Minacce, oltraggio e lesioni agli agenti di Polizia Locale, non basta la solidarietà

Quello che è accaduto qualche sera fa in Piazza Vittorio Emanuele era già scritto nel copione di una rappresentazione che, prima o poi, doveva andare in scena. Le minacce ai tre agenti di Polizia Locale con resistenza, oltraggio e lesioni a pubblici ufficiali non sono nuove a Molfetta. Forse ricorderete l’episodio di oltraggio avvenuto nel pomeriggio del 18 giugno 2019 quando, a Corso Umberto, alle ore 17.45 un manipolo di pochi giovinastri lanciarono delle uova contro l’auto della Polizia Municipale e poi, tornati sul luogo del misfatto, uno di loro (oggi agli arresti domiciliari) minacciò il sottoscritto perché li avevo identificati e denunciati.

E ancora il 9 novembre scorso quando un giovinastro, conosciutissimo dalle forze dell’ordine, con la sua bicicletta elettrica oltraggiava e minacciava alcuni agenti di Polizia Locale che lo avevano invitato ad usare la mascherina.

Sia nel primo, che nel secondo caso, oltre ad esprimere solidarietà nei confronti della Polizia Locale ho fornito la mia collaborazione per arricchire i due fascicoli d’indagine. Ma questi non sono gli unici episodi. In queste ultime settimane nei vari controlli sull’abusivismo commerciale non si contano gli episodi di oltraggio e minacce che i soliti noti di questo settore mettono in atto subito dopo gli interventi ma anche durante le operazioni sanzionatorie o di sequestro. A tal proposito ricordo a chi ha memoria corta che, nell’estate del 2010, il Comandante della Polizia Locale dott. Giuseppe Gadaleta fu minacciato e oltraggiato nel suo ufficio dal già noto commerciante Magarelli Giancarlo Saverio (poi condannato), a cui oggi l’amministrazione sta riservando una situazione di favore nonostante l’occupazione abusiva di suolo pubblico che la stessa Polizia Locale avrebbe dovuto accertare e sanzionare da oltre 3 anni. Di questo fatto grave ne parleremo nei prossimi giorni.

Questo atteggiamento viene da molto lontano e rappresenta il risultato di anni di lassismo e minimizzazione di questi atteggiamenti arroganti e irrispettosi nei confronti delle regole e di chi deve farle rispettare, anche da parte della “politica”. E’ risaputo che non sono mai stato accomodante nei confronti della Polizia Locale ma in questi casi è importante esprimere ferma solidarietà agli agenti di Polizia Locale minacciati e oltraggiati dai giovinastri di turno. Spesso gli stessi agenti hanno avuto le mani legate perché, in passato, giungevano loro ordini ben precisi di non esercitare il loro dovere di controllori, o loro stessi giravano la testa dall’altra parte? 

E’ da un anno quasi, se non di più, che attraverso il blog del Liberatorio e dalla mia pagina Facebook lancio l’allarme di ordine pubblico e sicurezza in Piazza Vittorio Emanuele e nel quartiere adiacente;  quasi quotidianamente si sono esplosi fuochi d’artificio abusivi nelle ore di coprifuoco, gruppi di giovinastri con avanzi della vecchia “baby gang”, e nuovi adepti, stazionano nella villetta della piazza, nei pressi dell’H24 o della pizzeria, creando quasi ogni sera situazioni di inciviltà, disturbo alla quiete pubblica e assembramenti vietati dalle ordinanze anticovid. Non mancano nel gruppo i “ciclisti” veloci che sfrecciano, contromano, nelle stradine limitrofe forse con qualcosa da consegnare e ordinata sul telefonino. 

Sono rimasto sorpreso nelle ultime ore nella lettura di comunicati e dichiarazioni firmati da partiti e movimenti di sinistra che hanno scoperto che a Molfetta esiste un problema di sicurezza, di legalità, di microcriminalità, di spaccio di droga e infiltrazioni della criminalità organizzata e mi sono chiesto, ma questi dove sono stati finora?  

Ho perso il conto di quante volte ho sperato che qualcuno portasse in consiglio Comunale questi problemi ma non l’ha fatto mai nessuno. A tal proposito invito alla lettura della “Lettera aperta al sindaco Tommaso Minervini e richiesta delle sue dimissioni” dove lanciavo una serie di “provocazioni” da portare in Consiglio Comunale. E poi le dichiarazioni del partito della “Rifondazione”: …”Non saranno sfuggite a nessuno le indagini delle forze dell’ordine e della magistratura legate allo spaccio di stupefacenti e alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Pensiamo sia giunto il momento di affrontare la situazione nella sua complessità, prendere atto che Molfetta non è “un’isola felice“. Per poi fare riferimento al “Comitato comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali che questa Amministrazione ha di fatto boicottato e reso inoperoso“.

Quanta ipocrisia in queste parole, perché questa amministrazione ha grandi responsabilità in tal senso, ma chi ha veramente “boicottato e reso inoperoso” il “Comitato” è stato proprio un emendamento di Rifondazione Comunista nella seduta del consiglio comunale di mercoledì 15 Ottobre 2014  con l’avvallo della maggioranza della Giunta Natalicchio-Maralfa. Da allora sia Rifondazione che le altre forze politiche non hanno mai fatto nulla per rendere veramente operativo questo organismo tant’è che il Presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni non lo convoca dal lontano 11 giugno 2019, e la pandemia non c’entra nulla. Non hanno destato interesse, o provocato dichiarazioni politiche, neanche le mie dimissioni da vice presidente del “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali” presentate il 6 luglio del 2020  proprio per protestare di fronte all’inoperosità del Comitato. Se le forze politiche hanno cambiato idea mi fa piacere, ma devono dimostrare concretamente questa loro volontà di cambiare pagina. Nel frattempo ripubblico la lettera di dimissioni del 6 luglio 2020 con le motivazioni e le proposte operative presentate già durante la precedente amministrazione.

di Matteo d’Ingeo

Al Presidente del Consiglio Comunale

Nicola Piergiovanni

Al Sindaco del Comune di Molfetta

Tommaso Minervini

 

Oggetto: Dimissioni di Matteo d’Ingeo dalla carica di vice Presidente del  “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”

Il sottoscritto Matteo d’Ingeo, in veste di coordinatore del movimento civico “Liberatorio Politico”, premesso che:

– il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali” rientra tra gli “organi collegiali ritenuti indispensabili, dal Consiglio Comunale, per la realizzazione dei fini istituzionali dell’Amministrazione”;  

– le finalità del Comitato sono ben delineate nell’art. 2 del suo Regolamento che così recita: «Il Comitato assiste il Consiglio Comunale e la Giunta Municipale nell’analisi e nel monitoraggio di fenomeni delinquenziali, in particolare microdelinquenza, criminalità organizzata, narcotraffico e usura»;  

– il Comitato non si riunisce dall’11 Giugno 2019 e i verbali delle ultime due riunioni non sono stati  mai inviati con le dovute integrazioni;

– la Presidenza del Comitato non ha mai ritenuto necessario convocare già dall’estate 2019 il suddetto Comitato per discutere le richieste e le proposte di lavoro presentate dal “Movimento Liberatorio” e da altre realtà cittadine; 

– lo scrivente è stato eletto vice Presidente del Comitato in data 24.01.2019; 

considerata l’inerzia di questo organismo che non si riunisce da oltre un anno, nonostante la situazione critica in cui versa la città dal punto di vista dei fenomeni delinquenziali;

il sottoscritto, pur non avendo alcuna responsabilità dell’inattività del Comitato che segna l’ultima riunione l’11 giugno 2019 presenta le proprie dimissioni da vice Presidentedel “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali” del Comune di Molfetta. 

Pertanto invito Il Presidente del Consiglio Comunale Nicola Piergiovanni e Il Sindaco Tommaso Minervini a convocare il Comitato per le elezioni del nuovo Vice Presidente e per riprendere i lavori dello stesso organismo.

Riproponiamo il documento presentato nell’ultimo incontro dell’11 giugno 2019 che non ha avuto mai risposte.

Cordiali saluti

Molfetta, 06.07.2020                                                                                                                

                                                                                                                  Movimento Liberatorio Politico       Matteo d’Ingeo

                                                                                                               

Documenti allegati  – 

Analisi della situazione e proposte operative

Nella nostra città i fenomeni delinquenziali che si sono manifestati nel tempo, prima e dopo l’omicidio del Sindaco Carnicella, sono stati di diversa natura, dalla microcriminalità si è passati alle associazioni criminali famigliari dedite allo spaccio di droga, agli omicidi, rapine, furti, incendi dolosi e attentati dinamitardi. Negli ultimi mesi la comunità ha subito anche gravi atti vandalici contro il patrimonio, ma l’illegalità diffusa per eccellenza, che continua a manifestarsi incontrastata è l’occupazione abusiva di suolo pubblico, con tutte le varianti dell’abusivismo in genere. Spesso abbiamo letto, o ascoltato in pubbliche conferenze, qualche libera interpretazione del termine “abusivismo” anche riferito alle nostre quotidiane denunce in materia. Pertanto sentiamo l’esigenza di aggiungere qualcosa in più al termine “abusivismo” ed al suo significato. Con la formula linguistica “abuso” in realtà si deve intendere ogni condotta o attività che viene svolta in assenza di un titolo che ne sia la ragione giustificativa. Quello che invece si vuole dare ad intendere, e far apparire, è che nel termine “abusivismo” siano da raggruppare solo le “vendite di prodotti senza autorizzazione”, ma questo è solo un costrutto parziale che ha l’obiettivo di spostare la giusta attenzione dal problema.

L’abusivismo, al contrario, è un fenomeno multidimensionale che non si ferma alle occupazioni messe in atto in difformità dei regolamenti comunali, fino a includere le cosiddette “invasioni” ai sensi dell’art.633 cp., ma raggruppa anche tutte le occupazioni vietate dall’art. 20 del Codice della strada. In esso si prescrive che nelle strade, sui marciapiedi e in generale in qualunque luogo destinato ad uso e passaggio pubblico, è vietato occupare il suolo (con banchi, tavoli, sedie, pedane, espositori, attrezzature di servizio o qualsiasi struttura finalizzata alla esposizione della merce posta in vendita) se non previa autorizzazione del Comune, e sempre assicurando che sia lasciato lo spazio per il passaggio dei pedoni non inferiore a due metri.

Non siamo noi a dover ricordare che l’ambiente urbano influenza i nostri comportamenti. Lo dimostra la “teoria delle finestre rotte”, secondo cui, “se l’ambiente è brutto e degradato siamo tutti più portati a degradarlo ancor più e a violare le regole che lo governano”. Se in un caseggiato c’è una finestra rotta che nessuno ripara, è esperienza comune verificare che nella zona si cominciano a rompere altri vetri, ad accumulare rifiuti, poi compaiono le scritte sui muri e in capo a qualche tempo non è difficile che si verifichi nei dintorni qualche atto vandalico o un episodio di microcriminalità. Se una comunità presenta segni di deterioramento ambientale, e questo sembra non interessare a nessuno, allora lì si genererà l’atto antisociale e illegale. Se una Comunità tollera i piccoli abusi finirà successivamente per accettare comportamenti ben più gravi e allarmanti. Non si tratta di adottare la “tolleranza zero” che suona come unasorta di soluzione autoritaria e repressiva, ma il concetto principale è che si deve prevenire qualsiasi forma di abuso e di illegalità diffusa.

Le nostre proposte per il  “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”:

1) – Prolungamento orario di servizio della Polizia Municipale fino alle ore 24; pattugliamento ore notturne di Carabinieri e Guardia di Finanza, in coordinamento con le società di vigilanza privata.

2) – Visto l’organico ridotto della Polizia Municipale e il crescente bisogno di sicurezza nella città, si propone di creare dei turni di prevenzione e controllo di quartiere, alternando e privilegiando ogni due giorni un diverso quadrante di città.

3) – Potenziamento della video-sorveglianza comunale con co-affidamento del controllo del sistema alle Forze dell’Ordine presenti in città oltre che alla Polizia Municipale; coordinamento della video-sorveglianza privata con incentivi a chi la installa.

4) – Creazione della “cassettina della legalità”, presso il palazzo di città, dove si possono imbucare messaggi o segnalazioni anonime riguardanti situazioni di pericolo e di illegalità diffusa, creazione di un indirizzo mail e/o applicazione per le segnalazioni.

5) – Creazione banche dati e statistiche: incendi, rapine, furti in appartamento, furti d’auto, omicidi, tentati omicidi, spaccio di stupefacenti, reati contro il patrimonio, reati ambientali, abusivismo edilizio, abusivismo amministrativo, vandalismo, ecc.

6) – Creazione e pubblicazione elenco di tutti i permessi e autorizzazioni per occupazione di suolo pubblico per un controllo civico delle stesse.

7) – Promozione del rispetto di tutte le norme e regole di civile convivenza, con campagne promozionali nelle scuole; promozione di progetti di prevenzione della devianza minorile, anti-dispersione scolastica, cittadinanza attiva e prevenzione bullismo in collaborazione con le scuole.

8) – Promozione di progetti di inclusione sociale per ex detenuti e non mero assistenzialismo.

9) – Coordinamento dei presidi sanitari esistenti sul territorio per prevenire l’uso di sostanze stupefacenti e dipendenze in genere.

10) – Creazione di un decalogo della legalità (10 consigli scomodi)

10 CONSIGLI SCOMODI DI CITTADINANZA ATTIVA

1. ADOTTARE NEI LUOGHI DI LAVORO, E DELLA QUOTIDIANITA’ SOCIALE, COMPORTAMENTI ISPIRATI A PRINCIPI ETICI DI LEGALITÀ.

2. IMPARARE A CONOSCERE E RIVENDICARE, NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, I PROPRI DIRITTI E NON MENDICARLI COME FAVORI.

3. EVITARE DI FREQUENTARE QUEI POLITICI CHE HANNO AMICIZIE COINVOLTE NEL MALAFFARE.

4. NON VOTARE QUEI POLITICI CHE SON O STATI COINVOLTI IN PROCEDIMENTI GIUDIZIARI PER VOTO DI SCAMBIO, CORRUZIONE, EVASIONE FISCALE E/O ALTRI GRAVI REATI.

5. NON COMPRARE MERCE DI DUBBIA PROVENIENZA, CHIEDERE SEMPRE FATTURE E RICEVUTE FISCALI, RIFIU TANDO L’ARROGANZA DELL’EVASIONE.

6. SE HAI DIFFICOLTÀ ECONOMICHE SALVA LA TUA DIGNITÀ, CHIEDI AIUTO A CHI TI VUOLE BENE PER NON CADERE NELLA TRAPPOLA DEGLI USURAI.

7. NON COMPRARE FRUTTA E VERDURA DA COMMERCIANTI ABUSIVI O CHE GESTISCANO STRUTTURE COMUNALI SENZA AVER PARTECIPATO A BANDI PUBBLICI PER LA LORO CONCESSIONE.

8. SPIEGARE A CHI FA USO DI DROGHE CHE LUI SI ROVINA E LA CRIMINALITA’ SI ARRICCHISCE SULLA SUA PELLE.

9. COLLABORARE CON GLI INQUIRENTI SE ASSISTIAMO A FATTI CRIMINOSI .

10. NON CHIEDERE MAI AGLI ALTRI COSA FANNO PER MIGLIORARE LA TUA CITTÀ, MA CHIEDILO PRIMA A TE STESSO.

Naturalmente l’Amministrazione Comunale deve assumersi la responsabilità della gestione della città e il Sindaco deve intervenire per prevenire e contrastare:
▪ le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi.
▪ le situazioni in cui si verificano comportamenti quali il danneggiamento del patrimonio pubblico e privato o che ne impediscono la fruibilità e determinano lo scadimento della qualità urbana;
▪ le situazioni che costituiscono intralcio alla pubblica viabilità o che alterano il decoro urbano, in particolare quelle di abusivismo commerciale e di illecita occupazione di suolo pubblico. 

Questo non lo diciamo noi, ma lo afferma la legge e precisamente il Decreto del Ministero dell’Interno del 5 agosto 2008, che offre ai sindaci la facoltà di mettere in atto qualsiasi attività amministrativa con la finalità di migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la coesione sociale e il rispetto delle norme che regolano la civile convivenza.

 

 

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