istanza pervenuta presso questo Comando di P.L. al prot. 71609 del 18.10.2021, relativa alla messa in sicurezza di vico I Sigismondo, a firma di cittadini residenti, in qualità proprietari degli immobili con accesso da vico I Sigismondo n. 12 e da via Sigismondo n.52, immobili caratterizzati dalla presenza di balconi bassi, prospicienti vico I Sigismondo, relativi a una problematica di danneggiamento al balcone do proprietà dei ricorrenti, causa transito di mezzi con altezza superiori ai mt. 2,50;” …”Ordina la istituzione del divieto di circolazione su vico I Sigismondo, tratto compreso tra Largo Sant’Angelo e Piazza Vittorio Emanuele e viceversa.”

Nella storia millenaria di Molfetta Vico I Sigismondo non è mai stato chiuso al traffico e non è l’unica strada in cui ci sono “balconi bassi”. Nel quartiere settecentesco, e nel centro storico, ce ne sono decine di balconi simili in strade strette e regolarmente aperte al traffico. 

In passato ci sono stati altri balconi semidistrutti anche nella via San Benedetto e non è mai stata chiusa; oppure in pieno centro cittadino, in via Rattazzi, a pochi metri dalla posta centrale, c’è un balcone abbastanza sporgente che da anni è sempre in riparazione. Anche in questo caso non ci sembra che via Rattazzi sia stata mai chiusa al traffico.

Pertanto, il problema esiste ma non può essere risolto con la chiusura delle strade, ma con una segnaletica apposita di divieto di transito a mezzi furgonati con una altezza superiore ai mt 2,50. Oppure, in alcune strade piccole senza marciapiedi, si possono predisporre i paletti parapedonali che tengano i mezzi in transito lontani dalla perpendicolare dei balconi bassi. Poi se c’è qualche cittadino indisciplinato che parcheggia in divieto di sosta lo si sanziona anche tre volte al giorno fino a quando non capirà.

Questo, che si è creato, è un pericoloso e antipatico precedente che potrebbe creare altre raccolte di firme, di uno o più proprietari, che chiedono, per altri motivi, la chiusura al transito di strade dove si affacciano i loro balconi “a rischio”. 

Ma non tutti i cittadini, però, sono raccomandati, o hanno “santi” in paradiso, oppure rappresentano piccoli nuovi “Marchesi del Grillo”. Evidentemente il proprietario del balcone del civico n. 12 di vico I Sigismondo si è servito di qualche “santo” o “Marchese” per sottoscrivere e chiedere la chiusura della strada. 

Tra l’altro, nel quartiere, conoscono bene chi è il proprietario del balcone dell’immobile in via Sigismondo n.52 e noi vogliamo rivolgerci a lui in particolare perché, un consigliere comunale deve operare per il bene comune e non per quello privato.

Speriamo che l’ordinanza di chiusura di Vico I Sigismondo sia momentanea e revocata dopo il termine dei lavori alla facciata condominiale in corso d’opera, e sostituita solo con una segnaletica verticale appropriata nell’interesse di tutta la comunità e non di due privati cittadini. Nel frattempo speriamo che ci siano altri cittadini del quartiere, indignati, pronti a sottoscrivere una richiesta per lasciare aperta la strada, e allora capiremo quanto sia influente la intermediazione di un consigliere comunale.

Infine invitiamo il sindaco, e i suoi dirigenti, a comunicare ai cittadini certe “scelte urbanistiche” attraverso modalità diverse, oltre la pubblicazione all’albo pretorio, perchè non tutti i cittadini leggono l’albo pretorio on line e né sanno cosa sia.

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