Mafia, l'appello di Laudati: "Servono più magistrati a Bari"

 

”Bari ha bisogno di più magistrati: il distretto di Bari ha una criminalità organizzata che non e’ assolutamente inferiore agli altri distretti” ma ”ha una struttura giudiziaria e un numero di organico assolutamente non paragonabile a quello degli altri distretti” che si occupano di fenomeni criminali di questa portata.
Lo ha detto il procuratore di Bari, Antonio Laudati, parlando con giornalisti nel corso di una conferenza stampa sui due omicidi compiuti oggi in due centri del barese

”Bari ha bisogno di più magistrati: il distretto di Bari ha una criminalità organizzata che non e’ assolutamente inferiore agli altri distretti” ma ”ha una struttura giudiziaria e un numero di organico assolutamente non paragonabile a quello degli altri distretti” che si occupano di fenomeni criminali di questa portata.
Lo ha detto il procuratore di Bari, Antonio Laudati, parlando con giornalisti nel corso di una conferenza stampa sui due omicidi compiuti oggi in due centri del barese. Non è la prima volta che il procuratore sottolinea la necessità di incrementare il numero di magistrati in servizio a Bari definendolo inadeguato alle necessità di contrastare i fenomeni criminali che si verificano nel distretto della Direzione distrettuale antimafia che ha competenza sulle province a nord del capoluogo (oltre a quella Bari, quella di Barletta-Andria-Trani e quella di Foggia).

”I numeri parlano in maniera oggettiva – ha detto – sia per il numero dei fatti criminali, sia per quanto riguarda il numero dei procedimenti, sia per quanto riguarda la sopravvenienza dei fascicoli. ”I magistrati in servizio a Bari – ha detto – sono ”circa la metà di Reggio Calabria, un terzo di Palermo e forse un sesto di Napoli, e il numero dei sostituti è rimasto fermo a 30 anni fa mentre per gli omicidi c’é stata una progressione spaventosa”. ”Dobbiamo lavorare per migliorare l’organizzazione degli uffici giudiziari – ha concluso – abbiamo delle straordinarie forze di polizia ma non abbiamo una struttura giudiziaria adeguata a fronteggiare fenomeni criminali di questa portata”.

 "La caratteristica di Bari è che non ha una cupola, un vertice unitario, ma ha una strutturazione di tipo clanico, organizzata per clan e frantumata sul territorio". ha aggiunto Laudati. "Quando questa organizzazione si va a frantumare, come è avvenuto con le operazioni che negli ultimi anni hanno sgominato i clan baresi egemoni – ha detto – sorgono nuovi gruppi". E i "focolai più sanguinosi – ha aggiunto il procuratore – ci sono dove più forte è la principale attività di guadagno che è connessa al traffico degli stupefacenti: sul Gargano e a Bitonto che è il mercato barese degli stupefacenti".
"Quando il potere passa da mani forti a mani deboli – ha detto ancora – si spara di più sul territorio. Se ci sono clan forti dominanti riescono a tenere la pace sul territorio perchè pace significa per la criminalità organizzata un maggiore business". "Quando si interviene sul territorio con interventi massicci nei confronti dei clan storici – ha detto – sorgono immediatamente nuovi cartelli perchè non sparisce il business che è legato all’alto numero di consumatori di stupefacenti e al guadagno legato a questa attività". "I nuovi cartelli – ha detto ancora – sorgono dagli eredi o da costole dei vecchi, cioè con scissioni interne ai gruppi o con gruppi emergenti che fanno salti di qualità per occupare lo spazio lasciato vuoto". "Quando ci si trova in questa situazione, non essendoci una struttura egemone di controllo che ha spartito il territorio – ha concluso – si spara di più".

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