Mazzette protezione civile Puglia, gli imprenditori confermano: “A Lerario tangenti da 10 e 20mila euro”

L’imprenditore Leccese ripreso dalla Gdf mentre lascia la busta con i soldi nell’auto di Lerario 

Gli interrogatori di Luca Leccese e Donato Mottola. Il primo ha pagato i 10mila come “regalo natalizio” per un appalto da oltre 2 milioni e mezzo a Foggia. Il secondo ha dato 20mila euro “per un debito di riconoscenza” – fonte: bari.repubblica.it

Hanno risposto a tutte le domande confermando quanto già sostenuto dinanzi alla Procura nei giorni scorsi, i due imprenditori agli arresti domiciliari per corruzione dal 26 dicembre nell’ambito dell’indagine su tangenti all’ex capo della protezione civile regionale Mario Lerario. Quest’ultimo è in carcere dal 23 dicembre, arrestato in flagranza dopo aver intascato una mazzetta da 10 mila euro.

Tangenti al capo della Protezione civile in Puglia, gli imprenditori arrestati pronti a parlare del ‘sistema Lerario’

Il primo ad essere sottoposto ad interrogatorio di garanzia nella mattinata di martedì 4 gennaio, è stato Luca Leccese, di Foggia. L’interrogatorio, tenuto da remoto, è durato poco più di venti minuti. Dinanzi alla gip Anna Perrelli e al procuratore Roberto Rossi, Leccese ha ammesso nuovamente di aver consegnato a Lerario una mazzetta da 10mila euro, quella che è costata all’ex dirigente l’arresto in flagranza.

Ha ribadito di aver voluto dare a Lerario un “regalo natalizio” come ringraziamento per un appalto da 2 milioni e 500 mila euro relativo a dei lavori al Cara di Borgo Mezzanone (Foggia) che la sua società aveva ottenuto. I difensori dell’imprenditore, gli avvocati Gianluca Ursitti e Nicola Zingrillo, si sono riservati di chiedere la revoca della misura cautelare.

Da remoto si è svolto anche l’interrogatorio dell’altro imprenditore arrestato, Donato Mottola di Noci (Bari). E’ durato circa un’ora e, anche in questo caso, l’imprenditore ha confermato di aver consegnato una mazzetta da 20mila euro a Lerario “per un debito di riconoscenza” nei confronti della famiglia del dirigente, anche per ragioni personali. Ha poi precisato di non avere con Lerario alcun accordo preventivo relativo a quella dazione di denaro.

Nell’interrogatorio Mottola è stato assistito dall’avvocato Maurizio Tolentino, mentre al codifensore, l’avvocato Giovanni Bruno, non è stato consentito l’accesso nella caserma della Guardia di Finanza di Putignano dove si è celebrato l’interrogatorio, videocollegati con Bari, perché sprovvisto del super Green Pass. La difesa si riservata di chiedere la revoca o sostituzione della misura cautelare, anche sulla base del fatto che Mottola si è dimesso dalla carica di amministratore della società in affari con la protezione civile.

 

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