Vademecum del “voto utile” che diventa “inutile”

A questo punto delicato della campagna elettorale vorrei dare il mio contributo libero, e scevro da condizionamenti, al dibattito su questa strana campagna elettorale.  Piccoli consigli utili per il voto del 12 giugno, molto articolati, e sicuramente scomodi, come lo sono stati altri “consigli scomodi” degli ultimi 30 anni. Riflessioni critiche e costruttive nel rispetto delle idee e scelte di ognuno.

E’ doveroso fare anche una premessa. Non sono candidato, non faccio la propaganda per nessuno, sono fuori dalla politica di palazzo da tanti anni, mi considero un cane sciolto, non ho cercato nessuno per candidarmi e nessuno ha cercato me. 

Nessuna delle due coalizioni  “sinistre” rispondono alle mie personali aspettative, perché sono nate due mesi prima della scadenza elettorale, non da un processo partecipativo e da un lavoro quotidiano di cittadinanza attiva. La politica non si improvvisa. La serietà, l’affidabilità e l’onesta personale dei candidati non è in discussioni. Ho il massimo rispetto dei due candidati, delle loro rispettive professionalità e storie personali, ma non stiamo parlando di loro, ma del processo dal quale provengono le loro candidature. E che si smetta di paragonare l’attuale coalizione in appoggio a P.Drago, come una riedizione del “Percorso”, non si dicano sciocchezze, quello era tutt’altra cosa. 

Già nel mese di settembre 2021, in una intervista rilasciata a Sergio Magarelli, direttore de “l’AltraMolfetta”, avevo espresso il mio giudizio sul momento politico cittadino. Tra le altre cose dichiaravo che, senza voler essere profetico, non vedevo all’orizzonte un’alternativa possibile a Tommaso Minervini che nascesse all’interno dell’attuale centro-sinistra. I fatti, in un certo senso, mi hanno dato ragione ed è stata forte la voglia di astenermi dal voto, per la prima volta, fino a qualche settimana fa, prima ancora che fossero ufficializzate le coalizioni e i candidati. 

Una forte repulsione alla politica, all’arroganza del potere del palazzo, alle collusioni di certa politica con il mondo degli affari e della criminalità, e poi la consapevolezza del deserto politico nell’area dell’opposizione di sinistra. Quest’ultima più volte sollecitata pubblicamente con documenti e lettere aperte. 

Ho sperato fino all’ultimo istante che quest’area politica trovasse la quadra, ma niente, ancora una volta la sinistra ha fatto l’unica cosa che riesce a fare bene da 40 anni, dividersi. Poi, quando ho visto la macchina da guerra schierata dall’uomo qualunque mascherato da uomo della provvidenza, buono per ogni stagione politica, ho cominciato a riflettere sulla situazione che abbiamo davanti ai nostri occhi. Il rischio di una grande astensione dal voto non è un’ipotesi tanto lontana come risposta dei cittadini al fenomeno che si prospetta e che non ho esitato a chiamare voto di scambio legalizzato e istituzionalizzato”.

Mentre negli anni ’70 -’80 chi finanziava le campagne elettorali, per lo più l’imprenditore edile tipo, rimaneva nell’ombra e poi passava all’incasso ottenendo licenze o permessi edificatori; oggi invece qualcuno ha pensato bene di inventarsi un metodo nuovo, impeccabile, inattaccabile, quasi legale. Sono stati chiamati all’appello tutti coloro che, in qualche modo, hanno ricevuto prebende, concessioni edilizie, concessioni di immobili comunali, aiuti finanziari, contributi a fondo perduto, incarichi professionali e tanto altro. Sono stati quasi costretti a metterci la faccia, in cambio dei ”favori” già ricevuti, e spalmati in 11 liste civiche, un record assoluto nella storia cittadina e forse nazionale. Ognuno dei destinati deve farsi carico di pagarsi la campagna elettorale e rastrellare voti. E’ questa la macchina da guerra che mi ha convinto a ripensare sulla possibilità di astenermi. 

L’obiettivo da raggiungere è quello di spodestare dal trono Tommaso Minervini, il suo comitato d’affari e le pericolose contiguità con il mondo del malaffare che già dal 2017, ad oggi, sono state rilevate. Questo deve rimanere l’obiettivo, senza perderlo di vista un solo attimo. Il rischio che T.Minervini vinca al primo turno non è del tutto remoto e quindi senza prendersi in giro, e senza giochi di parole, la sinistra deve lavorare in questi ultimi 10 giorni di campagna elettorale per raggiungere l’obiettivo del ballottaggio.

Stiamo parlando naturalmente delle coalizioni che sostengono Pasquale Drago e Giovanni Infante, e ribadisco che nessuno dei due processi politici che gli hanno candidati mi appassiona, ma questa è una questione molto personale. Certamente Pasquale Drago non avrebbe nessun problema a dichiarare l’appoggio a Infante, in caso di ballottaggio, anche se questa è una ipotesi molto remota.

Invece quello che a me interessa, e a molti altri cittadini, è la dichiarazione di Giovanni Infante nell’ipotesi che Drago vada al ballottaggio.

Non basta essere duri e puri quando si fanno scelte in senso contrario a quello che una logica politica vorrebbe, con tutte le motivazioni corrette e senz’altro rispettabili. 

Ma in caso di ballottaggio la coerenza non deve essere calpestata dall’opportunismo becero a cui spesso abbiamo assistito, per cui si svende l’anima della bandiera per un posto in consiglio comunale, qualche assessorato o posto di sottogoverno. La bandiera va amata sempre, anche quando si perde, accettando a testa alta la sconfitta. 

Allora chiedo ai candidati sindaco Drago e Infante di dichiarare sin d’ora cosa faranno in caso di ballottaggio, in modo che l’elettore possa votare in modo consapevole anche in vista di un eventuale secondo turno. Ma, soprattutto, serve a pesare la credibilità di certe scelte politiche a cui assistiamo da anni in questa città da parte di certe minoranze che non sono la rappresentazione del cambiamento che vogliono farci credere.

Ripeto, ancora, che l’obiettivo da raggiungere è quello di mandare a casa T. Minervini e quindi orientare il voto verso il candidato sindaco che ha più possibilità di andare al ballottaggio, se ci si arriva.

A tal proposito riporto una frase che, nelle ultime settimane, è apparsa su tanti profili facebook: “Sono contenta/o di essermi liberata/o dall’idea del voto utile, della necessità di votare turandosi il naso.

Ebbene, mai come questa volta, io per primo, andrò a votare turandomi il naso con l’unico “voto utile” a disposizione, al candidato Drago. Sono sicuro che Giovanni Infante non farà alcuna dichiarazione in tal senso, e se pure dichiarasse di appoggiare (cosa improbabile) il suo avversario Drago, sarebbe ugualmente inaccettabile, perché svelerebbe la vera natura inconsistente della sua candidatura. 

Inoltre la consistenza delle liste la si valuta anche dalla loro composizioni, e la presenza di riempilista che nel 2017 hanno preso uno o zero voti, passati da una lista all’altra, non giocano a favore del candidato del cambiamento di turno.

Un altro consiglio, molto severo, riguarda la doppia preferenza.  Sono fermamente contrario a questa modalità di voto; lo sostengo dal 2013 e continuo a pensarlo da quando il mio seggio, in consiglio comunale, è stato barattato al mercato del ballottaggio. 

Vi hanno fatto credere di aver debellato il voto di scambio con l’eliminazione delle terne e quaterne della prima repubblica. Invece, con le doppie preferenze e vincolo di genere, il voto è sotto il controllo dei comitati d’affari che comprano e spostano pacchetti di voti, dove e come vogliono. Per fortuna non riguarda tutta la politica, ma bisogna venir fuori dai mondi dell’innocenza. Questa legge elettorale va cambiata al più presto, se si vuole sconfiggere le mafie elettorali e la corruzione.

Nel frattempo, fino a quando non cambieranno la legge, votate solo un candidato, donna o uomo che sia. L’abbinamento va sempre a discapito di uno dei due. Ci sono donne e uomini che, all’insaputa dell’altro, creano cordate plurime con altri candidati a seconda delle sezioni e bacini elettorali. 

E poi il lavoro viene finito dai giovani “rappresentanti di lista”, pagati anche loro, che assistono allo spoglio di ogni singola scheda e che rilevano, voto per voto, l’abbinamento dei due candidati nelle forme più variegate. Cognomi, cognome e nome, nome e cognome, cognome e detto “nome”, iniziali di nome e cognome, ecc, ecc. 

E così, sezione per sezione, si realizza il controllo e il voto di scambio o la scalata di candidate/i impresentabili.

Esprimete una sola preferenza nel modo in cui, la/il candidata/o viene riportata/o nelle liste ufficiali, e se qualcuno insiste nel chiedervi di esprimere la vostra preferenza di voto, singola, doppia, o l’incrocio tra candidato sindaco e candidati consiglieri di altra coalizione, in una modalità che a voi sembra strana, allora è certo che vogliono controllare il vostro voto, o utilizzarlo per altri scopi. Se voi accettate siete complici di questo sistema perverso. 

Se poi la modalità di voto incrociato è una vostra scelta personale, vuol dire che il mondo non cambierà mai. Continueremo a vedere in consiglio comunale donne o uomini frutto solo di combinazioni perverse di preferenze e non di capacità, conoscenze, esperienze e affidabilità che devono rappresentare.

Mai come quest’anno, i candidati sono spuntati fuori come gemme di primavera con dichiarazione annessa: “Ho deciso di mettermi in gioco”, “ci metto la faccia per la prima volta”, “sono stufo della città sporca”, “voglio fare questa esperienza”, ecc, ecc. Purtroppo, poi, il caso vuole, che qualche fortunato abbinamento porti in consiglio comunale qualcuno di questi giovanotti incompetenti che devono aspettare altri 5 anni per capire come funziona la macchina politico-amministrativa.

Basta anche con queste storie, in consiglio comunale si va con l’esperienza alle spalle e con la gavetta che molti di noi hanno fatto come cittadini attivi, prima di diventare consiglieri e non dopo. Tra l’altro, molti di questi faccioni che imperversano in rete scompariranno nel nulla il giorno dopo le elezioni, come le 11 liste civiche di Tommaso Minervini.

Dopo questo lungo e noioso “pippone”, mi si chiederà quale sarà il mio atteggiamento rispetto alla coalizione di Pasquale Drago in caso di vittoria. Non ho problemi a rispondere, con la franchezza e libertà di pensiero di sempre. Intanto se vincerà il Dott. Drago, vuol dire che il “pippone” è servito a qualcosa e il miracolo di mandare a casa T.Minervini s’è avverato. 

Per il resto, se la mia buona salute lo vorrà, tornerò a fare quello che faccio da 30 anni, il guardiano-difensore della legalità e dei beni comuni, l’ho fatto con gli altri sindaci e lo farò con “Lillino Drago”. Qualsiasi sia l’esito, c’è molto da lavorare per ricostruire dalle macerie una città vivibile, spero però di potermi riposare un po’ e di veder crescere, e moltiplicarsi, nuovi giovani guardiani. 

di Matteo d’Ingeo

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