MA A MOLFETTA ESISTE LA MAFIA?

Ormai non facciamo in tempo ad addormentarci la sera pensando all’arresto avvenuto in giornata che il mattino successivo apprendiamo di un nuovo avviso di garanzia a carico di un amministratore o dirigente comunale, oppure di un sequestro di un intero quartiere abusivo. Certo è che tra indagati e condannati abbiamo la peggior classe dirigente che questa città abbia mai prodotto. Dai consiglieri agli assessori, dalle aziende municipalizzate ai revisore dei conti c’è qualcuno che deve rispondere del proprio operato. Anche gli ex sindaci non sono esenti da questa strana dinamica che ormai sta interessando la nostra città. A proposito della richiesta di dimissioni avanzata nei confronti di Guglielmo Minervini, se dovessi rispondere pensando ad una dinamica dialettica politica  direi subito che siamo nella norma, ma senza giustificarla. In prossimità di scadenze congressuali importanti o di grandi trasformazioni di gruppi politici, le dinamiche interne diventano più cruente e tendono sempre a rompere gli equilibri di questa o quella corrente per conquistare la maggioranza che deve poi decidere e gestire le sorti di un partito o di una coalizione.

Sarebbe diverso il giudizio se dovessimo leggere, altro, tra le righe della lettera dei cinque consiglieri della Margherita con cui hanno chiesto le dimissioni degli assessori Minervini e Russo. Mi sembra di aver compreso che tra gli assessori e i consiglieri di maggioranza che fanno parte della Margherita sia venuto meno il rapporto di fiducia. Tradotto in maniera spicciola cosa vuol dire, che i grandi predicatori di trasparenza e partecipazione cambiano il pelo e non il vizio.

Vuol dire che evidentemente i consiglieri di maggioranza non sempre vengono consultati per le grandi scelte di governo e spesso e volentieri le proposte di delibere arrivano in Consiglio Regionale solo per essere approvate con l’inossidabile metodo degli “ yes man”.

Questo è un “ricorso storico”!  Se oggi a Molfetta stiamo subendo un governo di centro destra capeggiato da un ex comunista, e un centro sinistra senza identità, in agonia, lo dobbiamo soprattutto all’operato dell‘ ex sindaco Guglielmo Minervini e alla frattura che ci fu, dalla metà degli anni novanta in poi, tra la Giunta e i suoi consiglieri comunali da una parte, e tra i partiti e gli elettori dall’altra.

Questi furono i motivi per cui il sottoscritto, per esempio, uscì dalla stessa maggioranza che aveva contribuito con successo a far vincere le elezioni del ‘94. Quando un Sindaco, o amministratore in genere, tradisce il patto sottoscritto con gli elettori non può essere più credibile e deve dimettersi senza cercare altre strade, altre maggioranze che ti condizionano nelle scelte di governo e ti tradiscono per meri interessi personali o di poltrona.

Da allora non è cambiato nulla; è inutile continuare a sbandierare la democrazia partecipata o la trasparenza amministrativa come slogan, e poi nei fatti…!?! In consiglio Comunale oggi esiste una opposizione? No!

Ma dal punto di vista politico è così. Raramente seguo le sedute di consiglio comunale, per scelta,  ma la cronaca mi convince sempre di più dello scollamento che esiste all’interno dell’opposizione e della totale assenza di una identità comune.

Ricordo ancora le parole del consigliere L. di Gioia durante il dibattito sulla emergenza criminalità, che accusava il Presidente Camporeale di voler zittire e imbavagliare la minoranza; io sono del parere che l’attuale minoranza di opposizione, non solo, non può rappresentare alcun progetto politico futuro per il centro sinistra, ma è auto-imbavagliata e auto-censurata.

Su tanti provvedimenti che giungono in aula, non potranno mai avere un atteggiamento e voto unanime (salvo rarissime occasioni ) perché, a turno, uno o più consiglieri non possono esprimersi liberamente perché condizionati o direttamente coinvolti dal punto di vista amministrativo e politico.

In queste ore o giorni, l’opposizione ha mai emesso un comunicato stampa forte e unanime sull’arresto di Pino Amato? Lo potrà fare qualche consigliere che insieme a Guglielmo Minervini ha coccolato e fatto crescere il personaggio Pino Amato? O qualche consigliere che è passato da destra a sinistra ma che era organico alla maggioranza di Pino Amato? . Lo potrà fare Tommaso Minervini che era suo Sindaco e non ha controllato abbastanza il suo operato assessorile? Io non sono affatto d’accordo con le dichiarazioni dell’ex sindaco che stimo come amico, ma il suo invito a non emettere facili giudizi e a “promuovere una politica alta che prepari gli scenari positivi per il futuro”, mi suona tanto come il “vogliamoci bene, chi ha dato ha dato, e chi ha avuto, ha avuto!”.

Certo! è più comodo e facile così, demandando alla giustizia il suo corso.  Penso, al contrario, che la politica debba evitare che la giustizia si occupi il meno possibile dell’operato opaco di amministratori e funzionari pubblici. Purtroppo, se oggi avviene, vuol dire che la politica ha sbagliato e deve accettare i giudizi severi degli elettori che devono essere i protagonisti della politica, senza subirla. 

Io non so cosa intendesse dire realmente Tommaso Minervini con il suo invito, rivolto alla politica, a non infierire; ma posso comprendere il suo imbarazzo a commentare l’accaduto. Infatti sia lui, il Sindaco Azzollini e Guglielmo Minervini sembrano quasi non riconoscere più  l’ex assessore Amato e si lasciano andare in sterili e ipocriti commenti d’occasione; ancor peggio il consigliere regionale  e responsabile de ” L’Italia di mezzo”, Ignazio Zullo, che dimostra di conoscerlo bene al tal punto da affermare che fra qualche giorno tutto sarà finito. Certo, da un politico che nel giro di pochi mesi è già passato da eletto al Consiglio Regionale della lista  “La Puglia prima di tutto “ a  ”  L’Italia di mezzo”, possiamo immaginare quanto abbia in comune con Pino Amato.

Naturalmente non merita commenti lo striscione appeso  sul ponte ferroviario  all’entrata di Molfetta su cui era scritto “Amato: la città è con te; ti vogliamo bene”.

Direi invece che la città è molto indignata per lui e per quello che sta accadendo, e quella manifestazione di affetto dei suoi “ 999 elettori ” non è molto diversa dalle manifestazioni di oltraggio nei confronti delle forze dell’ordine da parte di interi quartieri di Napoli o Bari quando arrestano un camorrista o un mafioso. Su questi messaggi sottili bisogna riflettere di  più, altro che invitare ad non infierire.

E’ giunto il momento di chiedere a gran voce di fare piena luce su fatti e misfatti che hanno accelerato il degrado della vita politica in questa città  e  che ha avuto il suo punto critico più alto nel 1992 con l’omicidio del sindaco Carnicella.

Mi piace ricordare a tal proposito le parole pronunciate dal nostro Vescovo don Tonino, quando nell’omelia per i funerali di Carnicella invitava tutti a vedere nell’assassino del Sindaco, non un “mostro” ma un “nostro”. Quelle parole sono state purtroppo dimenticate o ancor peggio, per molti è scomodo ricordarle. Molto spesso quando pronuncio la parola ”mafia” riferendomi a questa città sono in tanti a zittirmi quasi fosse sacrilegio o per il timore che l’immagine della città sia compromessa.

Invece bisogna convincersi che in questa città ”la mafia” esiste e da molto tempo. Già nel 1995 fu revocata dalla Camera di Commercio di Bari,  la licenza ad un noto commerciante molfettese, Fiore Alfredo,  per associazione a delinquere di stampo mafioso. Quello stesso personaggio aveva a che fare con l’assassino di Gianni Carnicella e con la holding nostrana della droga. La mafia non è più solo quella dei morti ammazzati per stragi o agguati, ma è fatta anche dei capi d’accusa mossi a P.Amato.

Oggi tutti gli obiettivi sono puntati sull’arresto del consigliere Amato, ma la notizia più clamorosa è quella che il Prefetto per la prima volta sospende un consigliere comunale per le accuse di voto di scambio, corruzione, concussione, truffa e falso ideologico, non era mai accaduto a Molfetta. Ancor più eclatante è la richiesta della Procura  di interdire il Dirigente Vincenzo De Michele dagli uffici comunali. Questo Dirigente è lo stesso a cui è stato permesso (e non è l’unico)di tenere una conferenza stampa in cui, con tutta tranquillità, dichiarava di infischiarsene del rispetto delle leggi o del codice stradale, a favore dello sviluppo del commercio e dell’occupazione più o meno abusiva del suolo pubblico. E mi fermo qui giusto per non infierire più di tanto.

Penso che tutti quanti dovremmo riflettere su quello che sta avvenendo in città e il Prefetto dovrebbe riservarsi anche l’ipotesi di sciogliere il Consiglio comunale, perché se ci fossero più consiglieri eletti con il voto di scambio non credo che sussistano le condizioni di legittimità e credibilità dell’Istituzione pubblica.

                                                                                                 Matteo d’Ingeo
 

11 Risposte a “MA A MOLFETTA ESISTE LA MAFIA?”

  1. non ho potuto seguire la conferenza di ieri sera per motivi di famiglia ma suppongo che i temi trattati siano stati gli stessi che leggo in questo post.

    ma perchè non si parla di carmela Minuto? lei “aiuta” molto i cittadini caduti in disgrazia.

    Perchè non si cominciano a fare degli accertamenti patrimoniali a tutta la famiglia allargata??

  2. Finalmente l’amato Pino è libero e non vediamo l’ora di sentire la sua conferenza stampa. Si prevedono delle clamorose dichiarazioni in diretta. saranno svelati i retroscena del voto di scmbio.

  3. D’ingeo non ho capito bene il fatto dei beni non confiscati, di che cosa si tratta? ma la Minuto controlla qualcosa??

  4. ma ragà bisognerebbe chiederlo a loro direttamente, e poi anche lei ha preso tanti voti. e maralfa perchè non la interroga ?.chissà se pinoamato ha fatto il suo nome. e la signorina ” stallona” poi anche lei ha preso un bel po di voti.

  5. carissimi amici del liberatorio e caro matteo

    .pino amato stamattina era già a corso umberto a passeggiare tranquillamente come se non fosse accaduto nulla. quindi tutto questo rumore che fate non serve a niente.

  6. D’Ingeo, tu hai la memoria molto corta. Hai forse dimenticato che anche tu hai militato nella stessa coalizione di Pino Amato? Tu vedi fantasmi ed assassini da tutte le parti. Così sei destinato sempre a stare da solo ed abbaiare alla luna. Del resto i risultati elettorali della tua lista ed i tuoi, quando hai tentato di presentarti, si commentano da soli.

  7. per fortuna ci sono gli amici di matteo caro n.7 e come tale posso garantirti che la memoria ce l’hai frecata corto o lunga che sia. ricordo bene quando il pinino e il franchino sono entrati nella maggioranza con guglielmino, il matteo era già fuori da un pezzo e non è mai andato passeggiando a corso umberto con l’amato per le campagne elettorali come ha fatto sicuramente chi scrive. dai matteo è il tuo momento e poi n.7 cambiate argomenti in questo blog quante volte l’hai scritto questa cosa insieme ad altre che sicuramente scriverai ancora?

  8. caro n. 8 la memoria corta ce l’hai tu o fai finta di averla. Nel 1994 il sig, D’Ingeo apparteneva alla lista il Percorso, il sig. Amato apparteneva alla lista dei Verdi. I due hanno fatto campagna elettorale nella stessa coalizione e si sono seduti sui banchi della maggioranza insieme dopo l’elezione di Guglielmo Minervini.

  9. Insomma sig.n7 oltre ad essere scemo sei anche testardo se vuoi convincerti di questo dato storico fallo pure. Ero un assiduo frequentatore del Consiglio Comunale ma ti assicuro che l’Amato non è mai stato eletto nel ’94 insieme a Dingeo. Spero che una ricerca presso l’archivio possa convincerti oppure mit un ciucc a do voule ù patraun. buona ricerca.

    p.s. una cosa però non ho capito ma dove vuole arrivare??

  10. “Continuerò a fare il mio dovere nel segno della massima trasparenza e correttezza”

    così ha detto Pinuccio Amato mentre gustava una zeppola. Ma l’opposizione come lo ha accolto ? da eroe sopravvissuto? eh !Carmela Carmela!!

I commenti sono chiusi.

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