‘Ndrangheta, 40 in manette: per la prima volta la Dda di Milano filmati rituali di affiliazione

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di PIERO COLAPRICO – milano.repubblica.it

Io dico, ho in tasca un cellulare è come avere in tasca un carabiniere“, si lamenta un boss, che teme le indagini senza pentiti, ma basate sulle tecnologie e i pedinamenti. Ricorda una riunione dei clan, in cui i detective “avevano tutto registrato tutto con le microspie“. E “questa qua era la Boccassini, il pubblico ministero che ha fatto il blitz all’epoca“.

L’inchiesta Insubria. Sta anche in questa frase il senso dell’inchiesta Insubria che all’alba è andata a bussare alle porte di casa di ‘santisti’ e ‘sgarristi’ dei clan calabresi al Nord, e s’è sviluppata tra Milano, Como, Lecco, Monza, Verona, Bergamo, Caltanissetta. Tre le cosche, che gli affiliati chiamano ‘locali’, smantellate a Cermenate, Fino Mornasco, Calolziocorte, per 37 in cella e tre agli arresti domiciliari. Per un diciassettenne affiliato (cosa molto comune al Sud, meno al Nord) è stato avvisato il tribunale dei minorenni.

I video. Ma sono i video, girati dal Ros dei carabinieri di Milano, ad essere vincenti. C’è il giuramento per diventare santista, con tanto di riferimento al sole e alla luna, a Garibaldi, Mazzini e Lamarmora. C’è un video in cui emerge la sottocultura ‘ndranghetista: il boss si deve “giudicare da solo”, e se ha commesso “grave trascuranza”, come “unica scelta – spiega Ilda Bocassini – ha la morte”, il suicidio per veleno o “tenendosi per sé l’ultimo colpo in canna”. Sono “situazioni” che risalgono a quest’anno, a pochi mesi fa, e che mostrano come alcune ‘mangiate’ siano, nella prospettazione dell’accusa della Dda secondo i pubblici ministeri Paolo Storari e Francesca Tecce, dei summit, dove stabilire che cosa fare”.

Non possiamo cambiare, mai“. Il ‘metodo Boccassini’, che discende dal ‘metodo Falcone’, prevede indagini svolte indagando sul territorio ‘nel presente’, e piazzando allora i controlli dei detective, oggi le ‘trappole elettroniche’ dove nemmeno gli uomini dei clan immaginano. È così che, dopo il primo grande blitz, quello di ‘Infinito’, citato in un terzo video dagli stessi uomini dei clan, ne sono scaturiti altri. E altri – a quanto si intuisce – sono in programma. Gli stessi boss in fondo lo sapevano: “La musica può cambiare ma per il resto siamo sempre noi, non è che cambia, noi non possiamo mai cambiare”, dice senza sapere di essere registrato Michelangelo Chindamo, capo della ‘locale’ di Fino Mornasco.

La mafia al Nord “non esiste”. Era il 1994 quando, con l’inchiesta chiamata ‘Fiori della notte di San Vito’ venne colpito il clan Mazzaferro, diciamo gli antesignani di Chindamo. Oggi, vent’anni dopo, dopo che tante volte s’è detto, un po’ spericolatamente, che a Milano “la mafia non esiste” (come fece intendere Letizia Moratti), si ritrovano molti meccanismi tipici: come le estorsioni. Come il recupero crediti con le maniere dure. E c’è anche un imprenditore lombardo che manda i clan a spaventare un avvocato civilista. Solo a Fino Mornasco, tra il 2011 e il 2012 c’erano stati diciassette tra incendi, danneggiamenti, minacce, e otto di questi a danni di politici.

La linea del rito immediato. Il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati ieri ha confermato una “linea processuale” che caratterizza la sua gestione: d’accordo con il procuratore aggiunto Boccassini, come successo dove è stato possibile, verrà chiesto il giudizio immediato. Niente maxi processi e niente “ritardi”, ma indagini veloci. In questo caso l’informativa dei carabinieri del Ros, guidati dal tenente colonnello Giovanni Sozzo, è stata consegnata a inizio luglio, a metà luglio c’era già la richiesta di ordini di custodia e quattro mesi dopo il gip Simone Luerti ha ritenuto valide le accuse per 416 bis, l’associazione mafiosa, per armi, per estorsioni.

Trovati i quaderni del boss. Nel corso delle perquisizioni effettuate all’alba sono stati trovati alcuni “quaderni con il formulario” dei giuramenti: “Mi auguro che tanti giovani abbiano la Costituzione sul comodino – ha aggiunto Ilda Boccassini – mentre l’antistato ribalta completamente i valori della vita”.

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