La città del “mercato diffuso”


Dopo alcune settimane dall’operazione “Piazza  Pulita” promossa dalla Procura di Trani, l’assessora al commercio del comune di Molfetta, Annamaria Brattoli, rilascia le seguenti dichiarazioni in un’auto-intervista apparsa sul sito del Comune, nel senso che lei stessa si fa la domanda e risponde. Qual è l’atteggiamento assunto dall’amministrazione comunale di fronte alla questione commercio ambulante?
Il sindaco e l’amministrazione comunale prima di tutto hanno avviato un costruttivo dialogo con i commercianti ambulanti per individuare alcuni punti di convergenza, primo fra tutti, la necessità di esercitare la vendita di frutta e verdura in postazioni misurate e belle da vedere, senza che si vada oltre gli spazi pubblici assegnati. Voglio affermarlo una volte per tutte: igiene e decoro sono elementi per noi imprescindibili”.
Per tutti noi quelle parole sono diventate vangelo e ci hanno lasciato sperare che qualcosa finalmente cambiasse.
Ma gli eventi e l’evoluzione del “mercato diffuso” voluto dal sindacosenatore presidente Azzollini ha avuto ben altro sviluppo.
Vi guiderò in un tour esclusivo in città attraverso alcuni siti d’interesse storico-artistico di “mercato diffuso” dove l’igiene, il decoro, il rispetto dell’ambiente e del codice della strada sono una priorità assoluta.
Cominciamo con “La Vera Voglia di frutta e verdura”, in via Bari, angolo via Quintino Sella. Solo il Giro d’Italia  era riuscito a far sparire, da questa postazione, le cassette della frutta dalla strada e dal marciapiede, perché in televisione potevano non essere telegeniche.
Dopo l’ormai famoso blitz dell’8 giugno, nel giro di 24 ore, era tutto tornato come prima.
Tutto comincia al mattino, ancora oggi, quando i signori della frutta (famiglia Diniddio-Spadavecchia) devono scaricare la merce e lasciano per ore il loro automezzo in una posizione che lascerei valutare all’assessora. Una volta ultimate le operazioni di scarico l’automezzo rimane parcheggiato in sosta vietata, per tutta la mattinata, quando va bene per qualche ora, in prossimità del semaforo all’incrocio di via de Luca con via Bari. Marciapiede, rampa e strada sono occupati, anche da ombrelloni.
In periferia, in Via G. Di Vittorio, angolo via Carabellese c’è una postazione che definirei “esplosiva” nel senso che oltre il pessimo esempio di decoro e igiene, l’ambulante (famiglia Andriani) ha scelto il suo posto fisso nelle vicinanze di una centralina di distribuzione del GAS recante sul cancelletto d’entrata un cartello di pericolo con il seguente avviso: “AREA IN CUI PUO’ FORMARSI ATMOSFERA ESPLOSIVA“.
Anche in questo caso qualcuno dovrà dirci se tutto questo è regolare.
Torniamo in centro per visitare l’ormai famosa postazione del “Re Leone”. Al titolare dell’esercizio in via Bari n. 27, è stato notificato durante il blitz dell’8 giugno scorso, un decreto di sequestro preventivo per il reato di cui agli articoli 633, comma 1, e 639-bis c.p. perchè “nella sua qualità di commerciante di frutta e verdura, in assenza di qualsivoglia autorizzazione amministrativa occupava, con le cassette contenenti frutta e con le istallazioni destinate al contenimento delle stesse, la parte della pubblica via destinata ai pedoni, nonché parte della carreggiata vera e propria. In tal modo invadeva arbitrariamente immobili pubblici o comunque destinati ad uso pubblico dei cittadini“.
 
La famiglia in questione non è nuova a questo tipo di attenzioni da parte di magistratura e forze dell’ordine, sono anni che presidiano questa strada passando dal falso ambulantato, all’ambulantato a posto fisso, ma sempre con il vizio dell’occupazione abusiva del suolo pubblico.
 
Da alcuni giorni prima dell’anniversario dell’omicidio del Sindaco Carnicella, la famiglia De Bari ha deciso di segnare il proprio territorio con il “Re Leone”, un coloratissimo “peluche”, esposto prima su di un mini calesse e poi su uno dei vari automezzi presenti in zona; quasi per dire “questo è il nostro territorio e guai a chi lo tocca”. Naturalmente tutti gli automezzi utilizzati dalla famiglia De Bari hanno occupato fino ad oggi le zone di parcheggio a pagamento, rigorosamente senza grattino. Sembra che gli ausiliari del traffico abbiano ordini precisi dall’alto, quella è “zona franca“.
 
Conoscendo le abitudini di questa famiglia ci chiediamo se la “piazzetta” in via Giovene è ancora gestita da loro e se dobbiamo considerare anche quella “zona franca”.
 
Da qualche giorno abbiamo dato il benvenuto alla “new entry” del commercio abusivo. Non rientra tra le ormai famose 9 postazioni che il sindacosenatorepresidente Azzollini ha concesso ad altrettanti noti commercianti dell’ortofrutta e non è chiaro che tipo di permesso potrebbe avere.
L’unica cosa certa è che la new entry è piazzata sulle strisce pedonali, in via Don Minzoni, angolo via Carabellese, in palese violazione del codice della strada e con il suo ombrellone occulta un segnale stradale.
 
Purtroppo con la confusione in atto, dopo l’operazione “Piazza Pulita“, non si capisce più di chi sia di competenza la “sanzione”. In attesa di qualche nuovo “emendamento” legislativo da parte del sindacosenatore Azzollini invitiamo i cittadini a non comprare le angurie da questa postazione perchè le possono trovare altrove anche a meno di 0,35 €. al chilo.
 
C’è, chi, tra i commercianti ambulanti (a posto fisso?), più o meno abusivi, ha trovato il modo per prendere per i fondelli tutti.
Qualche tempo fa l’operatore commerciale, che ha scelto la sua postazione in via Salepico, angolo via De Luca, incaricava suo figlio ogni mattina di spostare i cassonetti della raccolta rifiuti per creare lo spazio necessario in “zona franca” tra la rampa per portatori di handicap e la zona blu per parcheggio a pagamento.
 
Nelle ultime settimane non è stato più necessario far sprecare al giovanotto inutili energie, tanto sembra ci sia un accordo non scritto e non detto tra gli operatori dell’ASM e il commerciante.
Durante il giro quotidiano per lo svuotamento dei cassonetti nessuno si preoccupa di rimettere al loro posto i contenitori nella loro zona gialla (quasi scomparsa) e quindi la mattina il commerciante ambulante ha il suo  “posto fisso”.
Nella sua furbizia è più corretto di altri suoi colleghi che occupano la zona blu senza mai pagare il grattino orario.
Naturalmente questa situazione crea  durante la giornata la zona franca istituzionalizzata di cui c’è sempre chi ne approfitta  per non pagare il grattino.
Quindi l’illegalità del commerciante ambulante genera altre illegalità e disagi. I cassonetti spostati  nella zona blu sottraggono a chi paga il pass un parcheggio, permettono ad altri cittadini furbi di parcheggiare senza pagare grattini e naturalmente lasciano sempre il posteggio libero al nostro commerciante.
Il tour potrebbe durare a lungo, perché le situazioni sono tante e ognuna ha la sua storia e il suo abuso, ma per ragionevoli motivi di spazio vi porterò nell’ultima postazione su cui vi invito a riflettere.
Questa è una postazione speciale che ha avuto subito una sua evoluzione nel giro di un mese, da quando il sindaco Azzollini firmò l’ormai famosa “Ordinanza contingibile ed urgente in materia di commercio ambulanten.35905 del 21 giugno 2010.
Premesso che dopo un mese non è mai stata pubblicata sul sito internet del Comune, così come il Sindaco aveva previsto, sembra che questa ordinanza, abbia subito delle “varianti in corso d’opera”.
Nell’elenco delle nuove sedi (spostate di 10 metri) individuate dal sindaco Azzollini e destinate ad aree di commercio ambulante, al punto 7) era prevista la postazione in Via Cap. de Candia, angolo Via Cozzoli offerta al sig. Magarelli Giancarlo Saverio.
 
Questo signor Magarelli che abbiamo conosciuto negli ultimi mesi nella sua postazione “abusiva” in via Cap. de Candia angolo via Cap. Magrone, (lo dice l’ordinanza di sequestro della Procura dell’operazione “Piazza Pulita”) aveva scelto di sua spontanea volontà di esporre la sua frutta e verdura non in via Cap. de Candia, angolo via Cozzoli, bensì in via Cap. de Candia angolo via Mezzina
La decisione arbitraria del sig. Magarelli è stata sanzionata con una multa di 1000 €. dagli agenti di Polizia Municipale. La risposta del commerciante non è stata quella di accettare la sanzione in silenzio, perché giusta, e di sistemarsi nella postazione che l’ordinanza prevedeva, ma ha pensato bene di recarsi al comando di Polizia Municipale e minacciare a suo modo il Comandante.
 
Questo è quanto la cronaca ci ha raccontato su quasi tutti i network locali. C’è invece una notizia riportata solo da un giornale locale e mai smentita dal Palazzo di Città che riguarda la “variante in corso d’opera” dell’ordinanza del 21 giugno u.s.; sembra che il sindaco Azzollini, o chi per lui, invece di difendere il Comandante Gadaleta, e obbligare il sig. Magarelli a rispettare l’ordinanza e la postazione a lui assegnata, abbia firmato una nuova ordinanza cambiando la postazione iniziale per assecondare la volontà e la richiesta dello stesso. La famiglia Magarelli non poteva essere confinata in via Cozzoli ma aveva bisogno di più visibilità e quindi l’angolo con via Mezzina soddisfava questo bisogno.
A Molfetta, lo abbiamo detto già altre volte, chiamarsi Fiore, Magarelli, De Bari, Andriani, abbinato a qualche nomignolo, è un vantaggio.
In verità crediamo che questo episodio chiarisca ancora di più la situazione a Molfetta.
Abbiamo alcune famiglie, le stesse da oltre vent’anni, che hanno avuto in ostaggio la città e la politica.
E’ un segnale molto significativo quello lanciato dal sindaco e dalla sua Giunta; invece di condannare e denunciare il responsabile delle minacce al  Comandante G.Gadaleta lo hanno premiato.
Siamo molto preoccupati e il dubbio che questa amministrazione sia sotto ricatto o ancor peggio che il sindaco e i suoi collaboratori scendano a patti con chi usa la prevaricazione, la violenza e l’arroganza per possibili altri tornaconti ci impone la necessità di essere ancor più vigili e sollecitare l’intervento del Prefetto affinché ci sia a Molfetta un Comitato per l’ordine pubblico prima che la situazione degeneri.

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