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Fiumi di droga dalla Colombia: arresti «Intelligence» per scovare le microspie
La droga arrivava ad Andria, Barletta e Trani attraverso l’asse Colombia-Spagna. Dal Nord Barese, poi, veniva smistata nei principali capoluoghi italiani, dal Nord all’estremo Sud della penisola. Sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Bari a individuare l’organizzazione e da questa mattina all’alba è in corso un’imponente operazione, con arresti disposti dal gip di Bari su richiesta della Dda. Il capo dell’organizzazione è Giuseppe Pasculli, andriese di 58 anni, al quale sono stati sequestrati beni per un valore un milione e mezzo intestati anche ai suoi familiari. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di ingenti quantità di cocaina, hashish e marijuana, detenzione e porto abusivo di armi.
IL MECCANISMO – La banda aveva sviluppato sofisticati stratagemmi di trasporto, comunicazione e informazione per aggirare le indagini delle forze dell’ordine. In particolare, gli stupefacenti venivano nascosti nei doppifondi, nei mattoni di cemento cavi e nelle batterie delle auto svuotate, ma anche nelle barre di alluminio vuote, usate sostenere o teloni di copertura dei camion. Per essere sicuri di muoversi e parlare tranquillamente, i criminali potevano contare persino su un’agenzia che effettuava la bonifica dei mezzi dalle microspie; mentre un’altra specializzata in pratiche automobilistiche controllava le targhe di auto sospette, per escludere pedinamenti da parte delle forze dell’ordine. Ogni carico di cocaina poteva valere 100 ai 250 mila euro, per un giro d’affari di 800mila euro al mese. I profitti del traffico di droga venivano reinvestiti anche nell’acquisto di beni immobiliari, gli stessi finiti oggi sotto sequestro. Tra questi la casa della figlia e del cognato del boss, che dichiaravano redditi ai limiti della sopravvivenza.
LA BANDA – Oltre a Pasculli, che è vicino al clan Lapella in carcere sono finiti la moglie Francesca Figliolia, i figli Leonardo e Natale e il genero Sergio Salvatore; e poi Vincenzo Scialandrone, Riccardo Lorusso e Leone Savino, tutti andriesi. A Barletta invece i carabinieri hanno arrestato Gabriele Albanese, esponente di spicco della criminalità locale, e Serafino Castellano; e ancora il tranese Gaetano Rano, Nicola Volpe (di Capurso), Mario Scardigno (Molfetta), Luigi Milloni (Bari) e Paolo D’Ambrosio, nato invece nel Bolognese. Hanno beneficiato dei domiciliari Sabrina Caputo di Andria e Vito Michele Pagano di Palo del Colle, oltre al collaboratore di giustizia che ha consentito ai carabinieri di smantellare l’organizzazione. Tra gli elementi emersi dalle indagini è emerso un collegamento tra Andria e il clan Strisciuglio di Bari. In mancanza di droga da reperire dai punti di rifornimento del capoluogo, anche gli Strisciuglio facevano riferimento ad Andria.