“Moulin Rouge” e “Mirador”, storia di un’attività commerciale non ancora confiscata

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Contrariamente a quanto propagandato dall’amministrazione comunale uscente, qualche settimana fa, c’è stata l’apertura di un nuovo bar, il “White Caffè“, ovvero la vecchia attività commerciale del “Mirador” e ancor prima del “Moulin Rouge“, che momentaneamente sarà gestita da un nuovo imprenditore. Quindi non si tratta di un bene confiscato alla famiglia Fiore, ma di una attività commerciale sotto sequestro, data in gestione ordinaria e in attesa di confisca. Andiamo a raccontare i fatti. Nel 2011 la famiglia Fiore inaugura un bar dal nome “Moulin Rouge” sul lungomare M.Colonna di Molfetta, ad angolo con via Magg. G.Sallustio, con tavoli e ombrelloni disposti all’esterno su di un tappeto verde. Nel 2012 sostituisce il tappeto verde con una pedana.

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L’attività è intestata al figlio di Fiore Alfredo e dopo qualche anno passa alla figlia e prende il nome di “Mirador”. Il 13 Marzo 2014 Fiore Alfredo viene assassinato e nell’Aprile del 2015 il GICO di Bari, su disposizione del Tribunale di Bari, Sezione Misure di Prevenzione, sequestra l’attività commerciale del bar Mirador, un’impresa attiva nella vendita di prodotti ortofrutticoli e sette rapporti finanziari. Il sequestro, del valore complessivo di 4,2 milioni, ha riguardato il patrimonio degli eredi di Alfredo Fiore e si è trattato del primo caso di applicazione a Bari del disposto normativo contenuto nel comma terzo dell’art. 18 del codice antimafia, che consente appunto di avviare il procedimento anche nel caso di morte del soggetto proposto per l’applicazione delle misure di prevenzione. Obiettivo del sequestro, in casi simili, è quello di “sottrarre definitivamente il bene, già nella disponibilità del soggetto socialmente pericoloso, dal circuito economico originario, per inserirlo in un altro esente da condizionamenti criminali“.

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Il “curriculum criminale” del defunto boss di Molfetta, conta “una lunga lista di precedenti penali e di polizia a partire dal 1983 per danneggiamento, oltraggio, fabbricazione e detenzione di materiale esplodente, furto, minaccia, porto e detenzione illegale di armi, violazione delle misure di prevenzione, rissa e associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, ritenendo che “lo stesso, fino alla data in cui è stato vittima di omicidio, abbia tratto i mezzi per vivere in maniera pressoché esclusiva dalle condotte delittuose allo stesso ascrivibili“, questo è scritto in una nota della Guardia di Finanza.

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In questa storia c’è un piccolo particolare che vogliamo chiarire, la pedana montata nel lontano 2012,  è rimasta da allora al suo posto fino al giorno del sequestro avvenuto un anno fa, anche quando la gestione del  “Moulin Rouge” era cambiata.

Abbiamo denunciato più volte in rete e direttamente agli organi competenti, lo stato di abbandono della struttura e la pericolosità che rappresentava per alcune sue parti irrimediabilmente degradate. E’ inutile aggiungere che la stessa non era decorosa e rappresentava un problema per la viabilità in quel tratto di strada. Ci chiediamo perché l’amministrazione comunale non ha mai emesso un’ordinanza di rimozione della struttura e nel contempo non ha avviato una procedura di recupero della tassa di occupazione di suolo pubblico maturata in questi anni in danno ai proprietari o alle autorità giudiziarie a cui sono affidati i beni? E oggi la nuova gestione ha pagato la tassa per l’occupazione di suolo pubblico?

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Montaggio della pedana avvenuta il 3 Maggio del 2012

La pedana allestita. Immagini realizzate a fine Maggio del 2012


Immagini risalenti al mese di Aprile 2014

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