“Molti dubbi sul decreto Ilva”, dal procuratore generale di Lecce critiche al Governo

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di CHIARA SPAGNOLO – bari.repubblica.it

Ci sono aspetti preoccupanti nell’ulteriore decreto legge emesso per l’Ilva“. Lo ha detto il procuratore generale presso la Corte d’appello di Lecce, Giuseppe Vignola, nella relazione effettuata durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. “Tale decreto ha introdotto ulteriori modifiche alla situazione originata da precedenti provvedimenti definiti Salva-Ilva – ha chiarito Vignola – il decreto, di non facile comprensione, evidenzia in ottica penalistica alcuni aspetti preoccupanti, che si auspica vengano chiariti e risolti in sede di conversione. Tra tutti quello maggiormente preoccupante è l’esistenza di una forma di salvacondotto che vieterebbe all’autorità giudiziaria l’esercizio del suo potere-dovere di accertare eventuali reati e di attivare l’azione penale

Ma a preoccupare Lecce è soprattuto la mafia: “La Sacra Corona Unita sta acquisendo consenso sociale”. L’allarme giunge dalla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto della Corte d’appello di Lecce, tramite le parole del presidente Marcello Dell’Anna, che sposa l’analisi del procuratore distrettuale antimafia Cataldo Motta. Nel 2014 indagini e processi hanno mostrato il nuovo volto della società salentina: debole di fronte a una mafia strisciante, meno visibile ma ugualmente potente, capace di ottenere non semplice consenso ma “una sorta di legittimazione sostitutiva degli organi dello Stato”. E se il fenomeno di ripresa della criminalità organizzata viene direttamente “coniugato con la perdurante crisi economica”, la magistratura salentina non nasconde un certo pessimismo, avendo tastato con mano “una sorta di assuefatto disinteresse verso la presenza criminale e di sostanziale accettazione di comportamenti delittuosi, come il pagamento del pizzo (vissuta come il prezzo della tranquillità), o il prestito usuraio considerato un’opportunità finanziaria”.

Mafia nuova, dunque, che nelle tre province si manifesta in maniera differente. A Lecce “ha incentrato l’attenzione nelle vendite giudiziarie nelle esecuzioni immobiliari, nella turbativa d’asta, negli investimenti nei supermercati e nei centri scommesse”, e si è connotata per una forte conflittualità tra i gruppi espressa in ben 132 episodi di violenza o intimidazione e 115 incendi di autovetture. A Brindisi invece “sono aumentati notevolmente gli episodi intimidatori, passati da 61 a 95, è ripreso il contrabbando di sigarette e si è registrato un riavvicinamento tra le fazioni storiche della Scu”, e “densa di significato appare la situazione di Cellino San Marco, per i rapporti tra la criminalità e l’amministrazione”. A Taranto, infine, è stata segnalata “una drammatica situazione di contrasto tra gruppi criminali” e “una crescente passività delle vittime”. Oltre che con la criminalità, del resto, Taranto fa anche i conti con questioni ambientali finite nelle aule di giustizia, e certo non si può nascondere “che il Tribunale vive una situazione di sofferenza nella gestione del processo Ilva”.

Nel complesso, tuttavia, lo stato generale della giustizia nel Distretto di Lecce non risulta “catastrofico” a detta del presidente Dell’Anna, anzi “gli uffici giudiziari funzionano in maniera adeguata rispetto alle risorse disponibili”. Risorse che, ovviamente, non sono mai abbastanza, soprattutto in quelle sezioni (Lavoro e Civile) che hanno sofferto per l’accorpamento delle sezioni distaccate o presso i giudici di pace, dove risulta sovradimensionato l’organico dei magistrati onorari e “del tutto insufficiente quello del personale di cancelleria”. A pesare sul conto dei procedimenti definiti, nell’anno trascorso, anche “la prolungata e massiccia astensione dalle udienze degli avvocati del Foro di Lecce”, più volte stigmatizzata da Dell’Anna nella sua relazione, che ha influito a suo modo “sugli aumenti delle pendenze”. Numeri contro anche per quanto riguarda la situazione del sovraffollamento carcerario, dal momento che nonostante l’entrata in vigore del Decreto svuota carceri, nel penitenziario di Lecce c’è ancora una popolazione che eccede di ben 656 unità rispetto alle previsioni.

L’analisi delle tipologie di reato di cui Procure e Tribunali si sono maggiormente occupati nell’anno 2014, infine, indica un preoccupante incremento dei reati sessuali, sia a carico di adulti che di minori. Identica segnalazione giunge dai Tribunali dei minori di Lecce e Taranto, che hanno evidenziato “la frequente degenerazione del disagio familiare in abusi di carattere sessuale a danno di minori in tenera e tenerissima età, da parte di parenti stretti, per periodi prolungati e con carattere di abitualità, nonché nell’ambito scolastico fenomeni di bullismo e di ribellione alle regole”.

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