«Parliamo di bene comune»

 

di Rosanna Buzzerio  – www.molfettalive.it

Rifondazione comunistaItalia dei valori e Liberatorio politico per la prima volta insieme per fare il punto della situazione sui referendum dello scorso giugno, con l’incontro “Molfetta bene comune”, che si è svolto lunedì presso la Fabbrica di San Domenico. 

A molti è sembrato una possibile futura coalizione, ma gli interessati in qualche modo smentiscono, tanto che sarà lo stesso consigliere comunale di Rifondazione, Gianni Porta, confermando le parole di Raffaele Tecce, responsabile nazionale Enti locali per Rifondazione comunista-Federazione della Sinistra, a ribadire che «occorre allargare il fronte». 

Fermo restando quanto dichiarato venerdì scorso, nel corso di una conferenza stampa, ossia l'intenzione di operare e proporsi alla città «come alternativa culturale e non sommatoria di voti in maniera indiscriminata». Posizione confermata anche da Matteo d’Ingeo. 

Dall’incontro è emerso chiaro dalle parole di Federico Cuscito, del Forum regionale per l’Acqua Pubblica, che «a sei mesi di distanza dai referendum nulla è cambiato, nonostante quella della 12 e 13 giugno sia stata una vittoria politica e culturale». Ed ha aggiunto: «La Regione Puglia non ha voluto rispettare quello che è stato l’esito referendario, ma del resto la situazione è identica in tutta Italia. Diverso è l’esempio che ci arriva da Napoli che sta trasformando una società per azioni in un ente di diritto pubblico. E' chiaro che tutti i soggetti privatizzatori faranno guerra al responso referendario». 

La ricetta che propone Raffaele Tecce in tema di bene comune è «la creazione di una azienda speciale a gestione pubblica». E ritiene che al livello locale si possono dare nuovi scossoni al livello nazionale,«occorre consolidare l’autonomia degli Enti locali attraverso una maggiore partecipazione». 

Rimanendo in tema di politica locale, Porta pone l’accento in tema di privatizzazioni sulle esperienze molfettesi dell’Asm, dell’Mtm e della Multiservizi. Favorevole il consigliere comunale di Rifondazione alla creazione di un Ato con le città di Terlizzi, Ruvo di Puglia e Corato per la gestione dei rifiuti solidi urbani ma con capitale pubblico. Sollecita l’azienda municipalizzata a incrementare la raccolta differenziata con il porta a porta. 

E alla luce della grande espansione della città anche «il piano del traffico, vecchio di 20 anni, deve essere rivisto, così come una revisione ci deve essere del parco mezzi urbani oramai obsoleti a favore di quelli ecologici». 
Rifondazione non è d’accordo all’ingresso del socio privato nella Multiservizi, come più volte detto in consiglio comunale. 

Matteo d’Ingeo precisa che il bene comune «nasce dal rispetto delle regole». E denuncia come un bene comune come l’acqua venga utilizzato in modo improprio da alcune aziende. E «come i beni confiscati alla mafia nella nostra città devono diventare un bene sociale per finalità alte». 

L'assemblea è coincisa con l'avvio della petizione promossa dall’Italia dei valori da presentare al Prefetto di Bari per richiedere l’immediata della decadenza del sindaco a seguito della sentenza della Corte costituzione 277/2011, che ha dichiarato l’incompatibilità fra la carica di parlamentare della Repubblica e quella di sindaco di un comune con popolazione superiore a 20.000 abitanti.

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