Bari, frode fiscale: sequestro da 15 milioni, tra gli indagati c’è il politico Marcello Vernola

C’è una frode fiscale nel settore dell’energia elettrica, alla base del sequestro di 15 milioni di euro, effettuato dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza nei confronti dei quattro amministratori delle società Cei e Velga, con sede a Bari e Modugno.

Tra loro c’è Marcello Vernola, 59enne, ex presidente della Provincia di Bari a fine anni Novanta ed ex eurodeputato del Partito popolare europeo poi esponente del Popolo delle libertà e attualmente nella Lega, con la quale sostiene la candidatura di Raffaele Fitto alla presidenza della Regione, dopo che l’anno scorso si era fatto il suo nome come possibile candidato in Puglia del partito di Matteo Renzi.

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E’ indagato per reati fiscali dal pm Giuseppe Dentamaro, insieme a Giuseppe Giuliani, Maurizio Marini, Mariano Razzauti e Bruno Mastripieri. Il sequestro (delle disponibilità finanziarie delle società e del patrimonio personale) riguarda solo i primi quattro indagati, che hanno avuto ruoli amministrativi nelle due società finite sotto inchiesta. 

L’inchiesta è partita da un accertamento tributario effettuato dai finanzieri, che ha portato alla luce un’evasione fiscale milionaria da parte della Velga, che di recente ha trasferito la sua sede a Roma. Oltre alle due società pugliesi, nel sistema di presunti illeciti è coinvolta anche la Entraco International Sa, con sede in Svizzera. Dalle indagini dei finanzieri coordinati dal colonnello Luca Cioffi, è emerso che la società svizzera ha ceduto l’energia elettrica solo formalmente alla Cei (risultata una mera “cartiera” o società “schermo”, inadempiente a tutti gli obblighi fiscali), ma – di fatto – direttamente alla Velga, la quale ha successivamente commercializzato tale energia all’ingrosso e al dettaglio. Ciò al fine di non pagare l’Iva, attraverso l’interposizione fittizia della società “cartiera”, costituita al solo scopo di emettere fatture false e su cui è stato fatto ricadere il debito di imposta verso l’Erario.

Le attività investigative hanno fatto emergere che la Cei ha emesso, nel periodo 2014-2015, fatture per operazioni inesistenti per oltre 74 milioni di euro nei confronti della Velga, con una conseguente evasione di Iva pari a oltre 15 milioni di euro.Pertanto, il pm ha chiesto al gip Francesco Mattiace il sequestro del patrimonio illecitamente accumulato. Sono stati sequestrati somme di denaro, fabbricati e terreni situati a Roma e in provincia di Bari.

fonte: di CHIARA SPAGNOLO – bari.repubblica.it

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