Piacenza, caserma sequestrata e dieci carabinieri arrestati: accuse di spaccio, arresti illegali, estorsione e tortura

Una caserma dei Carabinieri posta sotto sequestro e dieci militari arrestati, alcuni già in carcere altri agli arresti domiciliari. I provvedimenti di custodia cautelare nell’operazione sono in totale 22. E’ un’inchiesta a tratti senza precedenti quella condotta negli ultimi sei mesi dalla Procura della Repubblica di Piacenza e che ha portato all’emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare per i militari di una caserma della Compagnia di Piacenza, quella di via Caccialupo. E’ la prima volta in Italia che una caserma viene messa sotto sequestro. 

Per i militari coinvolti il Comando generale dell’Arma ha disposto “l’immediata sospensione dall’impiego”. Il comando generale, sottolinea una nota dell’Arma, ha contestualmente disposto la “valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”.
 

“Un carabiniere favoriva e proteggeva i pusher”

I reati contestati vanno dal traffico di droga all’estorsione e agli arresti illegali fino alla tortura: l’indagine avrebbe scoperchiato anni di illegalità. Sotto la lente sono infatti finiti presunti reati commessi a partire dal 2017. Tutto è nato da un’indagine sul traffico e lo spaccio di stupefacenti, che vedrebbe fra i suoi esponenti di spicco un graduato dei carabinieri, in servizio presso la stazione Piacenza Levante, che sfruttando la sua divisa avrebbe gestito un’attività di spaccio attraverso pusher di sua fiducia. Il carabiniere, inoltre, li avrebbe agevolati nella compravendita di grandi quantità di droga garantendo protezione in cambio di un tornaconto economico.

Le misure cautelari

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse nei confronti di 12 soggetti, di cui 5 appartenenti all’Arma dei carabinieri mentre ai domiciliari sono finiti 5 persone, di cui 1 appartenente all’Arma. Si tratterebbe del comandante della stazione. L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, è scattato per 3 militari appartenenti all’Arma e per 1 appartenente al Corpo e l’obbligo di dimora nella provincia di Piacenza per un Ufficiale dell’Arma (il comandante della compagnia di Piacenza).

L’intercettazione: “Schiaffoni come in Gomorra”

“Fatti gravi che non intaccano la fiducia nell’Arma”, ha detto, riporta il sito della ‘Libertà‘ il procuratore capo Grazia Pradella.  ”Tutti gli illeciti più gravi sono stati commessi nel lockdown, con il più totale disprezzo dei decreti emanati dalla presidenza del consiglio. Solo un militare della caserma non è coinvolto. Faccio fatica a definire questi soggetti ‘carabinieri’ perché i comportamenti sono criminali. Non c’è nulla di lecito nei comportamenti”, ha aggiunto Pradella, che in conferenza stampa ha citato un’intercettazione: “Il malavitoso dice: hai presente le scene di Gomorra, guarda che è stato uguale, tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato”.

Il comandante dei carabinieri: “Un colpo al cuore”

Tra le ipotesi d’accusa – secondo quanto riportato dal giornale piacentino Libertà – ci sarebbero anche certificazioni fornite da un carabiniere in modo da consentire a spacciatori piacentini di raggiungere Milano per rifornirsi di droga durante il lockdown. “Per noi è un colpo al cuore – ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri Massimo Savo, come riporta la testata piacentina -. Da parte nostra c’è totale disponibilità a collaborare per fare piena luce sui fatti”.

fonte: bologna.repubblica.it

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