Nel ’94 anche gli elettori di destra votarono al ballottaggio per il cambiamento

Le ultime dichiarazioni rilasciate dal candidato sindaco Giovanni Infante erano scontate e le rispetto come vorrei che lui, e i suoi compagni di strada, rispettassero le mie dichiarazioni fatte nel primo vademecum, perchè i fatti mi hanno dato ragione. E non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se Giovanni Infante fosse arrivato al ballottaggio.

Io non conto nulla in questa tornata elettorale, e non mi interessano le beghe interne tra i partiti, ma sto cercando di salvare il salvabile per sperare in una nuova stagione del cambiamento che, probabilmente, non sarà quella di Pasquale Drago che al momento considero come un traghettatore affidabile. Ma la sua candidatura (pur preparata a tavolino) è l’unica possibilità per mandare a casa Tommaso Minervini. Tutto quello che avverrà dopo se non ci piacerà, caro Giovanni, lo combatteremo assieme e io, da esterno, sarò al tuo fianco per fare opposizione, ma quella vera non quella che è stata fatta in questi 5 anni; e spero nel nome di “Più di così” e non di Rifondazione. Io ho utilizzato anche gli esposti, per oppormi all’amministrazione Minervini, perchè quando non si hanno i numeri, la politica è fatta anche di denunce, non quelle verbali e i tanti bla,bla,bla, che abbiamo ascoltato nelle dirette del Consiglio comunale. Poi la giustizia ha i suoi tempi e spero intervenga in tempo utile per fare ulteriore pulizia del malaffare. 

Detto questo, prima di preparare il terzo vademecum al voto utile (non è scontato che lo faccia), vorrei ricordare a tutti i “duri e puri” che nel ballottaggio del 1994 dove c’era anche Rifondazione Comunista, molti voti di destra sono andati a Gugliemo Minervini, ma nessuno di noi ha mai fatto accordi con i candidati di destra, sono stati i loro elettori a sceglierci.

I risultati tra primo turno e secondo turno, di allora, dimostrano che al ballottaggio i voti sono liberi e sono funzionali a raggiungere l’obiettivo. E oggi, per me, che ho combattuto questa amministrazione da cittadino attivo, fuori dal Consiglio Comunale, più di tanti altri, l’obiettivo è mandare a casa Tommaso Minervini. 

Matteo d’Ingeo

 

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